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Il Vescovo in S. Giuseppe Operaio: la Chiesa cresce anche grazie ai carismi

 cristiani

“Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una progressiva erosione della dimensione sociologica delle comunità cristiane. Le parrocchie non si identificano più con il territorio…”. È questa una delle considerazioni del vescovo mons. Adriano Cevolotto nel suo intervento, il 31 marzo, nella parrocchia di San Giuseppe Operaio, sul tema: La Chiesa nel suo esodo attraverso il tempo tra ministeri e carismi”. Nella serata, rivolta alle parrocchie di Nostra Signora di Lourdes, di San Giuseppe Operaio e di Pittolo, il Vescovo ha precisato come il nostro tempo presenta nuove sfide da affrontare.

Carismi e ministeri

La riflessione è partita dal Concilio Vaticano II in cui si è parlato di carismi, ministeri, comunione e popolo di Dio. “Tutto ciò però non è una novità - ha aggiunto - fin dalla prima esperienza di Chiesa, come evidenzia la Lettera ai Corinzi, la presenza di carismi era evidente nelle comunità. Inoltre, lungo la storia, le esperienze monastiche, gli istituti religiosi, così come i movimenti laicali delle confraternite, sono nati da una intuizione carismatica”.
Questi carismi e ministeri - per il Presule - appartengono all’essere stesso della Chiesa, sono risposte alle varie sfide del tempo della società e dalla geografia territoriale.

Il senso del proprio servizio

Nella Lumen Gentium al n.12 si legge: “Questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione. Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono”.
Sono ministeri e carismi - ha sottolineato il Vescovo - che bisogna cogliere, apprezzare, discernere e non devono essere recepiti come una utilità per la carenza di preti, ma una vera e propria azione dello Spirito Santo per il bene della Chiesa.
L’esperienza delle comunità cristiane ha sempre avuto la disponibilità di persone impegnate in servizi di ogni tipo, ma che differenza c’è con le altre forme di volontariato? - si è domandato il Vescovo.
“I cristiani impegnati devono chiedersi il senso del proprio servizio - ha puntualizzato -, devono capire il perché del loro agire, c’è bisogno quindi di una formazione. Del carisma, che esprime sempre fascino personale e capacità persuasiva, è necessario capirne il valore e l’obiettivo”.

Apprezzamento di ogni dono

Inoltre - per il Presule - la metafora del corpo e delle membra, nella Prima Lettera ai Corinzi, evidenzia che il carisma deve essere armonizzato con tutti gli altri. Il corpo nella sua totalità ha bisogno di unità e prevale la cura della condivisione.
“Dobbiamo guardarci allo specchio come credenti e come comunità - ha affermato mons. Cevolotto - e superare ogni livello di discredito o poca considerazione che si ha nei confronti degli altri. Lo stile cristiano è quello dell’apprezzamento di ogni dono, e il senso profondo dell’agire non è nei confronti di se stessi, ma verso Cristo, rendendolo credibile ed affascinante”.
L’ulteriore considerazione del Vescovo ha messo in evidenza la capacità di cogliere le urgenze pastorali nelle comunità cristiane per saper accogliere tutti, intercettare le domande della società, e riuscire, in ogni epoca, a capire come annunciare il Vangelo.
Molti carismi sono legati al momento liturgico ed è proprio a partire dall’Eucaristia, cuore della Chiesa, - per il Presule – che si irradiano nella vita delle persone. La Chiesa dà rilievo a questi servizi che hanno una dimensione vocazionale e richiedono una formazione.

Ascoltare i lontani

“Il cammino sinodale che stiamo vivendo - ha infine precisato il vescovo - ci permette di ascoltare anche i maggiormente lontani dalle nostre sensibilità. Il Signore non ci faccia mancare la genialità di cogliere ogni istanza della società per proporre un cammino cristiano attraente”.
Le stimolanti riflessioni del Vescovo hanno fatto nascere numerosi interventi che hanno dato modo al presule di offrire ulteriori spiegazioni, dando risposte efficaci ai presenti.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 1° aprile 2022

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