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«Teniamo viva la fede in Dio nella nostra città»

basini

“Signore, perdona noi e i nostri fratelli che ci hanno preceduto nella fede, e non porre nei nostri cuori alcun rancore verso i credenti. Signor nostro, Tu sei dolce e misericordioso”. Tratta dal Corano, questa invocazione, è stata declamata in canto dall’imam di Piacenza Yassen Tabith nell’incontro di dialogo e preghiera che si è svolto grazie all’ospitalità del parroco don Ezio Molinari nei locali della parrocchia di San Pietro, venerdì 22 novembre, sulla scia della XVIII Giornata per il Dialogo islamo-cristiano che ha visto eventi in tante città d’Italia. Durante l’incontro, coordinato da Vanna Romersi del Movimento dei Focolari, l’imam ha espresso la gioia di vivere nella condivisione questo momento come fratelli. Sono stati coinvolti credenti di fedi diverse: consacrati, laici, donne, uomini, bambini e alcuni giovani. Presente anche il pastore metodista Nicola Tedoldi che ha ripreso il brano del Vangelo delle Beatitudini di Matteo. “I miti sono coloro - ha affermato il Pastore - che, liberi dall’arroganza e dal risentimento, riconoscono un’autorità più grande di loro e sanno accettare anche i loro limiti”. Il ministro della chiesa metodista ha poi messo in evidenza come la ricerca della giustizia significa il riconoscimento della dignità di ogni persona, l’assenza delle discriminazioni, il diritto di ogni creatura umana alla vita, alla terra, al cibo, all’acqua, all’educazione”.
“I misericordiosi - ha continuato Tedoldi - sono coloro che perdonano e sanno perdonare, i puri di cuore sono quelli che non sono mai sospettosi di fronte alla diversità, la purezza del cuore ci permette di vedere Dio nel volto di ogni nostro fratello e gli operatori di pace sono coloro che sanno accettare ed amare la diversità e le differenze”. Imparare a non giudicare, impegnarsi a far crescere la cultura, la conoscenza e smettere di pensare che ci siano religioni di serie A e altre di serie B: sono le tre strade, per il Pastore, da intraprendere.
Anche per don Giuseppe Basini, vicario episcopale per la città, l’occasione di questo incontro è stata preziosa ed è risultata come espressione di un popolo di Dio nel pieno rispetto delle differenze. Con le parole di San Giovanni Paolo II a Casablanca, in Marocco, il 19 agosto del 1985, rivolte ai giovani musulmani, don Giuseppe ha introdotto la sua riflessione. Come credente, Karol Woityla, con semplicità intendeva condividere la fede in Dio. Un Dio che “orienta il nostro destino”, ci fa “capaci di amare” e che chiede agli uomini che ascoltino la sua voce, che facciano la sua volontà “in una libera adesione dell’intelligenza e del cuore”. Papa Wojtyla comunicava poi ai giovani l’impegno della Chiesa cattolica, a partire dal Vaticano II, “a cercare la collaborazione tra i credenti”, manifestando “particolare attenzione per i credenti musulmani, data la loro fede nell’unico Dio, il loro senso della preghiera e la loro stima della vita morale”. E concludeva: “Il dialogo tra cristiani e musulmani oggi è più necessario che mai. Esso deriva dalla nostra fedeltà verso Dio e suppone che sappiamo riconoscere Dio con la fede e testimoniarlo con la parola e con l’azione in un mondo sempre più secolarizzato e, a volte, anche ateo”.
“Questo è l’animo che mi porta ad essere qui stasera - ha aggiunto don Basini - anche, come Vicario episcopale della città, a nome del Vescovo e della comunità cattolica di Piacenza”. “Abramo ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli”.Con questa espressione della Lettera ai Romani, che accomuna le tre grandi religione monoteiste, don Giuseppe ha evidenziato l’impegno comune di cristiani e musulmani di tenere viva la fede in Dio nella nostra città. “In questa cultura, marcata da materialismo e ateismo, che sempre di più vuole mettere ai margini Dio - ha aggiunto il sacerdote, parroco di S. Antonino - credo che riconoscendosi tutti fratelli uniti dalla comune origine che ci fa ritrovare nella figura di Abramo, potremo fare un servizio molto prezioso alla nostra città.
L’incontro, dopo uno spazio di silenzio personale, è proseguito nella fraternità dello stare insieme tra cristiani e musulmani.

Pubblicato il 28 novembre 2019

Riccardo Tonna

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