Al Papa il libro su don Giuseppe Borea
Al termine dell'Udienza generale di oggi mercoledì 12 aprile Giuseppe Borea, manager e nipote di don Giuseppe il sacerdote, parroco di Obolo, ucciso dalle truppe nazifasciste il 9 febbraio 1945, ha consegnato nella mani di papa Francesco il libro “Giuseppe Borea. Quando l'amore è più forte dell'odio. Dalla Resistenza la storia di un sacerdote che perdonò i suoi carnefici", scritto da Lucia Romiti per le edizioni Il Duomo.
Un momento di forte emozione per il nipote di don Giuseppe: Borea da anni porta avanti con diverse testimonianze la vita e il sacrificio dello zio sacerdote.
Perdonò i suoi carnefici
Nato a Piacenza nel 1910, processato 34 anni dopo da un tribunale militare straordinario e ucciso da un plotone di esecuzione della Guardia nazionale repubblicana, don Borea incarna ancora oggi la scelta di dare la propria vita per gli altri. Ancora oggi non si comprende il motivo di tanto accanimento verso un sacerdote colpevole di aver sempre professato la sua fede. Don Borea fu fucilato ad un muro nel cimitero di Piacenza, rifiutò la sedia e la benda, perdonando i suoi carnefici disse, stringendo al petto il crocefisso: "Offro la mia vita per la pace e la grandezza della Patria".

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