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Il Vescovo agli Operatori sanitari: la centralità della persona al primo posto

 santita


L'incontro svoltosi, il 1° aprile, nel palazzo vescovile di Piacenza, è stato un momento di grande importanza per il Cammino sinodale diocesano. Gli operatori e i volontari dei servizi rivolti ad anziani e disabili si sono riuniti per condividere le loro esperienze e per discutere di come migliorare il lavoro svolto in questa significativa area di servizio alla comunità.
La presenza del Vescovo e dell'équipe della pastorale della Salute diocesana ha conferito al meeting una grande attenzione alla delicatezza delle tematiche affrontate. Infatti, il lavoro svolto dai servizi rivolti ad anziani e disabili richiede una particolare sensibilità e competenza, affinché si possa garantire il benessere e la dignità di queste persone.

Chiesa e assistenza
“Bisogna tenere desto in noi - ha sottolineato mons. Adriano Cevolotto - la centralità della persona, anche di chi è soggetto a disabilità, non come qualcosa di teorico, ma effettivo, e pensare che ognuno è coinvolto in questo cammino”. Inoltre è necessario - per il Vescovo - fare dei percorsi di formazione per i catechisti che hanno dei ragazzi disabili: “La Chiesa deve incarnarsi, muoversi, uscire da schemi precostituiti. Speriamo, ora che abbiamo attivato i motori, di avere sufficiente benzina per continuare”.
L'incontro, organizzato con grande cura, con la partecipazione di molti che lavorano nei Servizi e dei volontari che li supportano, si è imperniato su alcune domande a partire dalle quali si sviluppato l’ascolto nei singoli tavoli.
- Chiesa e assistenza hanno sempre vissuto in passato un intreccio fecondo e reciprocamente arricchente. Oggi quali problemi, quali sfide e quali priorità vive il mondo della cura rivolto a persone di diverse età e problemi nel nostro territorio?
- Guardando a queste sfide, quali domande vorresti rivolgere alla Chiesa nel tuo ruolo di responsabile di servizi, di medico, infermiere, operatore socio-sanitario, educatore, fisioterapista, volontario? Come rendere più umano il percorso di chi ha bisogno di cure e quali spazi di collaborazione si possono creare tra servizi, operatori e Chiesa?

Sostenere le fragilità
È stato un ottimo momento di confronto e di scambio di idee, in cui i partecipanti hanno avuto la possibilità di condividere le loro esperienze e di porre domande al Vescovo e all'equipe della pastorale della Salute diocesana.
L'obiettivo principale dell'incontro è stato quello di fare il punto sulla situazione attuale dei servizi rivolti ad anziani e disabili, analizzando le difficoltà e le criticità incontrate nel lavoro quotidiano. In questo modo, si è potuto individuare quali sono le aree che necessitano di maggiore attenzione e di maggiori investimenti, in modo da migliorare la qualità dell'assistenza offerta alle persone anziane e disabili.
Durante l'incontro, sono stati affrontati anche temi molto delicati, come la solitudine, l'isolamento, la fragilità di queste persone, e la necessità di garantire loro un'assistenza adeguata. Sono stati discussi anche i problemi legati all'accessibilità dei servizi e alle difficoltà incontrate dai volontari che lavorano in questo settore.

Mettere al centro la cura
Anche Itala Orlando, responsabile del servizio di Pastorale della salute della Diocesi di Piacenza Bobbio, ha evidenziato l’importanza della centralità persona al di là delle etichette legate alla disabilità o all’anzianità.
“È fondamentale - ha aggiunto Itala - far emergere la persona al centro del suo contesto sociale, familiare e anche ecclesiale, per cui bisogna smettere di attivare percorsi che vogliono infantilizzare chi ha delle fragilità, mentre queste persone hanno delle ricchezze e possono dare un contributo importante a tutto il resto del mondo che li circonda. Ciò significa - per Orlando - abituarsi a mettere al centro la cura, e innescare dei processi virtuosi comunitari, perché nella cura devono starci dentro le persone con le loro ricchezze e le loro diversità. Il tema della cura inoltre non deve essere visto come qualcosa di difficile e faticoso”.
È emersa poi una osservazione sugli stili che la chiesa ha nei confronti delle persone con fragilità perché spesso vengono tenute ai margini, oppure vengono considerate individui che danno “fastidio”. Sono stati evidenziati quindi dei percorsi di catechesi e di partecipazione alla messa, alla vita degli oratori per disabili e altri da fare insieme. “Dobbiamo vivere insieme - ha sottolineato la Responsabile della pastorale della salute - non possiamo pensare di ghettizzare queste persone come a volte accade anche nelle stesse associazioni. Siamo parte di una comunità che si integra, aperta a vedere il bello negli altri, altrimenti tutto quello che diciamo come cristiani non ha senso se non siamo, noi per primi, attenti al prossimo”.

Disabili e anziani non un peso ma una ricchezza
“È necessario confrontarsi, parlarsi, condividere esperienze, perché sono tante le persone, a diverso titolo, operatori, volontari che condividono la realtà educativa assistenziale”: sono le parole di Paolo Pantrini, educatore Assofa odv.
“Avendo esperienze simili in contesti diversi - ha aggiunto - il bisogno è quello di ricreare un tessuto unitario, un ambiente che ci faccia parlare insieme e creare comunità per i beneficiari dei nostri interventi. Perché, nonostante le loro fatiche e le loro problematiche, non siano ghettizzati e possano vivere come persone a 360 gradi nel territorio e nelle parrocchie, e possano fare esperienze comunitarie e uscire dalle loro solitudini. La presenza di disabili e anziani - per Pantrini - non è un peso, ma una ricchezza e molti sono gli interventi che possono essere fatti nella chiesa per facilitare la partecipazione di una persona con disabilità. Ad esempio una messa animata con il vangelo drammatizzato, con i gesti ed esperienze attive, può risvegliare anche negli altri fedeli un coinvolgimento attivo all’eucaristia”.
In conclusione, l'incontro svoltosi nel palazzo vescovile di Piacenza è stato un momento di grande importanza per il Cammino sinodale diocesano e per tutti coloro che lavorano nei servizi rivolti ad anziani e disabili. Grazie alla partecipazione del Vescovo e all'equipe della pastorale della Salute diocesana, è stato possibile analizzare la situazione attuale e individuare le aree di intervento necessarie per migliorare la qualità dell'assistenza offerta. L'incontro ha permesso anche di condividere esperienze e di confrontarsi su tematiche delicate, confermando l'importanza di un lavoro di squadra che possa garantire il benessere e la dignità di queste persone fragili e bisognose di sostegno. 

Riccardo Tonna

Nella foto, l'incontro del Vescovo con gli operatori e volontari sanitari nel Plazzo vescovile.

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