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Carlo Acutis, il beato in scarpe da ginnastica

Carlo Acutis

“Siamo emozionati che finalmente la tomba di Carlo sia stata aperta, soprattutto perché i fedeli che Carlo ha sparsi per il mondo saranno in grado di vederlo e di poterlo venerare in modo più forte e coinvolgente. Ci auguriamo che attraverso l’esposizione del corpo di Carlo i fedeli possano elevare con più fervore e fede le preghiere a Dio che attraverso Carlo ci invita tutti ad avere più fede, speranza e amore verso di Lui e verso i nostri fratelli proprio come Carlo ha fatto nella sua vita terrena. Preghiamo che Carlo interceda per tutti noi presso Dio e ci ottenga tante grazie”. Antonia Salzano è la mamma di Carlo Acutis, il quindicenne morto nel 2006 e sepolto nel santuario della Spogliazione ad Assisi che sabato 10 ottobre sarà proclamato beato. Sarà il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, a presiedere il rito della beatificazione ad Assisi, nella basilica intitolata al santo.

L'esposizione del corpo fino al 17 ottobre

Al fine di evitare un eccessivo assembramento nel giorno dell’evento, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ieri ha aperto la tomba del prossimo beato, che resterà visibile al santuario della Spogliazione, per ora solo fino al 17 ottobre, data la difficoltà a gestire in sicurezza per un periodo più lungo i flussi di devoti in questo periodo di pandemia. “Carlo è passato in mezzo a noi come una meteora - ha sottolineato . Morto a soli quindici anni: quale disgrazia e quale strazio per i suoi e per quanti gli volevano bene! Ma nei disegni di Dio, quella disgrazia nascondeva una grande grazia. Quella meteora ha lasciato una scia di luce che lo rende ancora vivo e operante in mezzo a noi”.

Per quanto riguarda alcune notizie improprie che stanno girando sui media, il vescovo comunica che non risponde a verità che il corpo del prossimo beato sia stato trovato incorrotto. “All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al santuario - spiega monsignor Sorrentino - esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”.

Una mensa per i poveri in memoria di Carlo

Mons. Sorrentino ha annunciato che verrà aperta “una mensa per i poveri a poca distanza dal santuario della Spogliazione e ogni anno la diocesi sosterrà  un progetto nei Paesi del Terzo mondo per aiutarli a creare le condizioni per un’economia solidale. “Carlo Acutis come San Francesco - evidenzia il presule - hanno avuto in comune, oltre all’amore per Gesù e in particolare per l’eucarestia, un grande amore per i poveri. Per questo abbiamo deciso che, in una circostanza come questa, bisognava lasciare un segno forte; e quale segno migliore se non quello della carità?”.

Una santità moderna

Ha colpito in tanti, nelle fotografie e nei video dell'esposizione del corpo, vedere Carlo in scarpe da ginnastica. Ma Carlo era un ragazzo del suo tempo, che - anche attraverso questi piccoli dettagli - forse può parlare ancora più direttamente ai suoi coetanei. Carlo è un ragazzo del nostro tempo. Un ragazzo dell'era internet, e un modello di santità dell'epoca digitale, come lo ha presentato papa Francesco nella sua lettera ai giovani di tutto il mondo. “Sui passi di Francesco - sottolinea il vescovo di Assisi mons. Sorrentino - il giovane Carlo incarna una santità moderna, contemporanea, esempio per i giovani che, spesso, si trovano smarriti nella confusione del nostro tempo, senza avere più alcun punto di riferimento. Carlo lo aveva trovato in Dio e, senza smettere di essere un ragazzo normale, aveva fatto dell’eucaristia il centro della sua vita; e rivolgeva verso i più bisognosi l’amore che Dio riversava su di lui. La beatificazione di Carlo è immagine di una Chiesa aperta ai giovani, pronta ad accoglierli, accompagnarli, aiutarli nel loro cammino di crescita”.

Pubblicato il 2 ottobre 2020.

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