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Il Cardinal Cantoni a Piacenza: «Gridare il Vangelo con la nostra vita»


 
 cantoni

 
 
“Vorrei chiedere al Signore, per le nostre chiese sorelle di Piacenza e di Como, di avere, sull’esempio di San Giovanni Battista Scalabrini, la passione di portare il vangelo, gridandolo con la nostra vita, a tutte le persone che incontriamo”: sono le parole del Cardinal Oscar Cantoni pronunciate al termine della celebrazione che ha portato, il 4 marzo, più di cento pellegrini a Piacenza da Como, la patria del vescovo Scalabrini, proclamato santo nello scorso ottobre da papa Francesco.

La Chiesa di Como ha reso omaggio a San Scalabrini
L’iniziativa, promossa dal Servizio pellegrinaggi della diocesi lombarda, ha voluto rendere omaggio al loro concittadino che ha guidato la Chiesa piacentina dal 1876 al 1905 e che è sepolto in Cattedrale.
Il gruppo comasco giunto a Piacenza, ha visitato i luoghi legati alla memoria di mons. Scalabrini accompagnati da padre Mario Toffari. Nel pomeriggio, alle 15, la messa in Cattedrale presieduta dal cardinal Oscar Cantoni, dal 2016 vescovo di Como, in cui ha tenuto l’omelia il vescovo di Piacenza-Bobbio mons. Adriano Cevolotto.
Il cardinal Cantoni fa parte della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata e ha svolto l’incarico di visitatore dei Seminari e delegato nazionale dell’Ordo Virginum. È anche membro del Dicastero vaticano per i Vescovi. Oltre a collaborare con Riviste di spiritualità, su argomenti vocazionali, ha pubblicato diversi libri per i giovani.

Continuare a testimoniare il Vangelo
Il cardinale Cantoni, esprimendo la gratitudine più sincera e fraterna per l’accoglienza e la benevolenza, ha evidenziato come San Giovanni Battista Scalabrini appartiene a Como e a Piacenza.
“È cresciuto in santità – ha detto Cantoni – con il battesimo e attraverso il ministero presbiterale maturato nella chiesa di Como, poi qui a Piacenza ha svolto il suo ministero episcopale, diffondendo la larghezza dell’amore del Signore aldilà di questo territorio, fino agli estremi confini della terra. Ora noi dobbiamo continuare a testimoniare il vangelo - ha aggiunto il cardinale - a partire da queste terre che sono nuovamente da evangelizzare, affinché la grazia del Signore arrivi ovunque, perché tutti possano riflettere sulla bontà di Dio e sul suo amore per gli uomini”.

Sete e fame di santità
Nell’omelia mons. Adriano Cevolotto ha sottolineato il significato profondo e importante del recarsi sulla tomba di San Giovanni Battista Scalabrini.
“Siete venuti - ha aggiunto - dopo aver percorso un itinerario spirituale sulle tracce di quella santità vissuta in questi luoghi, su queste strade”.
La riflessione del Vescovo si è quindi incentrata sulla strada di ogni cristiano verso la santità. “Abbiamo bisogno - ha detto il Presule - di respirare continuamente la santità che è possibile e desiderabile, altrimenti incaglieremmo la nostra esistenza nelle secche dell’abitudine e non saremmo più in grado di osare”.
Scalabrini riguardo alla santità diceva che occorre un desiderio e una volontà paragonabili e alla sete e alla fame.

Unione con Cristo
“Voi, Chiesa di Como, - ha continuato mons. Cevolotto - siete parte di questa santità, manifestate il contesto in cui essa è maturata, potete ammirare un frutto della vostra tradizione, della capacitò di una chiesa locale di generare esemplarità di vita cristiana”.
La santità - per il presule - non è mai isolata, e Gesù ha raccomandato l’urgenza di essere perfetti.
“Non si tratta di perfezionismo, che è una forma di orgoglio, ma la perfezione - secondo mons. Cevolotto - coincide con il sacrificio totale di sé.
Sotto i nostri occhi – ha proseguito – più passa il tempo e più assomigliamo marcatamente ai nostri genitori. Immaginiamo cosi la vita spirituale: un progressivo manifestarsi in noi della volontà del Padre e del suo amore.
Scalabrini ha fatto trasparire, nella sua vita, il volto di Cristo e diceva: “Amate Gesù, state uniti a Gesù”. Quindi L’unione con Cristo è il segreto della perfezione”.

Il Santissimo Crocifisso
La devozione di sua mamma verso il Santuario del Santissimo Crocifisso a Como, ha influito sul Santo. Infatti il Crocifisso è l’immagine più trasparente dell’amore totale e incondizionato. “La croce più di ogni altra cosa ci grida amore”: diceva Scalabrini che ha avuto comportamenti di straordinaria carità anche verso chi lo osteggiò.
“Operò sempre - ha evidenziato mons. Cevolotto - per la riconciliazione, mettendo al centro la comunione nella chiesa. Cogliamo l’attualità nella sua figura che ha vissuto, anche nel suo tempo travagliato, questioni che attraversavano la chiesa e fenomeni nuovi come quello delle emigrazioni. In lui la carità si è manifestata come passione per il proprio tempo, nel non accontentarsi di quello che era dovuto.
La carità pastorale ha esposto San Giovanni Battista Scalabrini all’imprevedibile, trasformandolo in vangelo: è questo il modo con cui ha manifestato la sua santità”.

Riccardo Tonna

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Nelle foto, il pellegrinaggio dei comaschi sulla tomba del Santo Scalabrini in Cattedrale a Piacenza. (foto pagani)

Pubblicato il 5 marzo 2023
 

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