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Messa in Coena Domini. Il Vescovo: non cediamo alle discriminazioni

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“Si stanno aprendo esemplarmente porte e case ai profughi ucraini, come rimangono colpevolmente sbarrate le stesse verso altri profughi. Quali piedi sono disposto a lavare e quali invece no?”. È la provocazione lanciata dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, durante la messa in “Coena Domini” del Giovedì Santo, il 14 aprile, in Cattedrale a Piacenza.
“L’emergenza drammatica dell’Ucraina - ha aggiunto - non ha archiviato quella di chi continua ancora ad approdare sulle nostre coste o a giungere ai nostri confini; convive con quella di chi in conseguenza della pandemia o di altre vicende personali ha perso il lavoro, la casa… la dignità… Per chi le vive sono altrettanto drammatiche. Non possiamo essere noi a dare le pagelle del grado di drammaticità”.

La lavanda dei piedi
La celebrazione, vissuta nella memoria dell’Ultima Cena in cui Gesù istituì il sacramento dell’eucaristia alla presenza dei suoi apostoli, è stata simboleggiata dal rito della lavanda dei piedi. In questo gesto sono state coinvolte dodici persone, fra cui alcune accolte in appartamenti nell’esperienza del progetto Caritas “Casa tra le case”, una volontaria di una Caritas parrocchiale; alcuni ucraini ospitati a Piacenza, una ragazza ugandese, laureata da pochi giorni alla Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica che ha seguito negli scorsi anni i corsi di lingua italiana con le Suore Scalabriniane e dei bambini di origine africana.
Il significato di questo rito - come ha sottolineato il Vescovo alla recente messa per il 50° di fondazione dell’ong Africa Mission - è di essere attenti a tutte le emergenze e a tutte le persone che, da situazioni e Paesi diversi, bussano alla nostra porta.


Non dimenticare nessuno
“Solo lasciandoci raggiungere da questo amore - ha spiegato il Vescovo - che scardina ogni nostro criterio, prenderemo parte del suo Amore. Solo perché Dio ti ha amato in questo modo, ti ha amato con i piedi sporchi e perciò ripugnanti, puoi comprendere che questo non può essere che amore divino”.
La riflessione del Presule ha messo in evidenza come Cristo si è “consegnato” per tutti e impone ad ognuno di non dimenticare nessuno per strada.
“Dobbiamo dircelo, - ha affermato il Vescovo - il nostro è più che un pericolo: a vari livelli mettiamo in atto comportamenti ‘discriminatori’. Generosi con alcuni e chiusi verso altri…”.

Immagine viva dell’amore gratuito
Infine mons. Cevolotto ha ricordato i piedi di coloro che annunciano la pace: piedi di volontari, di persone che accolgono: “A ricordarci che a tutti Gesù lava i piedi. Tutti abbiamo bisogno che Lui si pieghi nel Suo amore perché il nostro servizio e la nostra cura sia immagine viva di questo amore gratuito”.
Al termine della celebrazione, dopo la Comunione, le ostie consacrate sono state portate in processione nel luogo della reposizione del Santissimo Sacramento, dove si è vissuto un momento di adorazione personale che ha voluto esprimere la devozione dei fedeli per l’eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa. Alla fine della messa, l’assemblea si è sciolta in silenzio per immergersi nel momento del dolore e della sofferenza di Cristo che si celebra nel Venerdì Santo.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 15 aprile 2022

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Nelle foto di Pagani, alcuni momenti della messa in Coena Domini in Cattedrale il Giovedi Santo.

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