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Carcere, Buffa il 6 novembre a Palazzo Galli

buffa libro

Nel dipinto “La ronda dei carcerati” Van Gogh rappresenta i detenuti che girano in tondo in un cortile angusto, sotto l’osservanza austera di tre funzionari carcerari. Il loro girare a vuoto a testa china è senza senso e senza tempo.

Quand’era direttore di carcere, Pietro Buffa teneva appeso alla sua parete questo quadro come monito di ciò che il carcere non dovrebbe mai essere e come invito a ricercare le piccole e grandi cose quotidiane che possono rendere più umana la vita dei detenuti. Ha raccontato la sua esperienza nel libro “La galera ha i confini dei vostri cervelli” (edizioni Itaca): ne parlerà a Piacenza mercoledì 6 novembre alle ore 18 a Palazzo Galli della Banca di Piacenza, invitato dall’associazione “Verso Itaca Onlus”. Dialogherà con lui Brunello Buonocore.
Nato nel 1959, Buffa dopo la laurea in Scienze Politiche inizia nel 1993 la carriera nell’Amministrazione penitenziaria come vicedirettore con in tasca una specializzazione in criminologia clinica. Pochi mesi dopo assume la direzione del carcere di Asti e in seguito di quelli di Alessandria, Saluzzo e Torino. Nel 2012 diviene direttore del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e poi del Triveneto. Attualmente è direttore generale del personale e delle risorse presso il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria in Roma.
Il titolo “La galera ha i confini dei vostri cervelli” trae origine da una frase contenuta nella lettera di un detenuto psicotico. È un’espressione emblematica del contenuto del libro, poiché rimanda alla possibilità di un cambiamento facendo appello alla responsabilità e all’umanità di ogni persona. Quel cambiamento che Buffa ha sempre cercato di mettere in atto, da direttore, per rendere più umana la vita di coloro che popolano il carcere, siano essi detenuti, agenti penitenziari, operatori sociali o volontari. In questo volume raccoglie storie che ci raccontano percorsi umani tortuosi e complicati, ma anche significativi spaccati di umanità e solidarietà fra le quattro mura della prigione, con un filo rosso che lega l’intera opera: l’esigenza di contribuire a migliorare la realtà carceraria.

Pubblicato il 31 ottobre 2019.

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