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«Ci sono fragilità che non possiamo lasciare in casa nell’emergenza»

 disabili

Quasi un’emergenza nell’emergenza. E’ la condizione in cui si trovano le persone con disabilità intellettiva o psichica potenzialmente correlata a crisi comportamentali, per cui le misure restrittive di contenimento del virus Covid19 e la prolungata permanenza in casa rischiano di causare situazioni insostenibili, e che nei casi strettamente necessari possono trarre sollievo da brevi uscite dal proprio domicilio, a piedi o su mezzo privato. La Regione, sulla base delle segnalazioni pervenute da parte di associazioni che si occupano di disabilità, fornisce chiarimenti al riguardo, facendo riferimento alle risposte ad analoghe richieste da parte dell’Ufficio per le persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In particolare, le risposte prevedono che la persona disabile, o con problemi fisici o psichici, possa uscire per attività fisica o altre attività correlate alla propria condizione di salute, solo se strettamente necessario e osservando le regole di distanziamento sociale, eventualmente accompagnata da un familiare o da chi lo assiste. Come per tutte le uscite dal proprio domicilio per motivi di salute, l'indispensabilità dell'uscita va autocertificata attraverso i moduli utilizzati da tutti i cittadini che ne abbiano necessità. Oggi si chiarisce che, a supporto dell’autocertificazione, le Aziende USL, su richiesta dell’interessato o del familiare che lo rappresenta, rilasceranno una certificazione che attesti la condizione o lo stato di disabilità e le eventuali ulteriori informazioni ritenute necessarie.

“Le persone con disabilità e le loro famiglie stanno affrontando grandi difficoltà a causa dell’emergenza e delle misure restrittive per contenere il virus. Siamo in costante contatto con le associazioni che si occupano di disabilità, che ci segnalano le diverse criticità. - spiega la vicepresidente con delega alle disuguaglianze, Elly Schlein -. Si sono interrotti le abitudini e i percorsi educativi a causa della sospensione dei servizi educativi, di centri diurni e laboratori. Per questo stiamo lavorando con i comuni, gli enti gestori dei servizi e i sindacati per individuare protocolli condivisi su prestazioni individuali di supporto alle famiglie durante l’emergenza. Molti Comuni - prosegue la vicepresidente- si sono già attivati con soluzioni mirate, con l’aiuto degli educatori. Altri hanno messo in campo buone pratiche, come Rimini che ha individuato la disponibilità di un parco privato, dove persone con disabilità, per le quali la prolungata restrizione in casa risulti insostenibile, possano trascorrere qualche ora all’aria aperta nel rispetto delle misure restrittive e di distanziamento”.

Pubblicato il 31 marzo 2020

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