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Padre Testa, un'eredità spirituale da raccogliere

funerali  padre giuseppe testa 

La chiesa di San Lazzaro a Piacenza è stata avvolta, il 18 maggio, da un'atmosfera di commozione e gratitudine durante i solenni funerali di padre Giuseppe Testa, uno dei sacerdoti della Congregazione della Missione, conosciuti come “Vincenziani”. Noto per la sua profonda conoscenza della Bibbia e per il suo ruolo di docente presso il Collegio Alberoni, padre Giuseppe ha lasciato un'impronta indelebile nelle vite di generazioni di sacerdoti.

Il grande affetto per padre Testa

“Ricordiamo due Pasque di padre Giuseppe - ha esordito mons. Adriano Cevolotto che ha presieduto la liturgia - quella battesimale che gli ha aperto la vita in Cristo e questa come passaggio alla vita eterna. Dietro a queste due grandi celebrazioni di risurrezione c’è tutta l’esistenza di padre Giuseppe: la sua vocazione missionaria, la sua passione per la Sacra Scrittura e per la formazione. Vogliamo raccogliere tutto questo dentro al mistero della morte e risurrezione di Gesù, perché nulla vada perduto, tutto sia custodito e diventi frutto di grazie nelle mani di Dio”.
La presenza dei seminaristi e di una folta schiera di sacerdoti che padre Giuseppe ha formato con cura e passione nel corso degli anni, ha testimoniato il grande affetto nei suoi confronti e la sua incisiva opera di docenza nella formazione biblico-teologica.

Andava sempre al nocciolo della questione

Padre Erminio Antonello, visitatore della provincia dei Missionari Vincenziani in Italia ed ex Superiore del Collegio Alberoni, nell’omelia ha sottolineato come la morte è una grande maestra di vita perché insegna ad ognuno il senso del limite, e la Scrittura invita ad avere speranza perché “la tristezza sarà trasformata in gioia”.
“Padre Testa - ha affermato Antonello - è stato un maestro nella lettura della Bibbia, indagandola con il metodo storico-critico, quello più adeguato nell’osservare oggettivamente i dati della rivelazione cristologica per avvicinarsi alla conoscenza del mistero cristiano. Inoltre padre Giuseppe si presentava con un portamento modesto e schivo, non amava gli apparati, li sfuggiva con garbo. Quando attraversava i lunghi corridoi del Collegio, - ha aggiunto padre Erminio - con quella caratteristica postura dalla testa leggermente inclinata, lasciava trasparire di essere raccolto nei suoi pensieri. Il suo era un pensiero penetrante e acuto solitamente equilibrato, talvolta sbilanciato verso un realismo che poco concedeva alla fantasia e cercava di restare attaccato ai fatti della realtà. In un mondo come il nostro in cui c’è continuamente il gioco dell’apparenza, la sua vita è stata un richiamo ad essere coi piedi per terra”.
Un'altra caratteristica di padre Testa, - evidenziata da Antonello - è l’essenzialità, perché nel suo esprimersi, non usava giri di parole, ma andava sempre al nocciolo della questione.

Un educatore sapiente

“Aveva anche le sue idee, - ha sottolineato il Visitatore dei Vincenziani - ma non le imponeva, e si mostrava cauto nell’esprimerle quando era in gioco la stima e l’apprezzamento delle persone. Padre Testa sapeva cogliere nei seminaristi il meglio delle loro qualità e le valorizzava perché ne aveva un profondo rispetto. Era un educatore sapiente, capace di intendere i passi di ognuno e attento alla vocazione di cui sapeva intuire con sagacia i segni”.
Infine padre Antonello ha detto di aver ritrovato nella stanza di padre Giuseppe, tra i tanti libri che aveva e tra le tante lettere, un piccolo biglietto di sua mamma, scritto il 15 aprile 1990, in occasione del suo 25° di sacerdozio, che egli conservava come una cosa preziosa.
“Carissimo Peppino - così scriveva la mamma - oggi sono felice di poter festeggiare insieme a te i 25 anni del tuo sacerdozio. In tutti questi anni ti sono stata sempre vicino con il pensiero e la mia preghiera… Il mio dono è piccolo di fronte alla gioia che mi hai dato di essere la mamma di un sacerdote. Ti ho donato con tanta gioia Gesù e d’ora ti abbraccio con affetto”.
Parole semplici che esprimono tanto amore con cui padre Antonello, profondamente commosso, ha fatto riecheggiare la figura di padre Giuseppe e lo ha affidato al Signore.

Il ricordo del SAE

“Non so se padre Testa sarebbe contento di essere ricordato con un intervento estraneo all’azione liturgica: egli era molto riservato e schivo e non amava gli elogi funebri, quando, davanti alla morte, tutti sono celebrati come santi”: così al termine della celebrazione Lucia Rocchi, responsabile del SAE di Piacenza, ha ricordato padre Giuseppe.
“Nella primavera del 1974, - ha detto la Rocchi - quindi 49 anni fa, il SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), che era nato cinque anni prima, attraversava un momento di difficoltà perché non riusciva a far capire la sua specificità, quella di essere un movimento ecumenico laico e interconfessionale. Ci recammo dal vescovo Manfredini per esporgli il nostro problema ed egli ci disse: “Se volete fare del vero ecumenismo dovete studiare, in particolare la Sacra Scrittura. Al Collegio Alberoni c’è un giovane biblista che vi può aiutare. Si chiama Giuseppe Testa”.
Fui incaricata io di questa missione. Il Padre mi ascoltò e mi rispose: “Si può provare!”. Da allora padre Testa ha spezzato per noi la Parola, ha studiato per noi e per tutti quelli che in questi 49 anni hanno seguito i suoi corsi biblici e i suoi seminari di teologia ecumenica. Il SAE, per merito suo, e prima ancora del Signore, è stato strumento di formazione, di apertura agli altri, e non solo ai cristiani di altre confessioni, di ricerca dei fondamenti della fede cristiana”.
Prima della benedizione finale, il Vescovo ha ringraziato, oltre a tutti i presbiteri ed i presenti, anche i rappresentanti delle Chiese sorelle, ortodossa e metodista, che hanno voluto presenziare, ricordando il grande lavoro ecumenico di padre Testa.
La presenza di tanti sacerdoti e fedeli ha evidenziato come in molti sono stati toccati dalla vita di padre Giuseppe ed hanno testimoniato l’importanza e la profondità dell'eredità spirituale da lui lasciata.

Riccardo Tonna

 Nella foto, i funerali di padre Giuseppe Testa nella chiesa di San Lazzaro.

 Pubblicato il 19 maggio 2023

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