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25 anni di vita della Casa della Carità: una luce nel cuore della città

 casacarita25 festa per i 25 anni aprile 2023

La festa della Casa della Carità è stata un momento davvero emozionante e speciale per tutti i presenti alla celebrazione, che ha segnato il 25° anniversario di questa struttura così importante per la città di Piacenza. La liturgia, presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, si è svolta, il 19 aprile, nella cornice suggestiva del palazzo vescovile, sede della Casa stessa.
La Casa della Carità di Piacenza, una piccola comunità formata da otto ospiti e da due suore Carmelitane Minori della Carità, fondata nel 1998 dal Vescovo mons. Luciano Monari, fa parte di un più ampio movimento di Case della Carità, nate originariamente nella diocesi di Reggio Emilia, volute dall’ intuizione del parroco don Mario Prandi, morto nel 1986. Il suo esempio è stato seguito da molti altri sacerdoti, che hanno aperto comunità simili in otto diocesi italiane ed anche in Madagascar, India e Brasile.

Un dono prezioso per la diocesi

“Oggi la Casa della Carità di Piacenza compie 25 anni”: ha esordito una volontaria introducendo la celebrazione che si è svolta all’aperto, nel cortile di Palazzo Vescovile. “Significa - ha aggiunto - ripercorrere una storia fatta di momenti gioiosi e anche di difficoltà, ma soprattutto fatta di relazioni, di nomi e di volti di persone. Il ricordo va a tutti gli ospiti e ai volontari che sono tornati alla casa del Padre, a tutte le suore che, con dedizione e pazienza, hanno tenuto insieme tante esigenze ed hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di ciascuno di noi.
Questa casa per 25 anni - ha proseguito la volontaria - è stata un dono prezioso per la diocesi, è divenuta una famiglia, una casa dalla porta aperta, dove abbiamo assaporato la cordialità degli ospiti che accolgono sempre con un sorriso, dove incontriamo Gesù e scopriamo tante povertà e debolezze senza mai sentirsi giudicati, ma solo aiutati e accolti.
La Casa della Carità - ha rimarcato la volontaria - è una piccola luce posta proprio nel cuore della città e vogliamo ringraziare il Signore nell’eucaristia, manifestando la nostra gratitudine ai piedi dell’altare”.
Suor Teresa Cristina Cavalletti, responsabile della struttura, ha poi ringraziato i tanti preti presenti, i vescovi Gianni e Adriano, i moltissimi convenuti, ed ha sottolineato come fanno parte della Casa anche i numerosi volontari che offrono gratuitamente il proprio servizio concreto. “Viviamo di Provvidenza, - ha aggiunto - ci riuniamo più volte al giorno per pregare il Signore, e cerchiamo di mettere in pratica il comandamento dell’amore, tra noi e con quelli più poveri di noi che suonano ogni giorno alla nostra porta”.

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“Un Santuario della Carità”

“Quando il vescovo Luciano - ha affermato mons. Cevolotto - volle fortemente la Casa della Carità, proprio nella parrocchia della Cattedrale e inserita nel Vescovado, ha posto un segno per richiamare l’essenza della vita cristiana a della vita ecclesiale. Possiamo dire che questo Santuario della Carità, è stato per molte persone meta, casa e sorgente, come testimoniato dai molti volontari che qui hanno respirato un clima di autenticità, abbattendo pregiudizi, barriere difensive e resistenze. Come altri luoghi, di cui la nostra diocesi è disseminata, - ha evidenziato il Vescovo -anche qui la grammatica evangelica è declinata da una umanità contagiosa che riconduce all’essenziale. Sono i “piccoli” a convertire molto spesso, senza tante elucubrazioni e riunioni, la nostra vita evangelica. Ancora una volta la parola di Dio arriva con precisione chirurgica a definire i contorni del nostro ritrovarsi stasera.
La misura - sintetizziamo le parole di mons. Cevolotto - dell’amore di Dio è Gesù, la sua persona che ci viene data e consegnata. Dio opera così perché nel Figlio sia riconosciuta la presenza amorevole del Padre, ed ogni persona, che ci viene messa accanto, è la via per la vita eterna. Le parole del vangelo ci offrono uno sguardo trascendente che sa vedere oltre, vincendo ogni indifferenza. Credere a Gesù - per il Vescovo - significa credere nell’amore che è capace di recuperare ciò che era perduto ed è stato scartato. I poveri sono un dono, essi ci sono semplicemente con le loro esigenze. Chiediamo al Risorto - ha concluso mons. Cevolotto - di aiutarci a coniugare il verbo amare da cui è generata la salvezza del mondo”.

Permesso, grazie e scusa

“Dio dice ad Abramo di contare le stelle del cielo”: ha affermato, al termine della celebrazione, don Giuseppe Basini, vicario generale e padre spirituale della Casa della Carità. “Guardare le stelle - per don Basini - significa lasciarci sorprendere dalle cose che Dio vuole fare per noi e con noi, soprattutto guardando al futuro”. Il sacerdote ha poi invitato la signora Adua, la prima ospite della casa, e la piccola Eva, di un anno, l’ultima arrivata, a far volare in cielo tre palloncini bianchi con scritte le parole suggerite da papa Francesco ad ogni famiglia: permesso, grazie e scusa.
“Sono queste le parole - ha sottolineato don Giuseppe - che vogliamo fare nostre come Casa della Carità per riconoscere che tutto è un dono, che nessuno basta a sé stesso, e per offrire e chiedere perdono”.

Con i palloncini innalzati verso l’alto si è conclusa una festa veramente gioiosa, in cui si è compreso quanto sia prezioso avere un luogo come la Casa della Carità, un esempio di come la solidarietà e la generosità possano fare la differenza nella vita di molte persone. I molti presenti hanno assaporato la felicità di poter festeggiare insieme questo importante traguardo, condividendo la speranza di un futuro ancora più luminoso.

Riccardo Tonna

festa casacarità piacenza 2023

Nelle foto, vari momenti della festa per i 25 anni della Casa della Carità.

Pubblicato il 21 aprile 2023

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