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Le ostie del carcere

Le ostie del carcere

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Da Opera alle Novate: mercoledì 23 marzo messa del Vescovo

“L’impatto con il carcere è duro, l’incontro con i detenuti è spiazzante, ma se riesci ad aprirti un varco in tutto questo dolore puoi trovare tesori inaspettati, percorsi di rinascita che lasciano senza parole”. Davide Marchettini, responsabile del settore giustizia della Caritas diocesana, da due anni frequenta con regolarità la struttura di via delle Novate. Insieme a suor Rosa Amatulli e a Licia Perotti segue lo sportello d’ascolto dentro la casa circondariale, mentre un altro volontario dell’équipe, Carlo Dallagiovanna, presta servizio nella casa allestita per famigliari indigenti in visita ai detenuti.

“L’obiettivo della Caritas diocesana è quello di gettare ponti tra chi è dentro e chi è fuori - spiega Marchettini -, il nostro impegno non riguarda tanto il fare quanto lo stare accanto, stare in ascolto, rimanere aperti al dialogo, per dire ai detenuti che c’è una comunità che non si dimentica di loro, che non li lascia soli”.

Va in questa direzione anche la fiaccolata dalla chiesa di Santa Franca al carcere che – per la prima volta nella storia di Piacenza – si terrà in città il 1° aprile. L’iniziativa nasce da uno spunto dell’Unità Pastorale 7, entro il cui territorio si trovano le Novate, ed è coordinata dal cappellano del carcere don Adamo Affri, dal vicario generale mons. Giuseppe Illica e dalla Caritas diocesana. A guidare la fiaccolata, con partenza da piazza Paolo VI alle ore 20.45, sarà il Vescovo.

Mercoledì 23 marzo alle 14.30 inoltre mons. Ambrosio celebra nella cappella della casa circondariale la messa in preparazione alla Pasqua. Sarà una messa speciale, in questo Anno Santo della Misericordia: per la consacrazione, utilizzerà le ostie realizzate da tre persone detenute ad Opera, carcere di massima sicurezza alle porte di Milano. Si chiamano Giuseppe, Ciro e Cristiano e le loro ostie sono arrivate fino a papa Francesco, che le ha utilizzate nel gennaio scorso per la messa in San Pietro in occasione della Giornata del Migrante e del Rifugiato. Grazie al progetto “Il senso del pane” - il primo di questo genere in Italia, sostenuto dalla Fondazione “Casa dello Spirito e delle Arti” fondata da Arnoldo Mosca Mondadori - le ostie prodotte nel laboratorio di Opera vengono donate alle parrocchie che ne fanno richiesta. In cambio, si chiede ai sacerdoti di spiegare ai parrocchiani il senso dell’iniziativa e di destinare, una volta all’anno, le offerte raccolte durante la messa a finanziare il progetto. Anche per la messa pasquale nel carcere di Piacenza si è voluto così contribuire a sostenere l’iniziativa e al contempo sottolineare la testimonianza di misericordia che le ostie racchiudono. “Ci siamo macchiati della più atroce violazione dei dieci comandamenti di Dio, cioè di omicidio - sottolineano i tre detenuti, due ergastolani e uno condannato a 23 anni -. Oggi, però, possiamo far arrivare il frutto della nostra volontà di redenzione ai cuori delle persone, soprattutto di quelle la cui sofferenza è dovuta ai crimini da noi stessi commessi. Ciò che teniamo a dire è che, se la redenzione è stata possibile per noi che siamo grandissimi peccatori, allora è possibile per tutti”.

Leggi il servizio a pagina 3 dell’edizione di venerdì 18 marzo 2016.

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