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I poveri di spirito
credono in Lui

Dal Vangelo secondo Marco (11,1-10)
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània,
presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli
e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito,
entrando in esso, troverete un puledro legato,
sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui.
E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”,
rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta,
fuori sulla strada, e lo slegarono.
Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?».
Ed essi risposero loro

come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli
ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli
sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi.
Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli
ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli
sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi.
Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

La nostra vita e la Parola
vg21ma24Un re umile. Con la Domenica delle Palme la Chiesa entra nella “Settimana Santa” in cui celebra il mistero centrale della propria fede: la passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. In questo giorno, la Chiesa unisce insieme il trionfo regale di Cristo accolto a Gerusalemme (anticipo del giorno della risurrezione) e l'annuncio della sua passione.
Il gesto stesso di Gesù, il suo ingresso a Gerusalemme a dorso di un asino preso in prestito sul quale nessuno era mai salito, aiuta a comprendere ciò che sta compiendosi. Recita il salmo 19: “Chi si vanta dei carri e dei cavalli, noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio. Quelli si piegano e cadono, ma noi restiamo in piedi e siamo saldi”. La forza con cui Cristo opera non si fonda sulle potenze violente e menzognere di questo mondo, sull’orgoglio dell’uomo che si fa dio: proprio perché è l’umile e l’indifeso che si affida a Dio suo Padre per rivelarne il volto, si presenta come colui che viene a regnare. L’asino, cavalcatura umile e regale, è ciò di cui il Signore ha bisogno per rivelare la sua identità e la sua missione.
Colui che viene nel nome del Signore. Anche l’uso testimoniato dai Vangeli di sventolare rami di piante fa parte del rito ebraico della festa delle Capanne: i fedeli giravano attorno all’altare portando rami di palme, mirti e salici. I discepoli ricordano i prodigi che hanno veduto seguendo Gesù e lo acclamano così come il Messia atteso. Sono i poveri di spirito che hanno creduto in Lui. Sono coloro che l’hanno accolto, che hanno visto in Gesù il Giusto e non si sono difesi davanti a Lui, non avendo un loro potere da proteggere; hanno riconosciuto il bisogno che avevano di essere salvati, per questo l’hanno riconosciuto. Sono i piccoli che da allora non smettono di gridare la loro gioia per aver incontrato l’unico che ha accettato di salire su quell’asino che nessuno ha mai voluto cavalcare: l’unico che ha adempiuto fino in fondo la missione affidatagli dal Padre, di portare su di sé il peccato e la morte per vincerli con la forza della docilità e del perdono.
Don Andrea Campisi

Pubblicato il 21 marzo 2024

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