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Padre Curotti ha festeggiato i suoi 85 anni

padre


Celebrazione il 1° gennaio a Valconasso con lo scalabriniano piacentino padre Sandro Curotti. Il religioso ha festeggiato con i parrocchiani il suo 85° compleanno (il giorno esatto è il 27 dicembre).
Ma qual è il percorso di vita di padre Sandro?

Nel 1946, tornato nella sua Piacenza da Gragnanino, dove si era rifugiato durante la guerra, Sandro Curotti frequentava il catechismo in Duomo con gli studenti scalabriniani. “Un padre veneto, don Mario Bordignon, aveva convinto mio fratello Giordano a partire come missionario. Allora, nel giugno 1949, venne a casa mia, in via XX Settembre, per proporlo ai miei genitori. Mio padre, che lavorava nel commercio del carbone e della legna, voleva che il primogenito continuasse la tradizione di famiglia. E allora mi offrii io, che avevo dodici anni. Mi affascinava quel mondo, avendo letto alcune storie di missionari in giro per il mondo”.

I primi passi
“Il 6 ottobre di quell’anno partii per Bassano del Grappa, dove frequentai le scuole medie. Poi il ginnasio a Rezzato di Brescia, il liceo a Cermenate di Como e il seminario a Crespano del Grappa, dove feci la mia prima professione religiosa nel 1958, poi rinnovata tre anni più tardi a Piacenza. Il 14 marzo 1964 fui ordinato sacerdote a Rezzato”.

La prima destinazione: Solothurn
“Ricevetti subito la prima destinazione, ma padre Sisto Caccia, che era promotore vocazionale nella zona di Bergamo, Brescia e Cremona, voleva che lo aiutassi, e quindi rimasi a Rezzato fino al 22 novembre, quando finalmente partii per Solothurn, in Svizzera. La missione aveva un raggio di ben 40 km, in cui esistevano quattro centri: Solothurn, Grenchen, Balsthal e Gerlafingen. Molti giovani italiani, soprattutto dal Sud, erano emigrati lì in cerca di lavoro. Terminate le scuole professionali in Italia, essi si impiegavano nel settore tessile e nella costruzione delle strade. Il venerdì, verso le tre del pomeriggio, molti di loro finivano di lavorare e tornavano nelle baracche, organizzate in agglomerati. Noi partivamo con un Maggiolino carico di attrezzature da film e andavamo da loro. Si diceva la messa e poi si proiettava il film, durante il quale li aiutavamo a gestire pratiche burocratiche. Spesso mi capitò di scrivere lettere per conto di giovani analfabeti alle loro fidanzate”.

In Germania e di nuovo in Svizzera
“Nel ‘71 fui trasferito a Wuppertal, in Germania. Era un altro ambiente. Mentre in Svizzera l’impiego era più selettivo e qualificato, lo Stato tedesco non richiedeva particolari requisiti. C’era diffidenza nei confronti degli italiani. Una volta un bambino fu accusato di aver ucciso un uccello, e la polizia voleva rispedire in Italia tutta la famiglia. Ricordo che «lottai» con la polizia per evitarlo. Gli emigranti, perlopiù siciliani, lavoravano come muratori o come operai. Avevamo una scuola serale, dove questi potevano conseguire un titolo per partecipare ai concorsi. A Basilea, dal ’76 all’82, celebravamo ogni anno circa 300 battesimi. C’erano 30mila italiani”.

Rientro temporaneo in Italia
“Dal 1982 al 1985 sono stato Superiore provinciale scalabriniano per le missioni in Svizzera e in Germania, poi per due anni responsabile della missione italiana a Berna. Nel 1987 padre Sisto, divenuto Superiore generale, mi convinse a tornare in Italia per guidare un gruppo di giovani sacerdoti alla Pontificia Università Urbaniana di Roma. L’anno dopo divenni responsabile al seminario di Carmiano, nei pressi di Lecce. In quegli anni il vescovo Minerva convinse la famiglia nobile Miglietta a fare un lascito, per cui dodici ettari di terreno furono destinati alla costruzione della Basilica di San Domenico Savio, un oratorio, una scuola professionale e un ginnasio, di cui ero rettore”.

Le ultime missioni a Renens e Stoccarda
“Nel 1989 rientrai in Svizzera, a Renens, vicino Losanna, dove rimasi per otto anni. Dal 1997 al 2003 a Ginevra ero il responsabile della missione: la presenza di organismi internazionali e del CERN aveva attratto ben quarantamila italiani. A Ginevra gli scalabriniani affiancano la comunità italiana dal 1939, quando subentrarono ai bonomelliani. Dal 2003 al 2006 fui richiamato a Renens, poi di nuovo a Basilea per altri sei anni. Nel 2012, finito il mio mandato, passai un anno sabbatico a Copertino, in Puglia, poi partii per Stoccarda. Il 4 novembre 2017 rientrai a Piacenza”.


F. P.


Nella foto, padre Curotti in occasione dei festeggiamenti per il compleanno a Valconasso.

Pubblicato il 3 gennaio 2023

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