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Sabato 10 messa in ricordo di don Borea

borea

E’ il 9 febbraio 1945. Dalle carceri di Piacenza un giovane sacerdote viene prelevato e condotto nel recinto del cimitero urbano. Il plotone di esecuzione della Repubblica sociale punta il mitra contro di lui, che stringe al petto il crocifisso e cade martire, benedicendo i suoi carnefici. Accade tutto in fretta, nel silenzio.  Quel sacerdote si chiama don Giuseppe Borea e non ha ancora compiuto trentacinque anni.
In ricordo del suo martirio sabato 10 febbrario alle ore 9.30 verrà celebrata  la messa nella chiesa di Santa Maria del Suffragio a Piacenza presieduta da don Davide Maloberti. A seguire, nella cappella funeraria del Pio Ritiro Cerati, presso il cimitero, si terrà un momento di preghiera e verrà deposta una corona d’alloro.

79 anni fa il martirio per mano dei nazifascisti. Il ricordo a Gropparello

A 79 anni dal martirio, avvenuto nel 1945 per mano dei nazifascisti di Salò, domenica 4 febbraio è stato ricordato a Gropparello don Giuseppe Borea. Alla messa, celebrata dal parroco don Lodovico Groppi nella chiesa di Santa Maria Assunta, hanno partecipato delegazioni dell’Associazione nazionale partigiani cristiani (Anpc), dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) oltre ai consiglieri di Gropparello, Gloria Sartori, e di Piacenza, Salvatore Scafuto, in rappresentanza del proprio Comune. Il 9 febbraio 1945, quando mancavano poco più di due mesi alla fine della guerra, don Giuseppe Borea venne prelevato dal carcere di Piacenza e condotto nel recinto del cimitero urbano per essere fucilato dal plotone d’esecuzione della Repubblica sociale italiana.

gropparello


Benedisse i suoi carnefici prima di essere fucilato

Quel giorno accadde tutto di fretta e in silenzio. Prima di morire, don Giuseppe Borea, 35 anni ancora da compiere, stringeva al petto il crocifisso, benedicendo i suoi carnefici. La condanna a morte era scritta da tempo e a niente servì il lavoro concitato di chi fino all’ultimo ha tentato di sventare il peggio. Chi predicava il vangelo e la pacificazione è stato ucciso, come sul Gòlgota, da soldati imbestialiti. Quel sacerdote, don Giuseppe Borea, aveva un viso da bambino, l’aria timida e una grande bontà d’animo. Era parroco di Obolo, frazione del comune di Gropparello, e da oltre un anno anche cappellano della Divisione partigiana Valdarda. La sua storia personale si intreccia con i fatti della Resistenza in Italia al regime nazifascista e con le tante storie di uomini che proprio lui confessava, confortava e assisteva nell’ora della prova.

Francesco Petronzio

Nelle foto, in alto, don Giuseppe Borea; sopra, la commemorazione del suo martirio svoltasi nella chiesa di Gropparello.

Pubblicato il 7 febbraio 2024

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