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Diventare santi è una grazia, non una fatica

abbragente

Nella festività di Ognissanti, i santi ci dicono che Dio è fedele. Ci danno speranza, hanno percorso la via di Dio e hanno raggiunto il paradiso e a questo dobbiamo credere, come a uno spazio di anime buone.
È più sensazionale la moltitudine di santi in paradiso, che di malvagi sulla Terra.
Abbiamo speranza che anche la nostra vita raggiungerà il suo compimento nel cielo e che gli inferi non prevarranno perché la presenza di Dio è reale nella storia e nella nostra vita.

 


Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati Figli di Dio?
Noi siamo divenuti Figli suoi attraverso il battesimo iniziando così il nostro cammino di santità che viene progettato da Dio in noi, non è merito nostro.
Noi partecipiamo a quello che Dio predispone per noi attraverso la vita che ci dona, concretamente con le azioni di tutti i giorni.
Con il battesimo creiamo alla comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che sarà piena e totale quando raggiungeremo il paradiso.
Non importa se in vita siamo portati in trionfo sugli altari e se gli altri ci riconosceranno, quello che conta è che noi aderiamo al disegno di Dio sulla nostra santificazione.

Diventare santi è frutto della grazia e della collaborazione con Gesù.
La santità dipende dunque dal nostro stretto rapporto con il Signore.
Più la relazione è viva, più il cammino di santità procede. Non rientra nelle grandi opere e nelle terrene glorie, ma nei pensieri di Dio sulla nostra vita.
Ogni gesto quotidiano, anche il più semplice, ci porta alla santità.
Se il Signore ci chiede di stare in quel posto, quello è il passo che porta alla santificazione e al paradiso.
Fate questo passo per amore di Gesù.

Le beatitudini evangeliche appartengono a persone normali che vivono e sperimentano la compassione di Dio. Semplifichiamo allora la nostra vita quotidiana senza pensare di arricchirla con azioni straordinarie, ma scegliendo di essere persone ordinarie che mettono Gesù al primo posto.
È possibile che questa solennità sia anche la nostra, come adesione piena a Gesù Cristo.
Abbiamo bisogno della compagnia dei nostri santi, quei nostri cari che ci hanno portato alla vita cristiana.
Sono in cielo, invochiamoli, chiediamo aiuto perché così lavora la comunione dei santi: loro vegliano su di noi. Chiediamo a uno di loro di essere il nostro compagno di cammino, con il quale parlare e superare le angosce quotidiane.
I santi ci vengono assegnati perché ciascuno di noi abbia un angelo che conduce al Signore anche attraverso le vie tribolate dei giorni.
Dobbiamo essere rincuorati da questa presenza che non smette di venire in nostro aiuto.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 1° novembre 2020, solennità di Tutti i santi

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