Sopravvissuta all’aborto
Gianna Jessen il 29 novembre in S. Giuseppe Operaio
“Siete tra quelli che si lamentano in continuazione? Allora potete per favore smettere di farlo? Se siete in grado di camminare da qui a lì, senza pensarci, avete già ricevuto molto”. Gianna Jessen è una donna di quarant’anni che sorride sempre e parla senza mezzi termini. La sua forza di volontà l’ha dimostrata nel grembo della madre, sopravvivendo a diciotto ore di soluzione salina che avrebbe dovuto ucciderla. “Invece sono nata, viva. E ne sono molto felice!”.
Gianna Jessen porterà la sua voglia di vivere a Piacenza mercoledì 29 novembre, alle 20.30, in una serata organizzata nella chiesa di San Giuseppe Operaio (viale Martiri della Resistenza 19).
Gianna ha fatto i conti con molte ferite. Ferite fisiche, dovute alla paralisi cerebrale che l’ha costretta a innumerevoli operazioni. “Ho imparato a camminare a 3 anni e a 10 ho dovuto reimparare a farlo, dopo l’intervento alla spina dorsale”.
Ferite psicologiche, per la sindrome da disturbo post traumatico da stress che caratterizza i sopravvissuti a catastrofi ed eccidi.
Ferite del cuore, perché il primo anno e mezzo di vita l’ha passato senza conoscere l’amore di una madre. Finché non è arrivata Penny. “Una donna straordinaria, è morta nel 2012 a 91 anni: da sola, ha preso in affido 57 bambini”.
Leggi l’articolo a pagina 6 dell’edizione di giovedì 16 novembre 2017