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Il carcere che produce

Il progetto "Ex Novo" si fa in quattro: fragole, ortaggi, miele e falegnameria

ortaggi

Un carcere che produce: può essere un'esclamazione di sorpresa o ma anche esprimere perplessità. Eppure il carcere può diventare un mondo che produce. Come? "Se si lavora, insieme, in sinergia con il territorio, investendo sulle risorse delle persone anziché considerarle solo soggetti passivi": a sottolinearlo è stata la direttrice della casa circondariale Maria Gabriella Lusi in occasione della mattinata di confronto all'auditorium di Santa Maria della Pace organizzata dalla cooperativa "L'Orto Botanico" guidata dal presidente Fabrizio Ramacci con il patrocinio del Comune di Piacenza.

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La cooperativa sociale è presente alle Novate con quattro attività: coltivazione delle fragole, apicoltura, orto e falegnameria. Quattro occasioni per dare lavoro, trasmettere competenze, costruire le fondamenta per ricominciare di nuovo, "Ex Novo", appunto, come suggerisce il marchio che contraddistingue tutti i prodotti frutto del lavoro nel carcere di Piacenza. La crescita del progetto - come ha spiegato Consuelo Sartori, referente per "L'Orto Botanico" di questa sfida imprenditoriale - la dicono i numeri. Da 3.500 chili di fragole della prima stagione si passerà ai potenziali 12.500 della raccolta che inizierà a primavera. Centoventi chili di miele venduto. Duemila chili di ortaggi prodotti nel 2019, il doppio dell’anno precedente. Da sei a undici lavoratori impiegati nel giro di due anni. 
Per la nuova stagione di raccolta delle fragole si rinnoverà la collaborazione con Coop Alleanza 3.0: oltre al punto vendita al Centro commerciale "Gotico", la responsabile territoriale Tania Giovannini ha espresso l'auspicio di allargare la distribuzione ad altri supermercati della rete. Inoltre la cooperativa "L'Orto Botanico" ha in cantiere di aprire un piccolo chiosco di fronte alla casa circondariale per vendere i prodotti dell'orto e del progetto fragole. Da evidenziare - per questa coltivazione ormai assente nel Piacentino - il supporto della Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica che sta sperimentando nella nuova serra del carcere (anche questa ampliata dopo il successo della prima stagione) le più moderne tecniche di coltivazione all'insegna della tecnologia e della sostenibilità ambientale.

Pubblicato il 12 febbraio 2020.

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