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«Gli occhi» di Romano Bertuzzi: un fascino unico

bertuzzi

Meraviglia e suggestione sono i sentimenti trasmessi dalla pala in legno, raffigurante gli occhi, dell'artista piacentino Romano Bertuzzi. L'opera, con uno sguardo intenso e penetrante, è stata presentata, il 21 giugno, nel salone degli affreschi in palazzo Vescovile a Piacenza dinanzi al vescovo mons. Adriano Cevolotto, all'architetto Manuel Ferrari, direttore dell'Ufficio Beni Culturali della diocesi, e al noto critico d'arte Eugenio Gazzola.

Il tempo nel lavoro

Romano Bertuzzi, pittore e scultore piacentino, si caratterizza per una poetica originale e rigorosa: negli anni Novanta ha scelto di opporsi alla civiltà dei consumi e al dominio della tecnologia e di lavorare con lo scopo di preservare la ricchezza di alcuni saperi tradizionali.
L'artista ha realizzato performance nelle quali riflette sul rapporto uomo-natura, su madre e terra che sono concetti chiave della sua poetica. Componente fondamentale di tali opere è il tempo recuperato nella produzione dell'opera in contrapposizione al tempo mancante nell'affannata vita dei nostri giorni.
Questo lavoro di Bertuzzi che raffigura gli occhi, scaturisce dal silenzio e dalla meditazione, durato 4 mesi e mezzo, è un’opera che suscita grandi emozioni ed è frutto di grande raffinatezza.

Guardare e lasciarsi osservare

“Sono profondamente colpito - ha affermato mons. Cevolotto - da questa pala che dà forma, attraverso piccoli segni, ad un pensiero interiore che viene proiettato fuori dall’artista. Se gli occhi sono specchio dell’anima, questo lavoro esprime un modo di guardare e di lasciarsi osservare”.
“Le mie opere nascono dall’attenzione alla natura”: ha sottolineato Bertuzzi, originario della piccola località di Forno di Coli. “Fin da quando ero bambino - ha aggiunto -  l’osservazione delle piccole cose nei boschi come le cortecce, i sassi, il muschio, hanno favorito in me la scoperta delle minute bellezze naturali ed una capacità di ascolto che oggi manca molto. L’opera che ho realizzato - ha proseguito - non nasce quindi da un pensiero particolare, ma da una emozione continua che ho portato avanti in questi mesi di lavoro”.

Gli occhi del bambino della Madonna Sistina

Eugenio Gazzola, critico d’arte, ha messo in evidenza come questi occhi vanno iscritti nei capitoli della storia artistica di Bertuzzi in cui si occupa già di religione come il rosario pregato insieme da alcune donne in cerchio, la celebrazione di San Giuseppe, e ad eventi naturali come l’arrivo della primavera ed i falò. È una espressione d’arte che parte dalla religiosità popolare e mette a fuoco alcuni particolari. In questo caso - ha precisato Gazzola - gli occhi del bambino sono ispirati al celeberrimo dipinto della Madonna Sistina di Raffaello, un’opera su cui molto si è riflettuto anche con l’apporto del libro, di cui sono coautore, “Gloria dell’assente” che ripercorre la straordinaria fortuna del quadro nello «spazio-gioco-tempo» dello spirito europeo degli ultimi secoli”.

L’opera esposta nella Collezione Mazzolini

“Gli occhi di Bertuzzi - ha affermato - Manuel Ferrari, già collocati nei depositi della Collezione Mazzolini di Bobbio, saranno esposti dopo il riallestimento del museo, il prossimo anno. L’opera della stessa dimensione, 265x196 cm., della Madonna Sistina di Raffaello, sarà collocata in una sala apposita, insieme ad altri lavori, dedicata agli artisti locali.
La presentazione della pala di Romano Bertuzzi al Palazzo Vescovile di Piacenza è stata un evento di grande significato ed ha posto in rilevo un’opera artistica caratterizzata da occhi che scrutano l'anima, emozionano e portano avanti un dialogo tra passato e presente.

Riccardo Tonna

Nella foto, da sinistra Eugenio Gazzola, mons. Adriano Cevolotto, Romano Bertuzzi e Manuel Ferrari.

Pubblicato il 22 giugno 2023

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