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Don Ciotti ai giovani: siate «lottatori per la vita»

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Don Ciotti è stato il protagonista, nella sede piacentina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, della Giornata del Dono, tradizionale appuntamento volto a far riflettere sui valori della solidarietà e della fraternità e a creare un’opportunità diretta di vivere in prima persona alcune esperienze di dono (volontariato, donazione sangue, tempo). All'iniziativa erano infatti presenti le associazioni di volontariato piacentine con l'obiettivo di far conoscere i propri progetti.
Tra queste, anche la sezione piacentina di Libera, APS fondata nel 1995 per combattere le mafie e il cui presidente è proprio don Luigi Ciotti.

Nel suo intervento il fondatore del Gruppo Abele si è soffermato sulla necessità di rimettere l'uomo al centro e sull'attenzione all'ambiente.
“Accoglienza e relazioni sono l’essenza stessa della vita – ha evidenziato don Ciotti -, Dio ci ha fatto il dono della vita e noi dobbiamo essere rispettosi del creato che ci circonda. Oggi significa guardare ad un nuovo umanesimo che rimetta al centro la persona e combattere per l’ecologia e il rispetto della natura”.
Altro aspetto su cui si è soffermato è la necessità dell’impegno di tutti per rendere il mondo un posto migliore, invito rivolto soprattutto alle giovani generazioni che hanno tanti anni dinanzi a lsé. “Devono essere lottatori per la vita – ha esortato - questo pianeta ne ha tanto bisogno”.
Qualche stoccata è stata inflitta anche alla politica, indirettamente, quando don Ciotti ha commentato le morti in mare. “I porti devono essere aperti, è già scritto. Il diritto di salvare persone è un diritto irrinunciabile. Chiedo a voce alta l’urgenza, non bisogna perdere tempo, negli ultimi mesi sono stati accertati più di mille morti. Si tratta di un Olocausto che si sta consumando sulla pelle di tanti povere persone. Serve una politica che si assuma le proprie responsabilità”.

La giornata promossa dall’Università Cattolica in collaborazione con Svep Centro Servizi per il volontariato di Piacenza, è ufficialmente inserita nelle iniziative del #DonoDay2019, un giorno dedicato a chi fa del dono una pratica quotidiana promosso per il quinto anno consecutivo dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) per valorizzare l’Italia del bene.
A Piacenza erano presenti tante realtà, da Progetto Mondo MLAL a ADMO, da Africa Mission Cooperazione e Sviluppo ad Amnesty International e tanti altri.

Ll’ intervento di don Ciotti nell’auditorium Mazzocchi (introdotto da Michelangelo, studente al terzo anno) è stato preceduto da cinque incontri paralleli, che hanno declinato la tematica del dono a proposito di cibo, solidarietà, economia, cittadinanza attiva e cooperazione.

La Giornata del dono è un momento di sensibilizzazione molto particolare in un contesto storico dove le guerre e i conflitti sembrano prevalere, come lo stesso don Ciotti ha confermato: “Ci sono tre grandi rischi oggi nel mondo, la perdita di democrazia, la terza guerra mondiale e la catastrofe ecologica. Il nostro Paese deve invece riflettere su poveri, migranti, e i giovani. Questi sono allo sbando, purtroppo non trovano un punto di riferimento terminati gli studi; è una società che non scommette su di loro. C’è un grido che deve essere accolto”.

In ultima analisi don Ciotti ha evidenziato come dal 1989 ad oggi, in 30 anni siamo passati da sette muri nel mondo a settanta. Un aumento esponenziale che fa capire la direzione globale verso l’opportunismo.
Esistono risacche di bene, ma queste sono ancora la minoranza. E l’Europa è il continente con più “muri”, che siano fisici o mentali poco importa, perché influiscono sul vivere civile quotidiano, sul “noi” tanto caro a don Ciotti.

Emanuele Maffi

Pubblicato il 4 ottobre 2019

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