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Padre Marquez Calle alle Carmelitane: «la vostra, una storia di vite innamorate»

carmelo messa 350 anni di fondazione padre calle

“Aventurar la vida”: è la frase usata da Santa Teresa d’Avila, citata da suor Maria Francesca Eugenia Raguso, priora della comunità monastica del monastero delle Carmelitane Scalze a Piacenza, per introdurre, il 19 marzo, la celebrazione eucaristica nel 350° anniversario di fondazione del monastero. Il rischio dell’avventura che esprime Santa Teresa sottolinea - per la priora - il cammino del monastero del Carmelo che è giunto fino a qui grazie al sostegno della chiesa piacentina e di tutta la città.
Questo evento ha rappresentato un importante traguardo per le sorelle della comunità monastica che dedicano la loro vita alla preghiera e alla contemplazione. Per celebrare questa importante occasione, le carmelitane scalze hanno   invitato il preposito generale dell’ordine dei carmelitani, Padre Miguel Marquez Calle, a presiedere la santa messa nella chiesa in via Spinazzi a Piacenza. La presenza del preposito generale è stata un segno di grande importanza per le monache, poiché rappresenta la loro appartenenza alla grande famiglia carmelitana, che si estende in tutto il mondo.

Un inizio nella povertà e nel silenzio

“Era il lontano 1673 - ha affermato la priora - quando tre sorelle: Anna, Vittoria e Francesca, iniziarono qui a Piacenza l’esperienza della vita carmelitana: un inizio nella povertà e nel silenzio, in una piccola casetta, anche se poi, come è accaduto in ogni fondazione della nostra Santa Teresa, attorno al monastero ha cominciato a radunarsi tanta gente, desiderosa di condividere il cammino con queste donne che si donavano totalmente al Signore nella semplicità della vita fraterna per il bene della chiesa e per il mondo intero. 350 anni sono tanti - ha continuato la suora - e vogliamo ringraziare il Signore per le grandi cose che ha compiuto nelle sorelle che ci hanno preceduto e che ci hanno permesso di essere qui oggi. Desideriamo ringraziare i vescovi che in ogni epoca ci hanno accolto e amato, i sacerdoti che quotidianamente hanno celebrato la santa eucaristia, e tutte le persone che mai hanno lasciato mancare il loro sostegno e la loro amicizia”.

La festa di San Giuseppe

“Papà, papà…”: sono le parole gridate in chiesa da un neonato all’inizio dell’omelia. “Nel giorno di San Giuseppe cominciamo nella maniera giusta, con la parola papà che qui risuona”: ha detto sorridendo Padre Miguel. “Anche Gesù - ha aggiunto - ha imparato a dire papà e cosi chiamava Giuseppe: questa è la migliore riflessione che ci introduce nella festa che stiamo celebrando. Sono molto lieto - ha proseguito il preposito dell’ordine rivolgendosi alle suore - come generale, padre e fratello di abbracciarvi e benedirvi, una avventura, la vostra, che oggi compie 350 anni, una storia di vite innamorate. Vogliamo festeggiare anche con tutte le sorelle in cielo, ricordandole con le parole di papa Francesco: “Un giorno ci renderemo conto che le persone che hanno costruito il mondo e lo hanno messo in piedi non sono apparse sui giornali”.

Continuate a permettere il sogno di Dio

Siete - ha proseguito padre Miguel - come il canto del merlo che fischiava gioioso questa mattina alle quattro e mezzo prima delle lodi, prima dell’alba quando era ancor molto buio, che ci ricorda le donne che andavano al sepolcro la mattina di Pasqua. Siete giovani e vecchie… non so se questo suona molto bene - ha affermato sorridendo il religioso -, ma per evidenziare come il vecchio albero sempre germoglia nuova vita. Siete come il mandorlo in fiore nel giardino che annuncia la primavera”.
Le parole di padre Miguel hanno acceso il cuore delle monache che ha poi incalzato: “Continuate a permettere il sogno di Dio, perché Gesù si incarni ancora oggi, continuate a credere che nulla è impossibile a Dio, con una fedeltà assoluta come quella di San Giuseppe. Come madri e padri possiate portare il mondo nel vostro seno con l’amore e la cura di Giuseppe. Dio vi conforta, vi illumina e dà respiro alle vostre stanchezze per essere come Maria, “Stella Maris”, che da luce al mare incerto della vita”.
Il ringraziamento del preposito generale si è rivolto poi a tutti gli amici del Carmelo che vivono insieme alle suore come in una famiglia. “Giuseppe - ha concluso padre Miguel - insegni a tutti noi di essere padri di vita e a prenderci cura gli uni degli altri”.

Una presenza di spiritualità e di pace a Piacenza

La celebrazione dei 350 anni del monastero delle carmelitane scalze è stata un momento importante anche per Piacenza, il monastero è infatti parte integrante della città da oltre tre secoli, e la sua presenza è stata sempre considerata un segno di spiritualità e di pace. In un mondo sempre più frenetico e materialista, il monastero delle carmelitane scalze è una testimonianza concreta della bellezza e della ricchezza della vita nello spirito. La presenza delle Carmelitane a Piacenza è un dono per tutta la comunità, che dà la possibilità di trarre ispirazione dalla loro vita di preghiera, di sacrificio e di amore.
La celebrazione della santa messa, presieduta dal preposito generale dei carmelitani, è stata l’occasione per ringraziare e lodare il Signore per la perseveranza e la fedeltà delle monache alla loro missione, e per chiedere la benedizione di Dio per il futuro del monastero.

Riccardo Tonna

suore carmelitane san lazzaro piacenza

 Nelle foto, la celebrazione per i 350 anni di fondazione del monastero delle Carmelitane di via Spinazzi; in alto, la messa celebrata da padre Miguel Marquez Calle.

Pubblicato il 20 marzo 2023

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