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Lungo il Grande Fiume nel nome di San Colombano

guado di sigerico e san colombano

Il Guado di Sigerico, luogo unico dell’intero itinerario francigeno, è ora sotto la protezione di San Colombano, il santo europeo che dall’Irlanda ha fondato monasteri in tutta Europa compreso Bobbio.
Alla presenza del vescovo mons. Gianni Ambrosio a Soprarivo di Calendasco si è svolto, domenica 5 luglio,  un momento di preghiera con la benedizione di una croce e di una colomba posizionata sul luogo. Sul tema “Il Guado di Sigerico e il contesto monastico bobbiense tra piacentino e lodigiano nei secoli VIII e XIII”, si è soffermato il professor Attilio Carboni. L'iniziativa è stata curata da Danilo Parisi il traghettatore del Po.
Presenti il sindaco di Calendasco Filippo Zangrandi e il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali.

"Un lembo di terra che sa trasmettere una  forza che tocca l'anima"

Mauro Steffenini dell'Associazione Europea del Cammino di San Colombano, nel suo discorso, tra l'altro, ha detto:  "E’ questa la prima tappa sul territorio emiliano sia della Via Francigena che del Cammino di San Colombano. Non una tappa qualsiasi, infatti nei circa 2 mila chilometri di cammino affrontato dai pellegrini in viaggio verso Roma, capitale della Cristianità, al Transitum Padi era presente l’unico attraversamento fluviale dell’intero percorso. Quando, come associazione Europea del Cammino di San Colombano ci siamo trovati a tracciare l’ipotetico viaggio di Colombano verso Bobbio non abbiam avuto dubbi. Quasi l’intuizione fosse suggerita da una forza che diceva di far così senza tergiversare.  Oggi siamo qui a dire che il tracciato non è avvenuto per caso o per comodità, oggi possiamo ben dire che questo luogo  senza ombra di dubbio, ha legami con Colombano, sicuramente con la vita monastica bobbiese di poco successiva a lui".
"Oggi la nostra presenza qui, fa parlare ancora la storia, fa riaffiorare gesta antiche, rinverdisce il legame tra la gente e questo luogo, non come tanti altri, ma che si distingue per cultura e tradizione che ancora lo permeano in un modo indelebile. Questo lembo di terra sa trasmettere una forza interiore che tocca le corde dell’anima, prima ancora che della mente e la fa vibrare a tal punto da lasciare sensazioni profonde. Un bene che diventa patrimonio di chi qui arriva e riparte, perché racchiude in sè un cuore ricco di storia, di intrecci millenari di persone mischiati alla calma bellezza di un paesaggio sulle rive del grande fiume".

parisi

Nella foto sopra, il vescovo mons. Ambrosio con Danilo Parisi; in alto, nella foto di Luciano Prazzoli, la celebrazione a Soprarivo di Calendasco.

Pubblicato il 7 luglio 2020


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