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Ascoltare Dio
per vivere

Dal Vangelo secondo Luca (1,1-4; 4,14-21)
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi,
come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono

testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola,
così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi,

e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo,
in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. I
nsegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato,
entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura
che voi avete ascoltato».
La nostra vita e la Parola
24 vgLa potenza dello Spirito. Nella III domenica del tempo ordinario che Papa Francesco, nel 2019, ha indicato come la domenica da dedicare alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio, ascoltiamo la proclamazione del brano evangelico che narra della celebrazione sinagogale di Gesù a Nazareth, il paese dove era cresciuto. Sottolinea il Vangelo che Gesù tornò in Galilea “con la potenza dello Spirito”.
È lo Spirito che era disceso su di lui sulle rive del Giordano. Pieno di quello Spirito, pieno cioè della vita di comunione con il Padre, era poi andato nel deserto, guidato dallo stesso Spirito. Ora, pieno di quella vita, torna nella regione dove era stato allevato, nutrito, dice letteralmente il testo di Luca. Ma è evidente che in questo uomo adulto che si è nutrito di ciò che ha sempre alimentato tutto il suo popolo, comincia a manifestarsi qualcosa di nuovo, che ha le sue radici nella storia di Israele, ma che segna anche una profonda discontinuità. La sua fama si diffonde in tutta la regione.
Il suo è un insegnamento diverso da quello degli scribi: insegnava, ci dicono gli altri evangelisti, come uno che aveva autorità. Gli scribi insegnavano dicendo quello che bisognava fare per obbedire alla legge di Dio. Ma Gesù, essendo pieno dello Spirito, quello che dice lo fa passare all’altro come vita. Chi lo incontra partecipa alla sua stessa vita. Non è un insegnamento quello di Gesù che richiede all’uomo la fatica di compiere un precetto per meritarsi un qualche premio, ma è un avvenimento in cui vengo coinvolto. È per questo che l’evangelista Luca, nel prologo che questa domenica ascoltiamo, ha fatto ricerche accurate sugli “avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi”.
Oggi si è compiuta la Parola. Per questo, dopo aver proclamato la lettura della profezia di Isaia, Gesù può affermare, ed è l’unico a poterlo fare: “oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Quell’“oggi” è davvero molto forte. È finito il tempo dell’attesa, il tempo delle promesse e quindi anche il tempo di tutte le fantasie ed immaginazioni sul Messia che doveva venire. Ora bisogna confrontarsi con una persona in carne ed ossa, che parla, si muove, va a casa di uno e dell’altro, che agisce, che dà risposte scomode alle domande, che scompagina le cose che sembravano immutabili e certe. Ed infatti sappiamo bene come i suoi familiari e compaesani prima, e poi gli scribi e i farisei, con gli anziani e i sacerdoti, reagirono a quegli avvenimenti. Maria aveva accolto la parola e lo Spirito che la accompagnava, ma nell’uomo c’è una resistenza, un rifiuto ad accogliere la novità di Dio che è il suo Figlio. Le riflessioni sono belle, le speculazioni interessanti, ma tra di esse, nelle loro pieghe, si nascondono spesso le giustificazioni e le resistenze e il tentativo di rimanere aggrappati alla propria mentalità. Gesù è una persona: o la sia accoglie o la si rifiuta.

Don Andrea Campisi

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