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«Ogni giorno abbiamo pregato per la sua liberazione»

Maccalli padre Gigi

“Con gioia grandissima, al suono festoso delle campane della cattedrale, della sua parrocchia di Madignano e di tante chiese delle diocesi di Crema, abbiamo accolto nella serata di ieri  la notizia della liberazione, avvenuta in Mali, di padre Gigi Maccalli e di altri ostaggi che ne condividevano la prigionia: una prigionia durata, per lui, quasi venticinque mesi, da quel 17 settembre 2018 che ne ha visto il rapimento nella sua parrocchia di Bomoanga, in Niger”. Lo afferma il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti. “La gioia di tutta la diocesi di Crema si unisce a quella dei familiari di padre Gigi – e specialmente della sorella Clementina e dei fratelli padre Walter e Angelo –, dei confratelli missionari della Società delle Missioni Africane, della diocesi di Niamey, dei tanti amici che in questi lunghi mesi hanno condiviso l’apprensione, le speranze, la preghiera e l’attesa", sottolinea il presule. Anche a Piacenza era stata organizzata una veglia di preghiera per il missionario, per iniziativa di Mauro Carioni della Comunità Papa Giovanni XXIII, suo compagno di scuola.

La liberazione nell'Ottobre missionario: un segno di incoraggiamento

"Stiamo vivendo l’Ottobre missionario: vorrei leggere in questa liberazione un segno di fiducia e di incoraggiamento per tutti quelli e quelle che testimoniano il Vangelo di Gesù nelle situazioni più esposte e difficili”, ha aggiunto il Vescovo di Crema Giannotti. Di qui l’auspicio: “La liberazione di padre Gigi rafforzi la nostra fiducia nella preghiera insistente e instancabile” e “aiuti tutti noi discepoli di Gesù a dare buona testimonianza di Lui, prima di tutto con la vita evangelica e con la stessa dedizione di padre Gigi nel riconoscere e far crescere nel mondo segni di risurrezione e di vita”.
Il vescovo si augura che “la liberazione di p. Gigi sia un segno promettente di speranza per quanti altri sono prigionieri per la loro fede e la loro lotta per la verità, la giustizia e la riconciliazione; e sia seme di pace e fiducia per il Niger da lui tanto amato, e per tutta l’Africa. Interceda per noi il ‘nostro’ missionario martire, il beato Alfredo Cremonesi”.

“Da due anni aspettavamo questa notizia. Abbiamo pregato ogni giorno per questo, insieme con tantissime altre persone”: così si è espresso il superiore generale della Società delle Missioni Africane (Sma), padre Antonio Porcellato, che rivolge un pensiero a chi è ancora nelle mani dei rapitori: “Pensiamo anche a chi non è stato liberato ancora. Speriamo che possano essere liberati presto”. E conclude: “Speriamo che la violenza e l’ingiustizia che prevalgono nel Sahel possano trovare una soluzione. Preghiamo anche per questo”.


Pubblicato il 9 ottobre 2020.

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