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Don Luigi Verdi: «occorre ritornare bambini e innamorati»

verdi

“In questo mondo salverei due cose sole: i bambini e gli innamorati. I bambini perché sono creativi. Non sopporto quei genitori che riempiono tutto il giorno di attività i loro figli. I piccoli, se non ha nulla da fare, inventano delle cose bellissime: prendono un legno o un sasso e giocano, creano e fantasticano… Inoltre i bambini sono sensibili se hanno un dolore piangono, se hanno fame gridano, se nessuno li guarda prendono un oggetto e lo scagliano a terra. Anche gli innamorati, smettono di mangiare, hanno la testa fra le nuvole… Sono stupidi? No, sono semplicemente presi l’uno dall’altra. Il Vangelo di Gesù continuamente dice: tornate bambini e tornate innamorati! Solo in questo modo ci salveremo la vita, perché sono le due cose più preziose del mondo”. È il messaggio di don Lugi Verdi nell’incontro di riflessione e preghiera svoltosi a Piacenza, martedì 7 gennaio, nella chiesa di Santa Franca.
Don Luigi Verdi, nato a San Giovanni Valdarno (Ar) nel 1958, ha cominciato subito il suo cammino di sacerdote in Casentino, a Pratovecchio. Nel 1991, dopo una profonda crisi personale e spirituale, ha chiesto al vescovo di Fiesole di poter realizzare a Romena un'esperienza di fraternità. È cominciato così il cammino di Romena. In pochi anni la pieve, che era sporadicamente visitata da qualche gruppo di turisti e utilizzata dai pochi parrocchiani, è divenuta un luogo d'incontro per migliaia di viandanti in cammino verso una qualità di vita più autentica e verso un tessuto diverso di relazioni. Perché non siamo semplici? È la domanda posta da don Luigi ai numerosi fedeli che hanno riempito la chiesa di Santa Franca. “Non ci basta quello che abbiamo, siamo tutti bugiardi da morire e ci manca l’ironia” Sono le significative risposte di don Verdi a questo interrogativo.
La riflessione del presbitero casentino e stata accompagnata anche dalla musica che ha saputo coinvolgere emotivamente i presenti come “Al chiaro di Luna” di Jovanotti:

“…insieme si può andare lontanissimo
Guardami negli occhi come fossimo
Complici di un piano rivoluzionario
Un amore straordinario…”

“Ti amerò per sempre - ha continuato don Luigi - se non dici per sempre non è amore. L’amore è forte come la morte. La parola più bella quando si ama è dire voglio che tu non muoia…. Se io ti amo voglio che tu fiorisca…”
Poi l’altra riflessione in musica di Fiorella Mannoia con “Il peso del coraggio”:

Che ognuno ha la sua parte in questa grande scena
Che ognuno ha i suoi diritti e ognuno ha la sua schiena
Per sopportare il peso di ogni scelta
Il peso di ogni passo
Il peso del coraggio…
Che non esiste azione senza conseguenza

Chi ha torto e chi ha ragione quando un bambino muore…
Siamo noi l'umanità

Siamo il diritto di cambiare tutto e di ricominciare”.

“L’amore è fatica - ha continuato il sacerdote toscano - è fragile, ci sono diversità da mettere insieme ed è ciò che resiste a tutte le forze distruttrici. L’amore vero è quella cosa che ti fa camminare, ti libera, ti fa volare… L’amore è conoscenza, è un viaggio, è non fare dell’altro o dell’altra un idolo. Quando dico che sei tutto per me, creo un idolo che poi, quando le cose vanno male, lo tiro giù, lo denigro e lo posso distruggere… Non esiste una coppia perfetta ci sono coppie in armonia. Un più e un meno che danzano insieme. Nell’amore il rispetto è troppo poco ci vuole l’armonia”.
Al termine della serata l’unzione con l’olio di nardo, olio citato dal Vangelo con cui la Maddalena ha unto Gesù sei gironi prima della sua morte. È stata la carezza finale, prima di tornare a casa, fatta ai presenti da due innamorati ed una suora.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 9 gennaio 2020

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