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Una fede che si offre alla libera risposta umana

abbracciocroce

Le Scritture raccontano la carcerazione di Paolo e Sila; poi d’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione, subito si aprirono le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”.
Ciò che in noi provoca il bene, come conseguenza viene elargito attorno a noi.
Il bene che ci abita e la sua forza diventano il senso e l'origine del bene che possiamo portare agli altri.
Gesù risorto ci viene a dire la stessa cosa: tutto ciò che era male, è stato vinto.
Lo Spirito rafforza i cuori, rende evidenti le ragioni del credere, dà il coraggio di opporsi.
Questo è il primo miracolo, per tutte le volte che ci incolpiamo di azioni fatte e non fatte, di mancanze e peccati compiuti che portiamo dentro di noi con sensi di colpa molto grandi.
Certo che bisogna espiare i nostri peccati a Dio, non per essere peccatori ed essere incolpati, ma per essere liberati dal male che ci abita. Certo che non è facile. Non è facile credere, essere testimoni, essere credibili, essere discepoli sul serio.

C'è qualcuno che ha dato la vita per noi e per cui noi siamo importanti, che ci ricorda il nostro valore e ci invita ad avere cura di noi stessi.
Prima che altri compiano il male su di noi e la realtà ci sopprima, qualcun altro che si chiama Gesù Cristo ha speso tutto per mettersi dalla nostra parte.
Credere che siamo importanti per Dio ci restituisce la resurrezione.
Le piaghe infette di persecuzione diventano un luogo in cui l'altro manifesta carità, un luogo di luce e quello che è successo a Gesù succede anche a Paolo, che porta i segni della persecuzione, del male su di sé, che diventano modalità di comunione e conversione. Lo Spirito ci sostiene nella lotta contro le tenebre che ci circondano, spalanca il nostro sguardo interiore e ci permette di vedere Cristo.
È possibile vincere il male con il bene e quando c'è Gesù, anche una prigione può diventare un altare che infiamma del suo amore o una mensa cui tutti noi possiamo accostarci perché siamo amati.
La conversione è un cammino lungo ma la tavola è pronta, Gesù Cristo è lì.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 19 maggio 2020, Atti degli Apostoli 16, 22-34

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 5 giugno 2020

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