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Per la prima volta un’evangelica alla guida del Sae

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C’è aria di nuovo nel SAE (Segretariato Attività Ecumeniche). È quanto è stato percepito da chi dal 24 al 30 luglio ha partecipato alla 58a Sessione di formazione ecumenica ad Assisi. L’associazione che da quasi 60 anni promuove in Italia il dialogo tra i cristiani delle diverse confessioni ha infatti manifestato nella tradizionale sessione estiva alcuni elementi di novità significativi.

La nuova presidente

Innanzitutto è stato un elemento di assoluta novità la presidenza: per la prima volta in tanti anni di vita a presiedere l’associazione (e quindi la sessione) c’era un’evangelica: Erica Sfredda, valdese, predicatrice laica ad Ivrea. Il SAE è un’associazione laica ed interconfessionale (così l’ha voluta la fondatrice, Maria Vingiani, cattolica doc, amica di papa Roncalli), ma dalla sua fondazione la presidenza è sempre stata appannaggio dei cattolici (uomini e donne). Nelle elezioni dell’ottobre scorso è invece stata eletta una protestante. Segno di una maggiore apertura, di una raggiunta maturità?
Sulla scia di questa situazione non è passata inosservata a chi frequenta la Sessione da parecchi anni una maggiore presenza di protestanti (metodisti, valdesi, battisti, avventisti) sia come corsisti ma soprattutto come predicatori, relatori, animatori; soprattutto di pastore (Lidia Maggi battista, Ilenya Goss e Letizia Tomassone valdesi, Ulrike Jourdan metodista). Naturalmente la incrementata presenza protestante si è ripercossa su altre espressioni della sessione, soprattutto sulla preghiera del mattino e sulle liturgie “ecumeniche”, anche perché la direzione del Gruppo Animazione Preghiera e Liturgia era stata affidata a Michel Charbonnier, pastore valdese di Torre Pellice.


Molti i giovani presenti all’incontro di Assisi

Un altro elemento di novità è stata la presenza dei giovani, significativa non solo per l’aspetto numerico ma anche perché in molte situazioni i giovani (maschi e femmine) sono stati dei veri protagonisti: relatori di una provocatoria tavola rotonda dal titolo “Fede: tesoro per i giovani?” (Emanuele De Bettini, valdese, membro del Consiglio della FGEI, Emanuela Gitto, vicepresidente nazionale dei Giovani di Azione Cattolica e David Morselli, ebreo, vicepresidente dell’Amicizia Ebraico-Cristiana Giovani), coordinatori e relatori di alcuni laboratori.

Il tema della Sessione di formazione

A dire il vero la novità più importante è stato il tema della Sessione. L’assemblea soci SAE a suo tempo aveva stabilito di approfondire in questa sessione il tema introdotto lo scorso anno: “Le parole della fede nel succedersi delle generazioni”. La nuova presidente e il nuovo CE (Comitato Esecutivo), nel desiderio di offrire degli spunti di riflessione sui problemi attuali, senza dubbio gravi ed impellenti, hanno messo tra parentesi il tema della trasmissione delle parole della fede (Attenzione! Si trasmettono le parole della fede, non la fede che è dono dello Spirito!) per introdurre il tema “In tempi oscuri osare la speranza”. E la speranza è stato il vero tema della sessione: nelle relazioni, nei laboratori, nella preghiera.

Il Comitato esecutivo del Sae

A questo punto ci si potrebbe chiedere: ma tutte queste novità non hanno stravolto il collaudato andamento dell’esperienza ecumenica delle sessioni del SAE? Assolutamente no. Infatti, la presidente è evangelica, ma il Comitato Esecutivo è costituito da quattro membri tutti cattolici: Simone Morandini, Donatella Saroglia e Livia Gavarini (questa purtroppo assente a causa del Covid), ex giovani del SAE di Maria Vingiani con cui hanno condiviso per decenni l’esperienza dell’associazione, e Francesca Del Corso, socia di più recente data, che ha realizzato con il marito evangelico l’ampio supporto telematico della sessione. Inoltre non sono mancati relatrici e relatori cattolici di chiara fama come Brunetto Salvarani e il monaco camaldolese Matteo Ferrari o le teologhe Serena Noceti e Cettina Militello. E poi, forse per la prima volta alla Sessione, hanno avuto un ruolo importante due vescovi: mons. Roberto Filippini, vescovo di Pescia, correlatore con l’evangelico Paolo Naso sul tema “Testimoniare la speranza”, e mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, responsabile nella CEI del dialogo ecumenico ed interreligioso, che ha presieduto in modo coinvolgente una splendida liturgia eucaristica e che ha partecipato a quasi tutta l’esperienza della sessione. In tempi oscuri come quelli che stiamo vivendo, in cui la guerra tra Russia e Ucraina ha reso difficile il dialogo con le chiese ortodosse, non è mancata la presenza ortodossa nella liturgia, nelle relazioni, nei laboratori, per lo più rumena (Traian Valdman, Ionut Radu, Stefan Andronache), ma anche russa (Vladimir Zelinsky), purtroppo limitata solo ai pastori per l’assenza dei laici.
Non va dimenticata infine la significativa presenza ebrea, fondamentale per il SAE. “A partire dal dialogo ebraico-cristiano”: così ha inteso l’ecumenismo Maria Vingiani nel dar vita alla sua associazione. Uno dei momenti più suggestivi della Sessione è stato proprio l’ “Ingresso nello Shabbat”.

I piacentini presenti

Tra le novità della 58a Sessione di formazione ecumenica del SAE possiamo annoverare anche la presenza di ben nove piacentini: padre Giuseppe Testa, le socie Graziella Callegari, Lucia Rocchi, Vanda Ronchetti e Cristina Vaghini, il prof. Alberto Gromi, Laura Bernardi e le due persone a cui il SAE locale ha donato come borsa di studio l’opportunità di vivere questa esperienza: il seminarista Paolo Gasparini e Luigi Verdesca, catechista e insegnante di religione. In questo modo il SAE di Piacenza vuole “osare la speranza” di trasmettere ad altri la passione per l’unità della Chiesa, l’ideale per cui da più di cinquant’anni vive ed opera nella nostra realtà ecclesiale.

                                                                                                                     Lucia Rocchi


Nella foto, una celebrazione alla Sessione di formazione ecumenica con il Sae ad Assisi. Fra i concelebranti, è presente anche padre Giuseppe Testa.

Pubblicato il 12 agosto 2022

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