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Quando si coniugano arte, design e impresa

arte

Moda, arte, innovazione sono la ricetta vincente della Bonotto spa, un’azienda tessile che nasce nel 1912 ed oggi, giunta alla quarta generazione, opera in un grande impianto industriale dove si coniugano magnificamente arte, design ed impresa. Da Luigi Bonotto, che produceva cappelli di paglia, alla più innovativa manifattura tessile che utilizza prodotti bio compatibili o riciclati. Oggi l’azienda è guidata da Lorenzo e Giovanni Bonotto ed è proprio Giovanni, che ha partecipato come docente straordinario all’ultima lezione di Cives dal titolo “Visioni dal futuro”, a spiegarci come la sua azienda, che è diventata un punto di riferimento internazionale nel mondo del tessile di lusso, operi in una modalità assolutamente innovativa pur legandosi alla più antica tradizione artistica dell’impresa manifatturiera italiana.

Creatività pura

Una collaborazione con l’arte costante, poiché essa è parte essenziale di ogni progetto, di ogni prodotto. Giovanni Bonotto ricorda come sin da piccolo sia stato contornato da innumerevoli artisti che frequentavano la sua casa a Molvena ed è proprio in quegli anni che nasce la collezione che oggi fa parte della Fondazione Bonotto, grazie alla frequentazione del padre Luigi con artisti Fluxus e della Poesia Concreta, Visiva, Sonora, Performativa. Molte delle opere della collezione sono disposte nei 10.000 metri quadrati dell'azienda, dagli uffici alle zone di passaggio, dalle zone di produzione alle zone magazzino, costituendo per i maestri artigiani una costante fonte d’ispirazione. La collaborazione con giovani artisti dell’arte contemporanea continua ad ispirare la produttività della Bonotto spa, che oggi può contare oltre ventimila opere d’arte, mescolate nell’azienda, come in una performance, agli strumenti industriali.

Tradizione ed innovazione

Molti dei macchinari utilizzati nella Bonotto spa sono vecchi telai restaurati che caratterizzano in modo determinante il concetto di “Fabbrica Lenta” . La necessità di guadagnare e di produrre sempre di più hanno costretto l’industria tessile ad abbassare considerevolmente la qualità del prodotto, ma la Bonotto spa ha preferito innovarsi restando legata ad una tradizione irrinunciabile. Giovanni Bonotto ricorda gli anni in cui l’automazione ha iniziato a prendere il sopravvento modificando e standardizzando i processi produttivi, trasformando i lavoratori del settore da maestri operai a sovrintendenti di strumenti industriali. La manualità fu persa e le fabbriche cominciarono a realizzare prodotti fotocopiati, di bassa qualità e di basso prezzo, anche a causa della riduzione dei costi della manodopera. Da quella esperienza Giovanni Bonotto comincia a girare nelle fabbriche che hanno chiuso a seguito della crisi del settore e trova al loro esterno tanti macchinari abbandonati perché non più produttivi, essendo ormai “lenti”. Da questa “Visione” nasce l’idea della Fabbrica Lenta, ovvero della riscoperta di un modo di produrre artigianale ed unico, anche perché i nuovi strumenti non riescono ad imitare la singolarità dei tessuti realizzati sui vecchi telai. L’uomo ed il suo operato in questo modo sono stati rimessi al centro del lavoro, le sue “mani intelligenti” riescono a creare prodotti di assoluta eccellenza, opere e non oggetti standardizzati che nell’azienda Bonotto si fondono con le creazioni in loco degli artisti.

Gli occhiali della fantasia

Gli occhiali della fantasia sono il dono che l’arte ha fatto a Giovanni Bonotto e alla sua azienda, l’amore per il lavoro e l’orgoglio di riuscire provando e riprovando senza paura di sbagliare, anzi scoprendo che talvolta l’errore riesce ad aprire porte inimmaginabili poiché, come per l’arte, si parte da un idea ma la trasformazione continua del prodotto porta ad un risultato inaspettato ed unico. Il pensiero non convenzionale caratterizza la progettualità della fabbrica che pare non rispettare i canoni aziendali attuali, ma si spinge verso una modernità legata alla tradizione, creando progetti attualissimi e al contempo artigianali.

Inventare tessuti e dunque moda

La Bonotto spa esprime la propria contemporaneità anche attraverso la creazione di tessuti da prodotti di riciclo come la plastica o da fibre naturali quali l’agave, il banano, la ginestra, recuperando fibre ecologiche, biodegradabili e biocompatibili. La volontà è quella di guardare al mondo in mondo sostenibile, sia nella produzione che nel consumo, confermando la centralità dell’individuo, del suo lavoro e del suo modo di esprimersi. Con più siti produttivi ed oltre duecento maestri d’arte impiegati, la Bonotto è diventata una delle grandi aziende di riferimento del Made in Italy e più in generale della moda internazionale, senza nessuna strategia di marketing ma semplicemente rendendo attiva la propria indole artistica.

Italiani un popolo visionario

Per Giovanni Bonotto gli italiani sono da sempre un popolo visionario, egli non crede infatti che siano industriosi come i tedeschi o con grandi capacità c omunicative come i francesi ma, essendo figli del Rinascimento, hanno uno speciale fuoco creativo, il fuoco delle botteghe artigiane. Nel nostro paese l’arte è ovunque e sono proprio gli artisti che danno la benzina intellettuale per creare cose irripetibili. Il termine del successo per la Bonotto è quello di aver fondato un nuovo linguaggio produttivo, differenziandosi dalla massa, con un diverso atteggiamento del fare e del creare, dove si produce meno ma si fattura di più, perché il valore aggiunto del prodotto lo rende unico e dunque desiderabile. Giovanni Bonotto conclude il suo intervento sostenendo come la recente pandemia rimodulerà gli atteggiamenti al consumo inducendo ad acquistare quantità limitate di prodotti, ma con maggiore qualità.

Stefania Micheli

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Pubblicato il 6 novembre 2020

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