Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Don Luca Fossati: la comunicazione è cambiata, attrezziamoci in modo adeguato

sabati

Il mondo comunica ormai in modo diverso rispetto a prima. Internet ha abbattuto le distanze, facendoci arrivare dall’altra parte del globo in una frazione di secondo. Anche la Chiesa, per parlare in modo efficace alla gente di oggi, ha bisogno di rinnovare le proprie strategie comunicative. La diocesi di Piacenza-Bobbio, per meglio cogliere questo cambiamento, ha invitato, per il ciclo “I sabati della comunicazione”, don Luca Fossati, sacerdote milanese laureato in Scienze della comunicazione che ha collaborato con Rai e Tv2000 per diverse produzioni di eventi ecclesiali. L’incontro ha abbracciato l’intera mattinata di sabato 6 maggio al Seminario vescovile di via Scalabrini.

Dal broadcast alla targettizzazione

“La comunicazione oggi non è più di massa – ha detto Fossati –, i contenuti visualizzati non sono gli stessi per tutti, ma ognuno vede solo ciò che è in linea con i propri interessi. La Chiesa oggi si rivolge a persone abituate a tutto ciò, e quindi deve fare i conti con le preferenze della propria utenza. Il mio parroco – esemplifica – non stampa più il bollettino parrocchiale, sostituito con la newsletter. Dalle analisi è emerso che il tasso di lettura è alto, e così facendo riesce a raggiungere più persone rispetto a prima”.

I confini sono stati aboliti

“Dall’avvento di Internet, anche la parrocchia è uscita dai propri confini fisici. Sfruttando bene gli strumenti a disposizione si possono intercettare anche persone che appartengono ad altre realtà, altre parrocchie e addirittura altri Paesi. A un corso di formazione organizzato a Milano hanno partecipato, da remoto, preti fidei donum che si trovavano in Africa”. Il rovescio della medaglia, dal punto di vista di una parrocchia, è che “i fedeli adesso ricevono anche le comunicazioni degli altri”. Dunque, “il commento al Vangelo del giorno è inutile, perché il web è pieno di video e testi pressoché uguali”. Un vantaggio della tecnologia moderna è che il gruppo dei mittenti si è ampliato. “Oggi chiunque, da casa propria, può creare uno streaming, una diretta: si sono ridotte le barriere d’ingresso nella comunicazione, i soggetti che trasmettono sono molti di più come numero e come tipologia”.

Brand, identità e passaggi per una buona comunicazione

Come si crea una comunicazione efficace? La prima cosa, per evitare di diffondere messaggi “superficiali” tanto per diffonderli, è “il contenuto, il «cosa si vuole comunicare» – osserva don Luca Fossati –. Per rendere distinguibile il proprio messaggio e i nostri canali nell’oceano comunicativo bisogna rendersi riconoscibili. Occorre darsi delle regole e un’immagine unitaria per trasmettere una comunicazione che faccia percepire comunione e unità. Dunque, non un «copia e incolla» dello stesso contenuto su più supporti, che crea solo confusione. Da come comunichiamo trasmettiamo quello che noi siamo”. I destinatari “vanno scelti accuratamente, e anche gli «attori», ossia quelli che veicolano il messaggio, devono essere coordinati: da quello che risponde al telefono a quello che gestisce il sito web”. Il passaggio successivo è “verificare che il messaggio sia arrivato alla meta, al fine di fare una revisione del progetto. Un errore che spesso si commette è considerare terminata la comunicazione nel momento in cui parte il messaggio”.

Contro chi “lottiamo” nella comunicazione?

Chi comunica sul web ha dei nemici: “i principali sono gli algoritmi delle piattaforme, il click baiting e il faking. Non è detto che un buon contenuto, ben realizzato, sia imparzialmente veicolato sui social, i fattori di disturbo che intervengono sono la sponsorizzazione dei post, il topic top trending, i “twitter files” e le preferenze di piattaforma. Tendenzialmente l’algoritmo propone al soggetto contenuti simili a quelli che in precedenza hanno attirato la sua attenzione. Ma, se riusciamo a ‘domare’ l’algoritmo, possiamo sfruttare alcuni elementi a nostro favore: basta osservare alcuni creators sui social per accorgerci di come abilmente sfruttano alcuni di questi elementi per ottenere facilmente visualizzazioni e like”. Il “click baiting”, spiega Fossati, è “la tecnica con la quale i creators usano immagini, titoli o stratagemmi che attirano l’attenzione dell’utente, anche distratto, e lo portano a vedere (o rivedere) il contenuto aumentando le visualizzazioni. Ne sono un esempio i titoli sensazionalistici che poi rimandano a un contenuto che non ha valore, oppure certi video realizzati in modo che l’utente debba guardarli fino alla fine per scoprire ciò che promettono di dire”. E, infine, il “faking”, la falsificazione. “Oggi si creano facilmente, con l’intelligenza artificiale, immagini finte che sembrano vere – esemplifica Fossati –. Può capitare che nasca un profilo di una parrocchia inesistente o un falso clone di una esistente che può benissimo propagandare eventi o commentare in modo difforme dal reale. Il pericolo sta nel fatto che nessuno va a controllare se quel profilo è reale e se le informazioni sono veritiere”.

Le testimonianze in diocesi

Nel nostro territorio già diverse realtà hanno iniziato a cogliere il progresso tecnologico e a diffondere messaggi in modo differente dal passato. Suor Angiolina Rossini ha portato la testimonianza de “L’Idea”, il giornale della parrocchia di Fiorenzuola d’Arda che vanta cento anni di storia e oggi esce mensilmente come supplemento al settimanale Il Nuovo Giornale. La scuola materna parrocchiale di Fiorenzuola - come raccontato dalla direttrice Maddalena Incerti - invia ogni lunedì sera, da due anni, un podcast via WhatsApp: si tratta di audio di tre minuti in cui varie persone si alternano nel raccontare la “favola della buonanotte” e nel proporre ai genitori riflessioni educative. Oggi il podcast è disponibile anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify.
A Roveleto di Cadeo la parrocchia ha una propria frequenza radio e un sito web, gestito da Fausto Crovini e Stefano Costi: “la creazione dei contenuti nasce dalla volontà di non disperdere ciò che viene fatto durante le varie serate”.
In una delle zone più lontane dal centro diocesi, Bedonia con il suo Seminario, è stato fatto un investimento importante per rendere ottimale la comunicazione web. “Siamo partiti anni fa con i corsi di giornalismo con protagonisti nazionali della stampa e della tv - spiega Michele Filiberti -. Poi sono arrivati i podcast e gli ebook. Durante il lockdown abbiamo provato a trasmettere le messe in diretta streaming, ma la connessione lenta e la strumentazione obsoleta non erano sufficienti per garantire un prodotto di qualità. Perciò, insieme a mons. Lino Ferrari, abbiamo installato un cavo di fibra ottica lungo un chilometro, istituito una cabina di regia - gestita da Roberto - al fine di trasmettere in streaming in modo professionale. È stato un lavoro immenso - osserva Filiberti - ma i risultati sono ottimi”.

Francesco Petronzio

Nella foto, don Luca Fossati ai Saabti della Comunicazione.

Pubblicato l'8 maggio 2023

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente

Il nostro Sito utilizza esclusivamente cookies tecnici e non di tracciamento dell'IP di chi accede. Per saperne di più, clicca qui: Utilizzo Cookies