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Gandolfini a Piacenza: perché diciamo no al ddl Zan

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Ha fatto tappa a Piacenza il neurochirurgo Massimo Gandolfini, presidente dell’associazione Family Day, impegnato in un tour italiano per spiegare le ragioni del no al ddl Zan,
il disegno di legge anti-omofobia in discussione in Commissione al Senato.
Su questo ddl c’è un ampio confronto in campo politico e sociale. Fra le tante iniziative, il 15 maggio alle 15 in piazza Duomo a Milano è in origramma la manifestazione “Restiamo liberi” con la partecipazione di una delegazione piacentina (il ritrovo per la partenza è fissato alle 13 al casello autostradale del Basso Lodigiano a Guardamiglio).

In molti esprimono il dissenso

“Questo ddl - si è espresso il dott. Gandolfini - è un progetto di legge-bavaglio e inutile, che non servirà a introdurre tutele ma a reprimere il dissenso, cancellare la libertà di espressione e di educazione. Noi non possiamo tacere. C’è un popolo che rivendica il diritto ad esprimere le proprie opinioni e vuole difendere la libertà di tutti”.

“Non è un caso che il dissenso nei confronti di questo ddl venga espresso da numerosi ed eterogenei settori della società, dalle femministe ai vescovi italiani, dalle associazioni familiari alle voci più autorevoli della tradizione liberale italiana, nonché da molti personaggi pubblici anche di orientamento omosessuale”, ha proseguito Gandolfini.

Gandolfini: perché questo ddl non serve

“È doveroso - ha detto ancora - rispondere ai tentativi di mistificazione che etichettano come omofobe tutte le voci di dissenso verso il ddl Zan, che spacca la politica e la società italiana in un momento storico che richiederebbe la massima coesione. Mentre giustamente va condannata ogni forma di discriminazione e violenza basata sull’orientamento sessuale, colgo l’occasione per ribadire che questo ddl non serve: non esiste, infatti, alcun vuoto normativo: il nostro ordinamento dispone di tutti gli strumenti giuridici necessari per perseguire e condannare chi si è reso colpevole di questi atti, come dimostrano numerose e severissime sentenze già passate in giudicato”.

Questa legge - sintetizziamo le parole di Gandolfini -, oltre a creare un soggetto privilegiato iper-tutelato e menzionare una controversa identità di genere slegata dal sesso biologico, istituisce la giornata nazionale contro l’omofobia che prevede controverse iniziative in scuole di ogni ordine e grado e inoltre affida alla decisione di un giudice la definizione del confine tra ciò che si può e ciò che non si può dire. È legittimo - ha concluso - chiedersi se sarà ancora possibile affermare che l’utero in affitto è una barbarie, che i bambini hanno diritto ad avere un padre e una madre e che si nasce maschi e femmine a prescindere dall’orientamento sessuale.

 Pubblicato il 13 maggio 2021


Nella foto, al centro, il dott. Massimo Gandolfini insieme ai referenti piacentini dell’associazione “Difendiamo i nostri figli”, ing. Andrea Fenucci e avv. Gabriele Borgoni.

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