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«L'ultimo albero», mostra-evento nel segno della Laudato Si'

Nata anche da una riflessione sull’enciclica di Papa Francesco la rassegna sulla natura inaugurata sabato 26 ottobre alla Galleria Alberoni

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Un ricco calendario di appuntamenti (esposizioni, concerti, conferenze, visite guidate, laboratori, e tanto altro), tra città e provincia, che coinvolgeranno i visitatori in un percorso artistico e culturale sul tema dell’attenzione all’ambiente.
“L’Ultimo Albero”, inaugurato nel pomeriggio di sabato 26 ottobre presso la Galleria Alberoni, è un vero e proprio festival che si propone di stimolare riflessioni su natura, cambiamenti climatici e responsabilità dell’uomo.
Tematiche estremamente attuali, al centro anche del recente sinodo sull’Amazzonia e dell’ultima enciclica di Papa Francesco sulla cura della “casa comune”, che infatti ha offerto vari spunti di approfondimento all’interno della mostra-evento piacentina ed è stata citata in diversi interventi durante l’inaugurazione di sabato.
“Nel Laudato Si’ c’è una denuncia molto forte riguardo l’incapacità dell’uomo di salvaguardare il creato, ampio – ha spiegato Padre Nicola Albanesi, superiore del Collegio Alberoni. “Secondo Papa Francesco, questa incapacità è dovuta a un degrado morale più ampio. Infatti, quando l’uomo rompe il legame con Dio, si ritrova a non essere più in grado di salvaguardare sé stesso, gli altri e l’ambiente; tuttavia, attraverso il ritorno alla semplicità, l’uomo può tornare ad avere un rapporto armonico con la realtà altra da sé”.

Padre Erminio Antonello, visitatore dei Missionari vincenziani in Italia e per anni superiore del Collegio Alberoni di Piacenza, ha posto l’accento sui tanti giovani che in varie parti del mondo si stanno mobilitando per richiamare l’attenzione sulle condizioni della Terra. ”Ben vengano queste manifestazioni,ma sta poi agli adulti intervenire e fare qualcosa di concreto”.

Infine l’artista Romano Bertuzzi ha parlato della sua iconica opera che accoglie i visitatori nella Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni: una pianta di oltre sette metri caduta sulle colline piacentine che l’artista ha raccolto e dipinto di bianco.
Quell’Ultimo albero, che ha ispirato il titolo della rassegna, “rappresenta la crisi ambientale causata dalle scelte sconsiderate dell’uomo. Il tronco e i rami completamente algidi – ha spiegato l’artista – rappresentano la parte più intima del mio lavoro, svelandone l’anima e il senso profondo”.

Anch’esso bianco, il grande nido che si scorge sulla sommità dell’albero “rappresenta la nostra «casa comune» ed è uno spunto di riflessione sull’importanza di salvaguardarla”, ha ricordato il curatore della mostra Carlo Francou.

Oltre all’Ultimo albero, la Sala degli Arazzi ospita anche le cortecce di Bertuzzi, disegni a matita e pastello estremamente particolareggiati, e l’antica e mai esposta collezione di fogli lignei raccolti nel XVIII secolo dal botanico Fra Zaccaria. L’esposizione è visitabile fino all’8 dicembre.

La giornata inaugurale della mostra si è conclusa con un concerto della Monferrato Classic Orchestra, formata da cinquanta giovani talenti provenienti da tutto il mondo e diretta da Markus Popp, che ha proposto partiture di Beethoven e Dvorák.

Laura Parmeggiani

Pubblicato il 30 ottobre 2019

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