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Il Vescovo: il Natale vissuto come momento di rinascita interiore

 messanatale

“Inquieta il fatto che ci stiamo abituando e rassegnando che Dio continui a non trovare posto negli ospedali bombardati di Gaza o di qualsiasi altra Gaza della terra”: sono le parole di mons. Adriano Cevolotto che hanno scavato nel profondo delle coscienze dei fedeli la notte di Natale in cattedrale a Piacenza. La celebrazione, accompagnata dalle armonie musicali della corale del duomo, ha preso vita al canto del Gloria, quando il Vescovo ha svelato la statua di Gesù Bambino, simbolo di innocenza e amore divino, che ha segnato l'inizio delle festività natalizie.

Il mondo è inquieto

Ma è stata l'omelia di mons. Cevolotto a lasciare un'impronta indelebile nei cuori dei molti presenti, sottolineando l'importanza di vivere il Natale non solo come festa esteriore, ma come momento di rinascita interiore. “Inquieta - ha affermato il Vescovo - che ci siano madri e padri che non hanno neppure una mangiatoia dove deporre i loro figli; inquieta che ci scivoli via il fatto che Dio continua a non trovar posto perché non previsto, non desiderato. Inquieta cioè che Betlemme sia il luogo più diffuso nel mondo. In ogni latitudine e longitudine. Inquieta che le relazioni siano sempre più intossicate da rancori, risentimenti, ostilità e il dono che è l’altro/a sia messo alla porta, o addirittura eliminato. Quanto spreco di grazia, semplicemente perché non riveste i panni dei nostri criteri…”.

Messa Natale 2023 03 copia

Gesù, Maria e i pastori donano luce

Nello stesso tempo il presule ha sottolineato che Gesù non si arrende dinanzi alle porte chiuse dell’uomo. “Stupisce - ha aggiunto il Vescovo - che si rinnovi il suo nascere tra noi, a ripeterci che non dipende da noi, ma da Lui la possibilità di salvarci. Stupisce, ancor di più, che chieda per sé i piccoli gesti di una madre e di un padre, perché l’amore è fatto di quanto ora ci è possibile e che ci è chiesto di fare”.
Mons. Cevolotto ha poi messo in evidenza la figura di Maria, madre di Gesù, come sacramento della medesima tenacia di quel Dio che l’ha scelta. “La sua giovane età - ha rimarcato il presule - non le impedisce di trasformare lo spazio, inospitale per qualsiasi figlio d’uomo, in uno spazio umano, dove Dio possa trovare posto. In quei nove mesi è diventata madre. Maternità che sta manifestando rendendo casa quella stalla. Stupisce che siano proprio i più poveri e i meno considerati, come i pastori, a rendere umana e a riscaldare quel ricovero a loro familiare. “A quanti però l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”: i primi a diventare figli nel Figlio sono stati questi poveri pastori”.

Comunità di accoglienza

Infine il Vescovo ha sottolineato come insieme allo stupore scaturisce la gioia perché nel mondo ci sono ancora comunità generate nell’accoglienza come Betlemme. Infatti la città, che ha dato il natale a Gesù, con i suoi semplici pastori, rappresenta il volto alla prima comunità cristiana. Le parole del Vescovo hanno risuonato tra le volte della Cattedrale come un richiamo all'essenza stessa della festività natalizia: quella di condividere l'amore, la pace e la compassione con il prossimo. Ha esortato i presenti a guardare oltre le differenze, e a tendere la mano a chi ha bisogno.

Riccardo Tonna

Messa Natale 2023 185 copia

Nelle foto di Carlo Pagani, la messa della notte di Natale in Cattedrale a Piacenza.

Pubblicato il 26 dicembre 2023

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