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Sostenibilità, un nuovo corso di laurea in Cattolica. Aziende italiane a confronto

prof. Davide Galli Universita Cattolica


Parte all’Università Cattolica di Piacenza il corso di laurea triennale in Management per la sostenibilità, attivato da quest’anno accademico dalla facoltà di Economia e Giurisprudenza. Il corso, coordinato dal professore di Management Davide Galli, nasce per rispondere alle evoluzioni del mercato del lavoro formando professionisti nella sostenibilità, attraverso la collaborazione con importanti partner nel mondo delle imprese, della finanza e del terzo settore.
Esponenti di Dallara Automobili, Salvatore Ferragamo, Intesa San Paolo, Ferrero, Eni, Iren, e della no profit americana “Robert F. Kennedy Human Rights”(tutte società partner nel corso) hanno portato la loro testimonianza di come la sostenibilità sia necessaria alle imprese, in un webinar di presentazione che si è tenuto mercoledì 29 luglio alle 15.30 sulla piattaforma Blackboard, dal titolo “Imprese e sostenibilità: l’impatto del Covid-19”, organizzato dal professor Marco Allena, docente di Politiche fiscali e sostenibilità nel nuovo corso di laurea, e mediato da Laura La Posta, capo redattrice de “Il Sole 24 Ore”, in collegamento dalla sua abitazione a New York.


preside Anna Maria Fellegara Universita CattolicaLaura La Posta Il Sole 24 Ore copia

Nelle foto: in alto, Davide Galli coordinatore del corso sulla Sostenibilità in Cattolica; sopra, Anna Maria Fellegara, preside di Economia e Giurisprudenza e Laura La Posta del Sole 24 Ore


Cambiamento, trasparenza e governace i pilastri del nuovo corso
“La crisi causata dalla pandemia da Covid - ha detto la professoressa Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza - ci ha mostrato che viviamo in un momento storico di grandi cambiamenti globali, e finalmente ci ha fatto capire che nessuna delle sfide più urgenti oggi può essere interpretata da una sola disciplina o da una sola prospettiva, o dalla politica di un solo paese. È necessaria collaborazione, e in questo l’Università cerca di rispondere con la sua offerta formativa”. “Mentre a luglio 2019 progettavamo questo corso di laurea - ha detto il prof. Galli presentando l’incontro - guardavamo al 2030, 40, 50, pensando ai problemi che si sarebbero presentati in futuro per il mondo delle imprese, e cercando di partire da tre principi fondamentali: uomo, ambiente ed economia. La pandemia da Covid-19 ha accelerato le esigenze, e ci ha portato ad affrontare subito una serie di questioni. La prima è il cambiamento: la capacità di gestire i cambiamenti è diventata determinante, dopo che le cose sono cambiate in poche settimane; la seconda è la trasparenza, perché la pandemia ci ha insegnato che è necessario condividere in modo trasparente degli indicatori per identificare i fenomeni; la terza è la governance, cioè la capacità di prendere le decisioni non come singoli, ma insieme, e di farle funzionare”.

Donato Tramuto Robert F. Kennedy Human Rights Italia copia

Sostenibilità economica, sociale, e ambientale: parlano i grandi gruppi italiani
Laura La Posta, aprendo lo spazio per gli interventi, ha ricordato che negli Stati Uniti il nostro paese è stato additato come best practice internazionale nella gestione dell’emergenza sanitaria, e che le difficili condizioni degli ultimi mesi hanno cambiato il modo di pensare alla sostenibilità.
La parola è passata a Donato Tramuto (nella foto sopra), Vicepresidente di Robert F. Kennedy Human Rights Italia, in collegamento dal Maine, U.S.A. Tramuto ha creato e venduto aziende nel settore della salute, e affianca all’attività di imprenditore quella di filantropo e attivista sociale. Il suo intervento ha chiarito come quando si parla di sostenibilità si pensi soprattutto all’ambiente, ma non va dimenticata la sostenibilità sociale, che è una necessaria premessa a quella ambientale, e che vede sullo sfondo quella economica. Fra i nuovi problemi che ha messo in luce in campo sociale spiccano quelli sul piano della salute e dell’isolamento e solitudine delle persone. Sul piano del lavoro spicca il neologismo “collabovation” (collaboration and innovation), che porta in primo piano l’innovazione raggiunta grazie alla collaborazione con il team di lavoro.
Andrea Pontremoli, A.D. di Dallara Automobili S.p.A ha detto: “Certamente l’innovazione passa dalla collaborazione perché un’azienda innovativa deve essere aperta a idee esterne, che possono arrivare da fornitori, clienti e università e ricerca. Riguardo la sostenibilità, ciò che non consideriamo mai è il fattore tempo: non hanno senso progetti sostenibili indefinitamente, ma dobbiamo sempre considerare i tempi in cui si succedono le cose. Vuol dire occuparsi delle tre sostenibilità, economica, sociale e ambientale, proprio in questo ordine. La sostenibilità economica nasce se teniamo presente che l’azienda non deve fare utile, ma deve essere utile. Come imprenditore non devo trascurare clienti e fornitori, e, per esempio, mi devo preoccupare di come stanno durante la pandemia, in modo da creare una forte fidelizzazione. Per la sostenibilità sociale dobbiamo ricordare che noi non abbiamo il consumo, ma l’uso del pianeta. Questo ci porta ad essere molto più responsabili verso quello che possiamo fare. Prendiamo ad esempio la plastica: non è possibile che un materiale di fatto indistruttibile venga utilizzato per produrre per lo più oggetti monouso”.

Veronica Tonini Salvatore Ferragamo copiaSelina Xerra Iren copia

Sopra, da sinistra Veronica Tonini di Ferragamo  e  Selina Xerra di Iren.

L'esempio dell'azienda Ferragamo
La dottoressa Veronica Tonini, Chief Risk Officer & Sustainability Coordinator di Salvatore Ferragamo S.p.A., ha esposto come progetti sostenibili facciano parte della casa di moda Fiorentina da diversi anni a questa parte. “Dal 2014 - ha spiegato - la nostra azienda ha preso impegni di lungo termine sul piano della sostenibilità, che intendiamo come «passione responsabile». Sul paino della sostenibilità ambientale nel 2017 abbiamo firmato il «Fashon Pact», accordo voluto dal presidente francese Macron a cui hanno aderito più di 350 brand di moda, che stabilisce regole sul piano del clima, gli oceani e la biodiversità. Sul piano sociale abbiamo sempre tenuto come prioritario il legame con la comunità e il territorio: Ferragamo è Firenze, e Firenze è Ferragamo, il nostro legame con la città è storicamente forte, e durante la pandemia ci siamo impegnati per aiutare la comunità, ad esempio attraverso la ristrutturazione di ospedali con l’aiuto di Crocerossa. Il Covid, come si diceva, ha accelerato un impegno che avevamo già intrapreso da diversi anni”.


Iren, l'integrazione d tre dimensioni
“Per noi - ha detto Selina Xerra, Selina Xerra, Direttore Corporate Social Responsibility e Comitati Territoriali di Iren S.p.A. - l’integrazione delle tre dimensioni economica, sociale e ambientale, è stata necessaria per apportare le modifiche che ci ha imposto la pandemia per continuare ad offrire un servizio di qualità. Gestiamo servizi essenziali, come acqua, rifiuti ed energia, e non ci siamo fermati neanche durante il Covid. Creare equità tra azienda, clienti e fornitori grazie a politiche sostenibili è necessario per noi oggi, anche per senso di responsabilità verso il Paese. Per farlo al meglio avremmo bisogno di tutto il supporto possibile da parte della governance di sistema, che non significa avere più soldi, ma nel nostro caso una deburocratizzazione dei processi”.



Marco Marchetti Ferrero copiaAlessandra Testoni Eni copia

Sopra, da sinisitra Marco Marchetti di Ferrero e Alessandra Testoni del gruppo Eni.

L'impegno alla sostenibilità di Ferrero
L’impegno alla sostenibilità di Ferrero è stato esposto da Marco Marchetti, Industrial Sustainability Environment and Energy Director del Gruppo. “Michele Ferrero, nostro fondatore - ha detto Marchetti - ha sempre avuto la fama di imprenditore illuminato, e sul piano di filantropia e sostenibilità ha sempre dato il suo contributo, aprendo fabbriche in Camerun, India, Sudafrica, per dare lavoro alle popolazioni locali. Il nostro impegno alla sostenibilità si può vedere nella cura dei dipendenti, che hanno a disposizione asili aziendali, o pullman per i pendolari che permettono tra l’altro un risparmio delle emissioni. La pandemia ci ha messo di fronte a situazoini che non eravamo abituati ad affrontare, e ci ha fatto imparare cose nuove. Improvvisamente abbiamo dovuto mettere tutti in smart working, e questo ci ha fatto capire che non era così necessario partissero 30 persone al giorno da Alba per la nostra sede del Lussemburgo. Questo ha significato un grande risparmio di emissioni, a cui si aggiunge quello di stampe e fotocopie per la digitalizzazione del lavoro”.


Gruppo Eni, importante collaborare
L’impegno alla sostenibilità è parte integrante del business del gruppo Eni, come ha spiegato Alessandra Testoni, responsabile per la sostenibilità: “Per noi è fondamentale la collaborazione a lungo periodo con i paesi partner in cui siamo presenti, con cui abbiamo instaurato un programma di sviluppo integrato con la nostra linea di business. I nostri settori di intervento vanno dall’accesso all’energia, alla diversificazione economica, all’accesso all’acqua, all’educazione e salute, e sono tutti sviluppati in partnershp con agenzie delle Nazioni Unite. La crisi causata dalla pandemia ci ha visto già pronti e stabili sulla distribuzione di cibo e acqua e sull’educazione, come di è visto in territori come Iraq e Messico”.
Ha dato spiegazione dei rapporti tra sostenibilità e finanza Anna Maria Roscio, della direzione Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo: “Oggi esiste una forte correlazione tra performance finanziaria e sostenibilità delle imprese. Le grandi aziende hanno l’obbligo di certificare gli interventi sostenibili nei bilanci, ma non ce l’hanno le piccole e medie imprese, di cui personalmente mi occupo all’interno di Intesa San Paolo, e che sono più presenti in Italia. Il nostro gruppo cerca di accompagnarle in questo proponendo investimenti sostenibili”.

Alberto Gabbiani

Pubblicato il 30 luglio 2020

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