Alla scoperta della Val Taro e Val Ceno
La Valtaro e la Valceno sono una meta ideale: paesi e villaggi sparsi ai piedi o sulle pendici dell’Appennino Ligure-Emiliano e Tosco-Emiliano con forte connotazione agricola, immersi in un paesaggio quasi incontaminato, caratterizzato da praterie, boschi e foreste, ove il verde domina sovrano. Non mancano monti con aspre cime rocciose, laghi di origine glaciale e paesaggi mozzafiato. Ce n’è per tutti i gusti: percorsi impegnativi per gli escursionisti esperti, passeggiate brevi e lunghe adatte a tutta la famiglia, possibilità di pesca e bagni nei fiumi Taro e Ceno, alla nostra quota non ancora inquinati, picnic nei boschi ricchi di frutti selvatici: lamponi, fragole, mirtilli, more e in autunno pregiatissimi funghi per i quali la nostra montagna è famosa. L’incanto delle nostre valli sono, l’aria pulita, la rigogliosità della vegetazione, i fiumi e i torrenti cristallini, le tracce di antichi popoli e sentieri percorsi dai viaggiatori medievali quali la “Via degli Abati”, i castellieri, i castelli (Bardi e Compiano quelli meglio conservati), la gastronomia, le antiche tradizioni, le leggende e la storia di uomini e cose; tutto ciò è palese per un turista attento capace di cogliere valori veri, come la tradizionale, ma sentita, religiosità.
In ogni piccolo paese, in ogni frazione svettano campanili, in ogni passo e luogo di transito delle antiche strade pedonali le molte cappellette e maestà restaurate e ben tenute provano che da noi la devozione, la sentita religiosità sono capaci di superare le difficoltà orografiche e il progressivo spopolamento. Nel 1937 con mezzi davvero poco idonei, le popolazioni della Valtaro e Valceno sono riuscite a trasportare e innalzare sulla cima più rappresentativa dei nostri monti, il Penna, la statua bronzea della Madonna di San Marco.
Durante l’estate i nostri piccoli borghi si rianimano per accogliere degnamente i nativi, che riaprono le case avite per un riposante soggiorno, e i turisti. È un fiorire di iniziative di tutti i tipi all’insegna del divertimento, ma anche della cultura: feste, musica, rappresentazioni teatrali, mostre, presentazione di libri, sagre, pranzi all’aperto, serate culturali a tema, serate planetario, escursioni di tutti i tipi organizzate e condotte dalle guide GAE.
Le gite e le possibilità per le famiglie sono molteplici.
Luoghi da visitare. Interessantissima la visita al Castello di Bardi, fortezza che si erge su uno sperone di diaspro rosso a difesa dell’Alta Val Ceno, molto accurati la ricostruzione di antichi ambienti e i percorsi didattici all’interno. Vicino a Bardi, in comune di Varsi, il monte Barigazzo con due creste di arenaria molto caratteristiche e faggi monumentali. Stupende le foto di Flavio Nespi su Valceno Web. Anche il Castello di Compiano merita una visita, dal camminamento di guardia si gode un bellissimo panorama della Valtaro. Il paese, circondato da mura, è ben conservato, caratteristico e piacevole. Nell’antico oratorio di San Rocco il “Museo degli Orsanti”. D’estate, oltre a varie manifestazioni importanti, riaprono le “Antiche Botteghe” con laboratori per adulti e bambini,
Borgotaro, il centro più grande e animato della zona, è interessante per i Palazzi Storici e le molte iniziative culturali dell’Associazione Culturale “A. Emmanueli” e per le serate di musica e spettacoli vari nell’anfiteatro di Piazza Aquara.
Bedonia poi è giustamente famosa per il “Santuario Basilica della Madonna della Consolazione”, da noi familiarmente “Madonna di San Marco” e per il Seminario vescovile, posto in posizione panoramica sul Colle San Marco ai piedi del Monte Pelpi, con le importanti dotazioni museali e il Planetario. Per le escursioni sui monti non c’è che l’imbarazzo della scelta, tutti i comuni hanno pubblicato la Carta Turistico- Escursionistica del loro territorio che potete trovare presso le edicole e gli uffici tu-ristici. Per quanto riguarda i monti mi limito a suggerire due brevi passeggiate.
Dal Passo dell’Incisa alla cima del Monte Penna m. 1735. Sino all’Incisa (1463 m.) si può arrivare in automobile con strade asfaltate dalla Valceno, dalla Valtaro e da Piacenza ( Ferriere, Passo Zovallo, Passo del Tomarlo, Caserma Nuova del Penna, Incisa). Un ampio parcheggio è a disposizione, da lì parte un sentiero abbastanza agevole, tutto in salita però, che attraverso boschi di faggi centenari sale, in circa un’ora per i camminatori non molto allenati, sino alla vetta ofiolitica (1735 m) da cui si gode un panorama straordinario, a 360 gradi, del Mar Ligure, dei monti liguri, emiliani, lombardi e toscani con la caratteristica catena delle catena Alpi Appuane. Nelle giornate particolarmente limpide sono visibili le Alpi Piemontesi e Lombarde, nonché le isole dell’Arcipelago Toscano. Sulla cima troviamo la statua della Madonna di San Marco che vigila e protegge le Valli di Taro e Ceno e una Cappella dove si può celebrare la messa.
Dai Pianelli al Lago Nero. L’itinerario ha inizio dalla località Pianelli (1504 m.), raggiungibile da Ferriere in Val Nure tramite la strada che collega il passo dello Zovallo al Passo del Tomarlo o da Bedonia in Val Ceno tramite la strada per il Passo dello Zovallo. Dai Pianelli per un largo e agevole sentiero in salita tra boschi di faggi e slendidi panorami si giunge a Prato Grande, a poco più di1600 m., una vasta torbiera tra il M. Bue e il M. Nero con in piccolo rifugio. Attraversato il prato, per un sentiero ben segnalato e più imper-vio. Si scende al suggestivo Lago Nero di origine glaciale a 1540 m. complessivamente il percorso richiede circa 1 ora o al massimo 1,15. Il monte Nero è un’elevata cresta di rocce ofioliti, tra il parmense e il piacentino, caratterizzata dal cupo colore delle rocce e dei ghiaioni, notevoli le tracce glaciali e gli estesi popolamenti autoctoni di pino mugo e abete bianco che creano un paesaggio molto singolare e poco appenninico. Una curiosità, ad agosto inoltrato Prato Grande appare come una nuvola rosa cipria per la fioritura del Garofanino Superbo e della Genziana Campestre.
Da Bedonia alla Sorgente dell’Acqua Solforosa. Benvenuti a Bedonia, paese adagiato in una splendida conca dell’Alta Val Taro protetto dalla mole amica del monte Pelpi, il gigante buono che ripara il paese dai gelidi venti del nord, per una domenica all’insegna della religiosità e della natura. La mattina in Basilica la solenne celebrazione domenicale delle ore 10, oppure quella nella parrocchiale di Sant’Antonino alle 11.15. Poi una sosta ristoratrice nel Parco del Seminario o una visita veloce al paese, il pranzo può essere a sacco sempre nel parco o ospiti del Seminario che, a prezzi popolari, offre ospitalità a famiglie e gruppi. Il pomeriggio una passeggiata verso il monte Pelpi alla ricerca della sorgente solforosa, tra prati un fiore, boschi e gorgoglianti ruscelli. Se in famiglia ci sono anziani o persone che non possono camminare in salita e in sentieri un po’ impervi, possono dedicare il pomeriggio al riposo nel verde o visitare gli interessantissimi musei della struttura.
L’ itinerario. Usciti dal Seminario ci dirigeremo verso nord lungo la Provinciale 359 per circa un chilometro sino al bivio per Monti, sulla sinistra una “maestà”. Proseguire sulla strada per Monti attraverso gruppi di case in pietra fino alla località Ceio. Una strada sterrata a destra segnalata con segnaletica CAI ci guiderà tra boschi e costeggiando un gorgogliante torrente, tra luccichii e l’alternarsi di luce ed ombra, sino alla sorgente solforosa (una delle poche in provincia di Parma), da cui sgorga da millenni un’acqua altamente depurativa. Dopo una sosta ristoratrice potremo ritornare per la stessa strada o proseguire in salita versi la località Monti, frazione sulle pendici del monte Pelpi a 1000 metri, tipico borgo montano abbarbicato, e scendere, percorrendo la strada asfaltata che conduce a Bedonia, in zona aperta con un magnifico panorama sulla valle e sui monti circostanti, fino al Seminario. Complessivamente il percorso richiederà circa 2 ore di buon passo o 2 ore e mezza a passo più lento andata e ritorno alla sorgente escluse le soste, circa tre ore passando da Monti. Il percorso è di media difficoltà, soprattutto perché tutto in salita all’andata e con parte del percorso in sentiero un po’ accidentato, però non presenta particolari difficoltà, richiede a tratti un po’ di attenzione, ma ne vale assolutamente la pena.
Pubblicato il 20 agosto 2019
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