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Caritas: una grande famiglia impegnata nel dono

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Sono tanti gli amici con i quali i quali l’esperienza della vita è stata severa, proprio per questo si sono avvicinati a noi per essere sostenuti ed accompagnati”. Sono le parole del diacono Mario Idda, direttore della Caritas di Piacenza-Bobbio che ha voluto esprimere i migliori auguri per le prossime festività natalizie alla Mensa della Fraternità, il 18 dicembre, in via san Vincenzo, nella celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mons. Gianni Ambrosio e concelebrata dal Vicario generale Mons. Luigi Chiesa e dal Parroco di Sant’Antonino don Giuseppe Basini.
La messa, accompagnata dai canti del Coro Santa Giustina, diretto dal maestro Simone Fermi, è stata intensa e suggestiva perché ha mostrato il cuore della Caritas che accoglie tante richieste di aiuto. Il ringraziamento di Idda nei confronti degli operatori ha voluto evidenziare come il loro lavoro non è un mestiere qualsiasi, ma una vera e propria missione: “Lo fanno con il cuore e con tanta generosità”. L’attività Caritas si fonda poi sulla presenza fondamentale dei volontari, essi, rappresentati dal presidente dell’associazione Augusto Mazzoni, hanno omaggiato al Vescovo, al termine della messa, un piccolo presepe ambientato nei ghiacci del polo nord, donato con la dedica di Papa Francesco che ci ricorda come la custodia del creato e proprio la custodia di un grande dono di Dio.
“La Caritas è una grande famiglia - ha continuato Idda - e l’augurio più bello è quello di guardare la stella, la luce che illumina la strada verso Dio, che dobbiamo seguire amando il prossimo”.
Anche l‘amministrazione comunale ha voluto sottolineare l’importanza della Caritas nel territorio con la presenza della Dott.sa Elena Baio, assessore e vicesindaco.
“Siamo nella notte per tanti motivi personali e collettivi - ha affermato il Vescovo nell’omelia - ma non abbiamo il coraggio di riconoscerci poveri, pensiamo di essere sempre autosufficienti. Però la debolezza e la fragilità sono l’inizio del cammino per scoprire che abbiamo bisogno di luce, di contemplare e adorare il bimbo che è venuto a condividere nella povertà la nostra realtà”. La venuta di Cristo è per mons. Ambrosio il senso della trasformazione, come se ci fosse un sangue nuovo nelle vene dell’umanità. “Nella notte della vita risplenda la luce - ha continuato il presule -, è la speranza per ciascuno di noi e per tanti fratelli e sorelle che hanno bisogno di ricominciare a vivere e ritrovare fiducia grazie al Dio che si è fatto piccolo nel Natale” Anche le preghiere hanno espresso i pensieri, le attese e i sogni delle persone che sono in una situazione di bisogno: “Signore, molti di noi hanno le famiglie, i figli lontano, te li affidiamo certi che tu li proteggerai… Ti ringraziamo perché qualcuno di noi sta meglio, qualcuno ha trovato lavoro, grazie per gli amici che ci hanno aiutato in questo anno e ti chiediamo un po’ di benessere per tutti…”

Riccardo Tonna

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