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58 nuovi ministri della comunione. La testimonianza di alcuni di loro

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Sono 58 i ministri straordinari della Comunione che lo scorso 19 giugno hanno ricevuto dal vescovo, monsignor Adriano Cevolotto, il mandato a prestare servizio per i fedeli. La cerimonia di istituzione si è svolta nel corso della messa del Corpus Domini nella chiesa di San Giovanni in Canale, in città. Sono laici, sia uomini che donne, conosciuti e stimati, che si distinguono per fede e condotta di vita. Hanno il compito principale di portare la Comunione a casa, negli ospedali o nelle case di cura agli ammalati, agli anziani o a chi è impossibilitato a muoversi. Durante la celebrazione della messa, in caso di grande affluenza, possono affiancare il sacerdote nella distribuzione dell’Eucarestia agli altri fedeli. Hanno anche la funzione di collegamento non solo tra gli ammalati e il Parroco ma anche tra le famiglie con cui vengono in contatto e la comunità parrocchiale.
Abbiamo raccolto la testimonianza di alcuni di loro. Hanno età ed esperienza di vita molto diverse. Ma li accomuna il desiderio di mettersi al servizio delle comunità in cui vivono.

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MATTEO SANDALO

Ha 26 anni e lavora come orologiaio nella attività di famiglia, Sandalo Angelo gioielleria. “Sono inserito nella parrocchia di San Lazzaro e da qualche anno sono capo scout - racconta-. Sono molto impegnato nella comunità anche nell’organizzazione di eventi. Sono stato anche educatore e catechista”.


— Come è nata la chiamata? 
“Don Andrea Volta, il parroco di San Lazzaro, ha proposto a me e agli altri capi scout di iniziare a svolgere questo servizio. Seguo un percorso di fede e ho pensato che fosse interessante e fondamentale vivere questa esperienza così importante e ricca di significato. C’è stato un primo incontro in parrocchia a cui ho partecipato durante il quale il parroco ha presentato il ruolo del ministro della Comunione. Si tratta di un servizio articolato che richiede impegno e dedizione. La proposta mi ha interessato e coinvolto e ho deciso di prendere parte al corso di preparazione”.

— Ha già iniziato?
“Non ho ancora avuto modo di vivere questa esperienza. È un nuovo tipo di servizio. Sono in programma tra poco riunioni con il parroco e gli altri nuovi ministri nelle quali sarà deciso come organizzare e gestire le attività. Penso che porteremo la Comunione nelle case degli anziani. Alcuni vanno anche in ospedale o case di cura. Penso che inizialmente mi dedicherò principalmente al mio quartiere e alla mia parrocchia. Andrò dove ci sarà bisogno. A settembre ci riuniremo e organizzeremo le varie attività. Il compito di ministro straordinario è una parte molto importante della mia vita e dedicherò tempo non solo agli scout ma anche a questo”.

— Come ha reagito la sua famiglia alla notizia di questa scelta di vita?
“Erano stupiti e molto contenti. Non si sarebbero mai aspettati che io prendessi una decisione di questo genere. A volte si pensa che sia un servizio per persone più grandi, invece non è così. Agli incontri c’erano pochi ragazzi più o meno della mia età. Ero tra i più giovani. È stato bello e costruttivo confrontarsi con chi ha qualche anno in più. Gli incontri sono stati interessanti. Adesso sta per iniziare un nuovo cammino accanto all’esperienza scout. Che intendo percorrere con impegno ed entusiasmo”.

LUIGINA LODIGIANI

È di Podenzano e ha 67 anni. Attualmente è in pensione e ha gestito con il marito una edicola in città. “Sono molto attiva in parrocchia. In particolare mi occupo dell’allestimento dei fiori in chiesa e sono impegnata in attività di volontariato per gli anziani anche della casa di riposo - spiega -. Ad agosto si svolgerà la Festa missionaria e tra pochi giorni con altre amiche inizierò i preparativi per la manifestazione. Il Signore mi ha dato tanto nella vita e cerco di restituire quanto più posso”.

— Perché ha deciso di diventare ministro?
“Quando il parroco, don Fausto Arrisi, me lo ha chiesto all’inizio sono rimasta perplessa. Ero dubbiosa. Poi ho accettato. Mi sono detta: se è per qualcosa di così bello accetto volentieri. Una domenica al termine della messa il parroco ha chiesto a me e a una mia amica se volevamo fare i ministri della Comunione. Ci siamo guardate in faccia stupite e poi abbiamo detto di sì, se possiamo dare una mano lo facciamo volentieri. E abbiamo accettato. Quel giorno, mentre tornavo a casa pensavo di non essere all’altezza, di non sentirmi degna di svolgere un compito così importante. Poi una volta a casa ho pensato: se don Fausto ha pensato a me è segno che posso farlo. E questo mi ha riempito di gioia e di gratitudine. Quando ho fatto il corso prendendo parte agli incontri ho conosciuto persone che ci hanno spiegato bene il nostro futuro ruolo e sono stata contenta di queste indicazioni. Non ho ancora iniziato il servizio – continua -. Ci riuniremo dopo le vacanze e il parroco don Fausto ci spiegherà cosa fare. Qui a Podenzano ci sono tanti anziani che aspettano di potere ricevere la Comunione. Ora sono pronta a iniziare. Vivrò il ministero in paese e nelle frazioni. Sono entusiasta. E poi le dico che amo molto gli anziani. Appena posso vado a casa di qualcuno di loro che conosco per tenergli compagnia. Sono una persona dal carattere allegro ed espansivo e andare dalle persone sole e stare loro accanto è bello. Li aiuta a essere più sereni. Farò del mio meglio per loro come ministro della Comunione. Sono certa che il servizio mi farà crescere molto. Sono estremamente disponibile verso il mio prossimo. Penso di essere io ad aiutare gli altri ma alla fine sono sempre gli altri che danno qualcosa a me”.

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CARLA CAVEDASCHI

Ha 53 anni e vive a Bore in provincia di Parma. Nata nella città emiliana, è cresciuta in Inghilterra e quando si è sposata si è trasferita nel paese della valle del Ceno dove il marito fa il commerciante. “Ho aiutato molti anni nell’attività di famiglia e poi ho deciso di insegnare inglese in una scuola di lingua privata”.

— Perché ha scelto di diventare ministro della Comunione?
“La chiamata è nata qualche anno fa. Dopo un lutto, l’andamento della mia vita è cambiato. Una conoscente della parrocchia mi aveva chiesto di fare il ministro. Ma non mi sentivo pronta per un compito così delicato. Poi nel tempo la vocazione è cresciuta e maturata – spiega -. È arrivato il momento in cui ho sentito di volerlo fare. Sono consapevole di avere il privilegio di potere fare tutto quello che voglio nella quotidianità. Avendo la possibilità di ricevere l’Eucarestia tutti i giorni, ho pensato a quanti invece non ce l’hanno. Dopo il Covid le dinamiche delle famiglie sono mutate. Ci sono molte persone anziane, debilitate, che non hanno questa libertà. Desidero che tutti possano fare quello che posso fare io. Ho ricevuto molto dalla vita e ho riflettuto su come restituire il bene – continua-. Mi sono chiesta: cosa posso dare al mondo? Come posso aiutare gli altri? Non solo nelle necessità pratiche, come per esempio andare a fare la spesa per un anziano, ma anche spiritualmente. Ho acquisito la consapevolezza che avrei potuto ricoprire il ruolo di ministro della Comunione. Mi sono sentita in dovere di farlo. Un dovere spirituale. Avevo e ho il bisogno di condividere qualcosa che non appartiene solo a me. Era arrivato il momento. Ricevo la Comunione liberamente e volevo restituire questa libertà. Durante il Covid mi sono resa conto di quanto valore ha per me accostarmi all’Eucarestia e andare a messa. Molti anziani per motivi di salute non possono andare in chiesa e fare la Comunione e mi sono detta: li posso aiutare, sarebbe molto egoista non farlo. Ci sono diversi ministri, tutte donne, nel comune di Bore. Vanno sempre insieme nelle case. Prima di diventare ministro sono andata ad accompagnarle per vedere come si svolge il rito e conoscere le persone. Sono pronta ad iniziare il cammino”.

Giuseppina Agosti

Nelle foto: dall'alto, la messa del Corpus Domini in San Giovanni in Canale presieduta dal vescovo Cevolotto; Matteo Sandalo e Luigina Lodigiani.

Pubblicato il 14 luglio 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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