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La lezione della Laudato Si': «Di meno è di più»

zuppi a fiorenzuola

"Non chiudiamoci in un monolocale. Possiamo anche curare benissimo il nostro piccolo giardino, ma se tutto attorno è distrutto, quel giardino non ha futuro. Perché siamo tutti sulla stessa barca". Una scoppiettante lectio magistralis a partire dalla Laudato Si’: il cardinal Matteo Zuppi, invitato dalla parrocchia di San Fiorenzo di Fiorenzuola nell’ambito delle celebrazioni del patrono nel decennale della Enciclica di papa Francesco, non solo ne ha evidenziato l'attualità e l'urgenza. Ha ricordato come l'attenzione di Bergoglio per la "casa comune” non sia nata da una "botta verde", da una cotta ambientalista del pontefice argentino. “A muoverlo è stato il rispetto per il Creato, dono di Dio, e l'amore per le creature che il Creato lo vivono. E chi più soffre le conseguenze della distruzione dell'ambiente sono proprio i poveri", ha richiamato il presidente della Cei, facendo l'esempio dell'acqua, l'oro blu che rischia di diventare bene per pochi e che costringe intere popolazioni in alcune zone della terra ad emigrare perché manca, mettendo in pericolo, dunque, la stessa sopravvivenza.

«La comunione è la forza della Chiesa. Ma noi ci crediamo?»

C'è invece, nel cosiddetto mondo ricco, una sopravvivenza da cui stare in guardia, un vivacchiare che si sostiuisce al vivere, ha avvisato il cardinal Zuppi. Parole pronunciate con il sorriso, ma che vogliono dare la sveglia rispetto ad una atmosfera sociale dominata dagli schermi e dall'amplificazione degli "io" a discapito del "noi". Anche la Chiesa non è esente dal rischio. “Nella comunione ci crediamo troppo poco, eppure è la nostra forza", ha esordito, in una Collegiata affollata di persone di tutte le età. La serata è stata voluta - ha spiegato il parroco mons. Giuseppe Illica in apertura - dentro un lavoro triennale che la parrocchia di San Fiorenzo sta vivendo a partire da altrettanti documenti di papa Francesco: la Evangelii Gaudium lo scorso anno, la Laudato Si' per il 2025-2026, e la Fratelli Tutti per il prossimo. Ad ascoltare il presidente della Cei però sono arrivate persone anche da altre realtà, attirate dal suo parlare schietto, dall'affabilità dei modi, dalle parole mai banali anche quando formulate con tono scherzoso. "Siamo così attaccati al nostro io che vorremmo che perfino Nostro Signore non ci mettesse in discussione - ha pizzicato Zuppi -. Riduciamo Dio a elisir di benessere, a un tranquillante che ci fa stare bene. Certo che Dio ci fa stare bene - ha aggiunto - ma perché ci complica la vita. Perché ci fa aprire agli altri. Mica perché ci lascia tranquilli sul divano. Preoccupiamoci piuttosto quando di pensieri non ne abbiamo: vuol dire che siamo orizzontali”.

illica giuseppe con zuppi a fiorenzuola

Il parroco don Giuseppe Illica in apertura dell'incontro con il cardinal Zuppi.

«Di meno è di più»

Il filo conduttore della Laudato Si' è questo amore ricevuto che diventa amore dato, al Creato e alle creature. È il richiamo a un “di meno che diventa di più” - la consegna della sobrietà, nel capitolo sugli stili di vita - perché ci fa gustare la vita, mentre il consumismo la rovina. Una passione ritrovata per il vivere è ciò che il Giubileo della speranza ci deve aiutare a ritrovare, dentro una relazione rinnovata con Dio. "Senza relazione con il Signore, non c'è relazione con l'altro", ammonisce il cardinal Zuppi. Fa l'esempio di San Francesco d'Assisi che spogliandosi di tutto - lui che poteva accumulare ricchezze, avere tutto - scopre il centuplo nell'amicizia con Dio e, quindi, con i suoi frati. O di don Oreste Benzi che la notte la passava con la testa appoggiata al tabernacolo e proprio per quel rapporto di amore con Dio - "sono come quel cane che corre incontro al padrone perché gli vuol bene", diceva di sé -  sapeva scendere per le strade tra le ragazze che si prostituiscono e parlare loro come fa un padre con una figlia. "Ma se Dio lo riduciamo ad una entità astratta, che non c'entra con la nostra vita, che succede? Senza un tu, senza un Padre davanti che ci inchioda, non possiamo vivere".

gente collegiata fiorenzuola per zuppi

Uno scorcio della chiesa Collegiata di Fiorenzuola gremita per l'incontro con il cardinal Zuppi.

«Non separare spirituale e sociale»

Guai a separare dimensione spirituale e dimensione sociale. Guai a chiudersi nell'orticello del proprio benessere o dietro l'immagine che di noi offriamo tramite gli schermi dei cellulari. C'è un "disco rigido" con il programma giusto istallato dentro ogni uomo ed ogni donna. "È quella intelligenza naturale - ha sorriso il porporato, in chiara antitesi all'intelligenza artificiale - che si chiama amore. La Chiesa, ovvero ciascuno di noi, ha una grande responsabilità: aiutare le persone a trovare davvero Dio, perché capisco chi sono solo quando so per chi vivo. Dio non ci lascia mai soli. Se siamo cristiani, in un mondo di tante persone sole, dobbiamo essere il segno di questa vicinanza. Quando c'è amore, attenzione, la condivisione del pane, di un vestito... cambia tutto”.

«La Chiesa diventa un museo se lascia fuori la vita»

Sollecitato dalle domande di Francesca del gruppo giovani, di Lodovica della scuola dell'infanzia e di Elena del gruppo scout - in rappresentanza delle tre realtà che nel 2025 festeggiano aa Fiorenzuola rispettivamente 500 anni (la Collegiata, ovvero la casa della comunità cristiana) e 100 anni (la scuola materna e la presenza dell'Agesci in parrocchia) - il cardinal Zuppi lascia a tutti l'augurio di saper cantare il proprio Laudato Si', nel segno di San Francesco, che compose il Cantico delle Creature pieno di gratitudine e meraviglia mentre era malato, sofferente, cieco. “Meno io porterà più io, meno cose faranno capire la qualità delle cose, meno consumo accenderà la grandezza della vita", ha concluso, lasciando i «compiti a casa» ai partecipanti alla serata. “Seminiamo”, non fermiamoci a misurare quanto le nostre azioni producono. Chi ama, ama e basta. E se agisci perché ami, allora sì che il mondo cambia. Allora sì - rimarca il cardinal Zuppi - che la Chiesa non è un museo che lascia fuori la vita. “Lo diceva già Benedetto XVI: non riduciamo il Vangelo ad una morale. Gesù non ci ha fatto una lezione: ci ha amato". 

Barbara Sartori

scout e zuppi fiorenzuola

Nella foto sopra, il cardinal Zuppi con il gruppo scout della parrocchia di San Fiorenzo a Fiorenzuola al termine della serata. Nella foto in apertura, durante il suo intervento; al fianco del porporato, la dottoressa Giuliana Masera del consiglio pastorale parrocchiale, che ha condotto l'incontro.

Pubblicato il 16 ottobre 2025

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