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«Niente esecuzioni nell'Anno della Misericordia»

«No esecuzioni
nell'Anno della Misericordia»

L'appello di Papa Francesco all'Angelus per l'abolizione della pena di morte
e perché in questo anno giubilare non ci sia “nessuna esecuzione”

angelus


Niente esecuzioni nell'Anno della Misericordia: è quanto richiesto da Papa Francesco all'Angelus di domenica 21: “Faccio appello alla coscienza dei governanti, affinché si giunga a un consenso internazionale per l’abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia”.

L'appello è giunto alla vigilia di un convegno internazionale dal titolo “Per un mondo senza la pena di morte” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.

“Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati oggi ad operare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà”, la consegna di Francesco, che è partito da una constatazione: “Il Giubileo straordinario della misericordia è un’occasione propizia per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Anche il criminale mantiene l’inviolabile diritto alla vita, dono di Dio”.

L’auspicio è che “il simposio possa dare rinnovato impulso all’impegno per l’abolizione della pena capitale”: “Un segno di speranza – l’analisi del Papa – è costituito dallo sviluppo, nell’opinione pubblica, di una sempre più diffusa contrarietà alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale”.

“Le società moderne hanno la possibilità di reprimere efficacemente il crimine senza togliere definitivamente a colui che l’ha commesso la possibilità di redimersi”, il monito di Francesco, secondo il quale “il problema va inquadrato nell’ottica di una giustizia penale che sia sempre più conforme alla dignità dell’uomo e al disegno di Dio sull’uomo e sulla società e anche a una giustizia penale aperta alla speranza del reinserimento nella società”.

“Il comandamento ‘non uccidere’ ha valore assoluto e riguarda sia l’innocente che il colpevole”, ha concluso.

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