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8 febbraio, fiaccolata contro la tratta

A Piacenza dal Facsal a piazza Duomo, animata dai giovani dell'Associazione Papa Giovanni XXIII. Conclusione con la messa presieduta dal vescovo mons. Ambrosio

FotoDELPAPA8

“Nessuna donna nasce prostituta”. Lo ripeteva don Oreste Benzi, il prete riminese dalla tonaca lisa che di notte andava ad incontrare le ragazze sulle strade della Romagna. 
Quel grido tornerà a risuonare sul sagrato della Cattedrale sabato 8 febbraio, meta della fiaccolata contro la tratta che la realtà di don Benzi propone anche quest’anno a Piacenza per contrastare lo sfruttamento sessuale della donna nella memoria di santa Bakhita. Saranno i giovani a dar voce ai tanti stereotipi che relegano la prostituzione a “mestiere più antico del mondo”.

“Non è il mestiere più vecchio del mondo, bensì l’ingiustizia più vecchia del mondo”, puntualizza Romina Iurato, che di ragazze sulle strade piacentine ne ha conosciute tante nei sei anni di attività dell’unità di strada. “Se avessero avuto altre possibilità non avrebbero mai scelto liberamente di prostituirsi per vivere. Nessuna bambina, se le chiedi cosa vuol diventare da grande, ti dice: voglio fare il medico, la ballerina, l’insegnante o... la prostituta. Eppure continuiamo a trincerarci dietro questo alibi”.

Il ritrovo è alle ore 16 sul Pubblico Passeggio, all’angolo con il Liceo Respighi: da qui si snoderà il corteo lungo corso Vittorio Emanuele II, piazza Cavalli, via XX Settembre, fino ad arrivare in piazza Duomo. Alle 18.30 conclusione con la messa celebrata dal Vescovo.
Alla fiaccolata hanno aderito, oltre alla diocesi, il Comune, la Cisl e la chiesa evangelico-metodista; collabora per l’organizzazione la Consulta diocesana per le aggregazioni laicali. Saranno presenti il delegato per il dialogo interreligioso e l’ecumenismo della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna mons. Gian Carlo Perego e il vicario generale della diocesi di Carpi mons. Ermenegildo Manicardi.

Pubblicato il 7 febbraio 2020

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