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Giornalisti a convegno: vivere una comunicazione pienamente umana

giorna 

“L’umanità e la sapienza del cuore sono la strada per vivere in questo nuovo ambiente digitale”: sono le parole di mons. Adriano Cevolotto pronunciate al convegno "Come l'intelligenza artificiale cambia il giornalismo". Il meeting, promosso dall'Ordine dei giornalisti della regione Emilia Romagna in collaborazione con la diocesi di Piacenza-Bobbio, si è svolto, il 3 febbraio, presso il Collegio Alberoni di Piacenza. L'evento, coordinato dal giornalista Matteo Billi, ha visto la partecipazione di alcuni relatori che hanno esplorato le diverse sfaccettature dell'impatto dell'intelligenza artificiale (IA) sul giornalismo, offrendo spunti di riflessione critica e prospettive future per la professione.

IA è solo un assistente

Luigi Rancilio, giornalista e caporedattore del quotidiano "Avvenire", ha aperto il dibattito con un intervento focalizzato su "Come fare meglio i giornalisti usando l’intelligenza artificiale". Rancilio ha sottolineato come l'IA possa essere uno strumento prezioso per migliorare l'accuratezza, la velocità e la personalizzazione dei contenuti giornalistici, sottolineando però che ChatGpt, l’IA comunemente usata, non è un oracolo e nemmeno un mago, ma solo un assistente.

Un'etica professionale

Michele Partipilo, giornalista e già presidente dell'Ordine dei giornalisti della Puglia, ha affrontato il tema della “Deontologia per un’informazione dalla parte dell’uomo all’epoca dell’intelligenza artificiale". Partipilo ha evidenziato che molti articoli scritti solo con l’IA generativa mettono a rischio la qualità e aumentano la disinformazione. Inoltre - per Partipilo - la cieca fiducia nelle capacità dell’IA, inficia l’attività critica dei giornalisti, ed ha sottolineato la necessità di un'etica professionale che guidi l'uso delle nuove tecnologie per garantire un'informazione equa e rispettosa della dignità umana.

Cambiamento d’epoca

Marco Tarquinio, editorialista del quotidiano "Avvenire", ha posto interrogativi cruciali sul futuro del giornalismo nell'era dell'IA con il suo contributo "Dove va il giornalismo con l’avvento dell’intelligenza artificiale?". Tarquinio ha evidenziato il cambiamento d’epoca che stiamo vivendo in questo periodo di “Antropocene”, in cui la Terra è massicciamente segnata dalla attività umana. Ha riflettuto su come l'intelligenza artificiale stia trasformando radicalmente il modo di produrre e consumare le notizie, invitando i giornalisti a considerare come sfruttare al meglio queste tecnologie senza perdere di vista la missione informativa, sociale ed etica del giornalismo.

Stare nell’IA con sapienza

L'intervento del vescovo mons. Adriano Cevolotto, "Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana", ha aggiunto una prospettiva morale e spirituale al dibattito, collegandosi al messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Nell’intelligenza artificiale - ha affermato il Vescovo - siamo immersi già da diversi anni. Si tratta non di demonizzare, ma di starci dentro con la sapienza del cuore come dice papa Francesco”.

Parlare con il cuore

Mons. Cevolotto ha poi ricordato due espressioni che lo hanno fatto riflettere in questi giorni. Una è quella di un portavoce dei sequestrati israeliani che ha detto: “Dobbiamo metterci dalla parte della differenza dell'altro”. E l’altra di Stefania Guerra Lisi, artista, formatrice, esperta della riabilitazione di disabili, che ha affermato: “L’intelligenza artificiale non ha un corpo”. Sono due frasi evocative - per il Vescovo - che si collegano al messaggio di papa Francesco in cui si sottolinea l’importanza di parlare con il cuore.
Infatti ogni relazione che dimentica il vissuto dell’altro - per mons. Cevolotto - è un approccio mutilato, limitato. Inoltre l’andare corpo a corpo, sentire, toccare da vicino è fondamentale per trasmettere la vera notizia. “Bisogna avere - sintetizziamo le parole del Vescovo - un cuore aperto, docile in ascolto, ed è necessario chiedere la sapienza che è un dono dello Spirito Santo, qualcosa di imponderabile, che appartiene ad una realtà che ci supera, che ci offre uno sguardo dall’alto per cogliere la complessità delle cose. La sapienza, inserita nell’intelligenza artificiale, fa quindi acquisire competenze con la dimensione etica per vivere una comunicazione pienamente umana”.
Il convegno, con la presenza di giornalisti da ogni parte d’Italia, ha rappresentato un'occasione unica di dialogo e confronto su un tema di grande attualità, evidenziando come l'intelligenza artificiale stia già influenzando il mondo del giornalismo e quali sfide e opportunità questo comporti per i professionisti del settore.

Riccardo Tonna

Nella foto, da sinistra, mons. Adriano cevolotto, Matteo Billi e Marco Tarquinio.

Pubblicato il 4 febbraio 2024

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