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Venerdì Santo. Il Vescovo: dare speranza a coloro che sono in balìa delle violenze

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Una cattedrale gremita di fedeli, la sera del 7 aprile, ha evidenziato il forte richiamo del Venerdì Santo: giorno di riflessione, penitenza e preghiera.
Nella prima parte della celebrazione, nel duomo di Piacenza, presieduta da mons. Adriano Cevolotto, i fedeli sono stati a invitati sostare su sette stazioni della Via Crucis che hanno permesso di rivivere l’ultimo tatto della vita di Cristo: dalla condanna del Sinedrio fino alla morte e deposizione dalla croce di Gesù.

In Cristo riconoscere il dolore del mondo
“In lui riconosciamo l’umanità sfigurata di tanti nostri fratelli e sorelle, in particolare di chi ancora oggi è coinvolto nel dramma della guerra”: ha affermato don Giuseppe Basini, Vicario Generale e parroco di sant’Antonino, introducendo la liturgia. “Anche questa sera - ha aggiunto - vogliamo, tutti insieme, fare nostro il grido di papa Francesco che ancora una volta ha gridato: “Mai più la guerra!”.
Don Basini ha poi ringraziato per la loro presenza padre Andrea della comunità Greco-Cattolica Ucraina, padre Kliment della comunità ortodossa macedone e
Padre Yuri della comunità ortodossa rumena per avere aderito alla preghiera. Poi, per la disponibilità ad aprire le loro chiese nel cammino della processione, il responsabile della comunità Metodista e padre Grigore della comunità ortodossa moldava.

Rammendare l’unicità della tunica
“Vorremo farci voce di speranza per tutti i nostri fratelli e sorelle che ovunque nel mondo sono in balìa delle violenze. Non siete soli! Insieme a Gesù ci siamo anche noi”: è stata la frase centrale della riflessione di mons. Adriano Cevolotto che ha commentato le stazioni della via Crucis.
Sottolineando come il racconto evangelico della passione di Cristo testimonia l’irrazionalità della violenza, il Vescovo ha detto che questa sembra insaziabile e spinge ad annientare la dignità della vittima: “Insulti, sputi, schiaffi, derisioni ed umiliazioni fino ad arrivare a spogliare, a denudare per non permettere neppure ad uno straccio di difendere quel che resta della propria dignità…”.
Colpisce inoltre il gesto di sottrarre le vesti a Gesù. “Vesti - ha spiegato mons. Cevolotto - che sono divise in quattro parti, ma la tunica, sottolinea l’evangelista, non è stracciata è unica. La tradizione della chiesa vedeva in questa tunica l’immagine della chiesa che niente può dividere. Quindi un anelito verso l’unità sempre più piena e realizzata. Vorremmo che la preghiera di stasera - sintetizziamo il pensiero del Vescovo - con le altre chiese non cattoliche inserite nella città, fosse un momento di rammendo della tunica: quella di Cristo che nella passione è stata mantenuta nella sua unità”.

Il cammino per le vie del centro
Dalla cattedrale è poi partita la processione dietro la Croce che ha percorso via XX Settembre, arrivando in via San Giuliano, sede della chiesa evangelica metodista, accolta dal responsabile della comunità che ha letto un brano del Vangelo di Luca, sottolineando l’impegno di non stare solo a guardare dinanzi alla passione di Cristo. Il cammino è proseguito lungo via Romagnosi, via Daveri, via Giordano Bruno, con una nuova sosta in via del Consiglio davanti alla parrocchia dei Santi Tre Vescovi, chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, dove padre Grigore ha recitato alcune preghiere. La processione è continuata in via Roma e via Alberoni, fino alla conclusione nella basilica di San Savino, dove alla preghiera si è unita la comunità ucraina di rito greco cattolico. Insieme al vescovo Adriano Cevolotto e al vescovo emerito Gianni Ambrosio, hanno camminato moltissimi fedeli piacentini e i rappresentanti delle altre confessioni cristiane della nostra città che, al termine del rito, hanno sostato davanti al grande crocifisso ligneo di San Savino.

Le testimonianze
Tra i molti che hanno partecipato alcuni hanno raccontato di una esperienza coinvolgente e commovente, che ha lasciato una profonda sensazione di pace interiore. Ecco le testimonianze di qualche fedele:
“Ho sentito gratitudine per aver vissuto questa esperienza, che mi ha permesso di riflettere sulla mia fede e di sentirmi parte di una grande comunità religiosa”.
“Ho avvertito la presenza di Dio vicino a me e ho capito che, nonostante le difficoltà e le prove che la vita ci mette di fronte, la fede ci può aiutare ad affrontare tutto con coraggio e speranza”.
“La Via Crucis è stata una esperienza che mi ha cambiato, che mi ha fatto crescere nella fede e che mi ha dato la forza di affrontare la vita con maggior determinazione. Ringrazio il Vescovo e tutti i fedeli che hanno partecipato per avermi permesso di vivere questa esperienza unica e indimenticabile”.

Riccardo Tonna

Nella foto, un momento della Via Crucis in centro storico guidata dal vescovo Cevolotto.

Pubblicato l'8 aprile 2023

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