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La messa del mondo del lavoro alla Daf di San Giorgio

veduta

È lo stabilimento della Daf-Al in località Belfiore di San Giorgio ad ospitare quest’anno la messa per il mondo del lavoro in vista della festa del Primo Maggio: l’appuntamento è alle ore 16.30 di venerdì 28 aprile per la celebrazione presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro.

AgridafTutto iniziò con i bachi da seta nel 1825
All’inizio fu Cristoforo. Le prime iniziative imprenditoriali della famiglia Fioruzzi di San Giorgio risalgono al 1825 con la coltivazione dei gelsi per alimentare gli allevamenti di bachi da seta. “Nell’Ottocento-primi Novecento c’erano attività labour intensive e non capital intensive, nel senso che la forza lavoro poteva essere dislocata su diversi settori: la filanda, la fornace per i mattoni sfruttando i terreni argillosi intorno a San Giorgio, la carpenteria meccanica”, spiega Giorgio Fioruzzi, titolare, con Agostino, della Daf-Al Srl. Sono i volti di oggi di un’impresa tramandata di padre in figlio: Cristoforo, Agostino, Ambrogio, Giorgio, Agostino, e - appunto - Giorgio e Agostino.
La prima svolta per l’azienda è negli anni Trenta: le barbabietole coltivate sui terreni dei Fioruzzi sono conferite agli zuccherifici, ma il melasso - sottoprodotto che si ricava dall’ortaggio - viene restituito. “Nel ‘35 nasce la distilleria per la fermentazione e produzione di alcool etilico sfuso, venduto in damigiane o cisterne”. Alla fine degli anni Cinquanta due eventi mutano lo scenario: “Natta, Nobel per la chimica, inventa la plastica, e Caprotti inventa i supermercati”. I Fioruzzi iniziano a confezionare l’alcool nei flaconi e a venderlo ai primi punti vendita. “Oggi abbiamo un opificio di denaturazione: continuiamo a produrre alcol denaturato, quello che serve per le pulizie. È un mercato tutto italiano, che nel 2020 col Covid ha conosciuto un boom, tanto che trovare la materia prima era una missione quasi impossibile”.

Pioniere in Italia sul mais dolce in scatola
Sul fronte della produzione agricola, accanto alla tradizionale coltura dei pomodori, nel 1961 inizia la coltivazione e l’inscatolamento dei piselli. “Mio padre Agostino nel 1968 è il primo in Italia e in Europa a importare una raccoglitrice per il pomodoro dalla California, che alleggeriva le fatiche dello stuolo di donne chine sotto il sole cocente durante la raccolta”. Ma la solanacea pomodoro, dal punto di vista della rotazione, non si sposa bene con la leguminosa piselli. “Emerge la necessità di unire ai piselli un cereale che fosse industrializzabile: così diventiamo i primi in Italia e in Europa a produrre il mais dolce in scatola, chiudendo nel 1972 con il pomodoro”. All’epoca il mais dolce era diffuso in Europa, ma nel nostro Paese restava un prodotto di nicchia. Quando - a metà anni Ottanta - sul mercato italiano arriva un grosso produttore francese che impone il proprio marchio, la Daf cambia rotta e coglie l’opportunità che viene dalla nascita delle private labels, le etichette delle linee dei supermercati. “Da allora il nostro marchio Belfiore resta come completamento, mentre cominciamo a produrre, confezionare e vendere per i marchi della Gdo, la grande distribuzione organizzata”.

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La spinta sul biologico
Dieci anni fa l’ultima grande trasformazione, con la spinta sul biologico e l’aggiunta di sette prodotti coltivati in Italia e in provincia di Piacenza, lavorati dal fresco e ciascuno con propri parametri di inscatolamento: ceci, borlotti, cannellini soia edamame, flagiolet, lenticchie (le sole lavorate a secco)  e la quinoa (l’unica non inscatolata). “La parte agroindustriale del mais dolce rappresenta circa il 60% del nostro giro d’affari, mentre il restante 40% è per piselli e altri prodotti. Il biologico prende sempre più piede: i nostri clienti sono la Gdo e i discount. Vendiamo in Italia e nell’Ue, con puntate in Canada, Inghilterra, Taiwan e, prima delle sanzioni, in Russia”.

Nella foto, dall'alto, una veduta dell'azienda Daf-Al, la raccolta del mais e Agostino Fioruzzi ad una fiera agroalimentare ad Amsterdam (foto Consorzio Piacenza Alimentare).

Pubblicato il 27 aprile 2023

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