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Celebrata a Caorso la festa di Sant'Antonio

benedizioe

Si è celebrata a Caorso la festa di Sant’Antonio abate, ormai entrata nella tradizione e sempre molto partecipata dai fedeli. Vissuto tra il terzo e il quarto secolo, Sant’Antonio è considerato il primo abate della Chiesa e padre del monachesimo; cresciuto in una famiglia cristiana che lo ha educato all’ascolto del Vangelo, riconobbe che Dio gli stava parlando personalmente, decise di dare tutti i suoi beni ai poveri e di iniziare la vita eremitica. Questa esperienza lo portò a ritirarsi in solitudine nel deserto. “Il deserto è un aiuto – ha detto don Franco Cattivelli, parroco di Caorso -. Quando siamo circondati dai nostri beni, non riusciamo a riconoscere che Dio è il nostro unico vero Bene”. Il deserto però è anche il luogo del combattimento contro il demonio che, con le sue lusinghe e tentazioni, vuole allontanarci da Dio. “Antonio ha lottato contro il demonio per tutta la sua vita con l’aiuto di Dio – ha continuato don Cattivelli -. Per farlo si è servito delle armi che il Signore ci consiglia: la Parola, la preghiera, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, lo zelo per l’annuncio del Vangelo”. In questo combattimento ci possiamo salvare con l’umiltà, abbandonandoci completamente nelle mani di Dio come ha fatto Antonio, rinunciando all’orgoglio.
La festa di Sant’Antonio è legata tradizionalmente alla benedizione dei generi alimentari e degli animali. “Gli animali sono degli aiuti che Dio ha disposto per l’uomo – ha concluso don Franco -, perché noi ne adoperiamo. Non devono diventare degli idoli, non dobbiamo metterci al loro servizio. Lasciamo che occupino il posto che Dio ha pensato per loro, perché sono creature preziose, ma non sono figli di Dio come lo siamo noi. Che il Signore ci conceda di affidarci a lui, usando la nostra vita secondo i suoi piani di salvezza”.
Al termine della celebrazione sono stati benedetti l’olio, il pane e il sale portati dai fedeli per l’occasione. Successivamente, sul sagrato, sono stati benedetti gli animali domestici e provenienti dalle fattorie del territorio.
Alcuni volontari hanno distribuito le tradizionali ciambelline, alcuni dolci e bevande calde per ristorare i presenti.

Matteo Pavesi

Ascolta l'audio   

Pubblicato il 23 gennaio 2019

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