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Marcia della fede: un'esperienza forte di comunione

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In una giornata che si preannunciava cupa e carica di pioggia, nel primo pomeriggio una folla di fedeli si è messa in cammino dalla Collegiata di Castel San Giovanni, diretta a Strà per la 60° Marcia della Fede.
“Per me questo è il primo pellegrinaggio a Strà – racconta don Andrea Campisi, parroco della comunità castellana –: è un’esperienza di popolo, molto bella perché educa. Siamo partiti con vari timori e dubbi, soprattutto per il meteo, però i pellegrinaggi sono fatti così: non si può partire avendo la sicurezza che tutto vada bene. Alla fine, abbiamo fatto un’esperienza forte di preghiera, comunione e unità tra le parrocchie della valle”.



Molti anche i giovani e i bambini presenti sabato pomeriggio, che con la guida del vescovo mons. Cevolotto, di don Andrea e del parroco di Borgonovo don Giovanni Bergomi hanno attraversato varie parrocchie della Val Tidone: Seminò, Vicomarino, Albareto, Corano, per arrivare a Strà verso le 21.
Lì, nel Santuario di Maria Madre delle Genti Strà, il Vescovo ha celebrato la messa: “Le parole e la vita di San Pietro ci chiedono di essere sempre pronti a rendere conto della speranza che è in noi – ha detto mons. Cevolotto durante l’omelia –. Che cos'è la speranza, in cosa speriamo? Per capirlo, dobbiamo chiederci: perché viviamo, per chi viviamo? Per vivere e non solo per sopravvivere, cioè per trovare senso, gusto e bellezza della vita, è necessario avere una ragione, un motivo, una speranza che ci muove. Quando questa viene meno, quando ci sembra che il nostro impegno non porti a nulla, è perché in fondo stiamo costruendo la vita solo su noi stessi. E questa non è speranza: sono progetti e ambizioni”.

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“La speranza è un'arte, è l’essere certi che ciò che ci permette di vivere non ci appartiene ma ci viene incontro, ci viene donato e garantito da qualcun altro. Allora, anche i fallimenti temporanei non scalfiranno questa ragione più profonda, questo senso di un camminare, di un orientare la nostra vita verso qualcosa che il Signore ci promette e che è nelle sue mani. Cosa ha impedito a Gesù di fuggire dalla Croce? La certezza che la sua vita era custodita da Dio, nelle mani del Padre. E per noi la speranza vuol dire proprio confidare che quello che si è realizzato per Gesù si realizzerà anche per noi: siamo capaci di fidarci di una Parola che sembra essere smentita. Cosa spinge Maria a restare sempre fedele al progetto di Dio, se non il confidare che quella promessa che l'angelo le aveva fatto, si sarebbe realizzata e anzi si stava già realizzando, anche se in una maniera che ancora non conosceva e non capiva? Anche noi siamo invitati a coltivare una speranza, e la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nel nostro cuore”.

“E allora, perché fatichiamo? Non per una ricompensa, ma perché la nostra vita ha una bellezza, ha un senso. Questo è l'amore: fidarsi di Lui. Con l'intercessione di Maria, il Signore ci aiuti in questo cammino di speranza: Lui ci assicura che c'è un futuro di vita per tutti noi, e ci chiede di affidarci continuamente alla Sua volontà”.

Paolo Prazzoli

Pubblicato il 14 maggio 2023

Nelle foto, la marcia della fede da Castel San Giovanni a Strà; con il Vescovo Luca Crosignani e Giancarlo Sisteli.

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