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Suor Leonella e i martiri di oggi

Nella sala dei Teatini una tavola rotonda per raccontare la suora piacentina e la persecuzione dei cristiani nel mondo

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A pochi giorni dalla beatificazione di suor Leonella Sgorbati, la religiosa appartenente alle Missionarie della Consolata di origini piacentine uccisa il 17 settembre 2006 a Mogadiscio insieme alla sua guardia del corpo Mohamed Mahamud, nella sala dei Teatini di Piacenza si è svolta una tavola rotonda sul tema “Dal martirio di Cristo al martirio di suor Leonella. Il martirio della Chiesa nel mondo”, in cui, partendo dal martirio della suora piacentina in Somalia, si è potuto allargare lo sguardo sulla situazione dei cristiani nel mondo grazie a Luis Badilla Morales, giornalista e direttore del sito vaticano “Il Sismografo”, e a mons. Giampiero Franceschini, direttore del Centro missionario diocesano.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Barbara Sartori.

Si è partiti dunque dall’esempio di suor Leonella Sgorbati, nata a Rezzanello e morta a Mogadiscio dopo una vita spesa a testimoniare la sua fede attraverso la professione di infermiera e di educatrice presso le popolazioni più povere e più dimenticate del mondo.
A raccontarne la vita è stata suor Renata Conti, anche lei missionaria della Consolata e postulatrice del processo di beatificazione di suor Leonella.
Nelle testimonianze delle consorelle, la suora piacentina viene descritta come una “personalità energica, volitiva e tenace”, era una “persona innamorata della sua vocazione, realizzata, fedele alla preghiera, di una povertà francescana, aperta con gli altri e povera con se stessa”.
badilla 2Arriva in Somalia nel 2000, dove la situazione sociopolitica è molto differente da quella vissuta per trent’anni in Kenia.
Nel Paese del Corno d’Africa la libertà è limitata e i cristiani sono visti con sospetto.
Quello che accade il 17 settembre del 2006 è sì una risposta al discorso pronunciato in quei giorni da papa Benedetto XVI a Ratisbona, una “vendetta”, ma in realtà la situazione era già ricca di tensione e suor Leonella era già stata indicata da gruppi di estremisti come un possibile obiettivo per il suo ruolo di educatrice verso i giovani somali.
Nell’attentato in cui perde la vita suor Leonella, muore anche la sua guardia del corpo Mohamed Mahamud, musulmano e padre di quattro bambini.

Il martirio “In odium fidei” di suor Leonella Sgorbati, avvenuto nel 2006, non è stato però l’ultimo: “solo negli ultimi 5 mesi sono stati 12 i sacerdoti uccisi”, ha affermato il giornalista Luis Badilla Morales che ha illustrato come la situazione mondiale attuale abbia portato a determinate condizioni geopolitiche, in cui si è introdotto il fattore religioso come discriminante, non solo nei confronti dei cristiani, ma anche tra gli stessi musulmani: “Un insieme di gruppi ha preso in ostaggio la religione”.
Nei discorsi di papa Francesco non manca l'insistenza sul tema della “libertà religiosa”, parole che ricorrono 211 volte nei suoi discorsi tenuti in questi ultimi 5 anni: “Volontà del papa è strappare ai fondamentalisti, ai fanatici, il santo nome di Dio”.

Una testimonianza diretta sulle difficoltà che i cristiani devono sopportare e spesso portano alla loro persecuzione è stata fatta dal direttore del Centro missionario diocesano mons. Giampiero Franceschini che per diverso tempo ha operato in Brasile.
L’ex parroco di San Savino ha elencato nomi e cognomi di religiosi da lui conosciuti personalmente e uccisi durante lo svolgimento del loro ministero, perché dalla parte dei più poveri, perché ostacolo per la prevaricazione dei più forti sui più deboli.

Il martirio e il perdono di suor Leonella nei confronti del suo carnefice sono una testimonianza per il mondo intero, ma soprattutto per la Chiesa piacentina, cui “è stato fatto un dono”, come ha detto mons. Luigi Chiesa, vicario generale della diocesi.

Anna Valentini

Pubblicato il 23 maggio 2018

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