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Mons. Gianotti a Castello: il destino dell'uomo si compie nel donarsi all'altro

messa

“Non per se stessi, ma per voi erano servitori”: questa è la frase su cui ha riflettuto Mons. Daniele Gianotti, vescovo della diocesi di Crema, per celebrare la messa per la vigilia di San Giovanni Battista a Castel San Giovanni. Un invito eccezionale, che ha portato monsignor Gianotti nella città della Val Tidone martedì 23 giugno, proprio il giorno prima della tradizionale festa di San Giovanni.
Una festa che, purtroppo, quest’anno non potrà svolgersi.
Eppure, tra le colonne e nelle navate della Chiesa Maggiore, si respirava davvero un clima di festa: un desiderio di ritrovarsi e celebrare assieme dopo tanto tempo, per ricordare chi non c’è più. La messa organizzata dalla parrocchia e presieduta da mons.Gianotti infatti è stata dedicata alla memoria di tutte le vittime castellane scomparse a causa della recente epidemia.
Tutta la numerosa comunità si è inoltre stretta in preghiera attorno alla famiglia di una giovane moglie e madre, legata alle due diocesi di Piacenza-Bobbio e di Crema, che in queste settimane sta affrontando una dura prova a causa della malattia.

Alla presenza delle autorità, del sindaco e di alcuni rappresentanti della Pubblica Assistenza e delle Forze Armate, mons.Gianotti ha tenuto un’omelia incentrata proprio sullo spirito di servizio e il significato dell’essere profeti. “Giovanni è l’ultimo e il più grande dei profeti – ha esordito il vescovo di Crema – che hanno annunciato la venuta di Cristo e la Salvezza".
Come scrive Pietro nella sua Prima lettera, i profeti erano servitori non per loro stessi, ma per altri, per tutti. “Dio chiama l’uomo ad essere suo collaboratore e contribuire al Suo progetto, anche se forse non potrà vederne il compimento. Giovanni, come Mosè, si ferma sulla soglia, indica in Gesù il Messia, ne vede i primi gesti di salvezza, ma la sua vita si chiude prima del definitivo compimento. Sa che Cristo deve crescere, e lui diminuire. Anche per Gesù è stato così: anche Lui sapeva di dover diminuire se stesso di fronte al Padre, e anche lui non può vedere la Salvezza realizzata in pienezza. Questo è lo stile di vita dei profeti: una proposta, una scommessa per il mondo. Il destino di ogni uomo non si compie quando ci si ripiega in se stessi, ma solo quando ci si dona totalmente".

piazza

Il premio "Castellano dell'anno" alla memoria del dottor Maini
E nel segno di questo dare senza aspettarsi nulla in cambio, il sindaco Lucia Fontana, al termine della celebrazione, ha guidato i presenti in piazza XX settembre per consegnare di fronte alla comunità il premio “Castellano dell’anno”, che questa volta è stato assegnato, alla memoria, al dottor Giuseppe Maini. Personalità molto conosciuta, ha svolto la sua professione con tenacia, con il piglio forte e vivace che lo contraddistingueva, fino all’ultimo, sempre in prima linea, per poi perdere la vita a causa dell’epidemia. Un premio alla memoria, quindi: un riconoscimento per un uomo che non ha mai esitato a donarsi per la sua vocazione. Il sindaco ha poi premiato anche tutti i medici dell’ospedale di Castello, duramente messo alla prova come primo centro Covid in Italia, ricordando ancora una volta le vittime della comunità.

Paolo Prazzoli

Nelle foto, alcuni momenti della vigilia della festa patronale a Castel San Giovanni.

Pubblicato il 23 giugno 2020

 

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