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Emporio: «Il mondo del lavoro ha bisogno delle donne»

rizzi emporio 


“Per trainare un carro c’è bisogno che i due cavalli vadano sempre alla stessa velocità”. Per Platone i cavalli rappresentavano la parte razionale e intellettiva dell’anima umana; secondo Paolo Rizzi, docente di Politica economica all’Università Cattolica di Piacenza, la metafora vale anche per uomini e donne nel lavoro: c’è bisogno di entrambi in egual modo. “Il contributo femminile nel mondo del lavoro”, questo il tema del secondo incontro organizzato da Emporio Solidale nell’ambito del progetto “Impronte di donna, impronte di pace con la Terra”.

Quanto e dove lavorano le donne?
Il prof. Rizzi usa la metafora del “soffitto di cristallo” per descrivere la condizione odierna della donna nel lavoro: “la donna lavora, ricopre ruoli importanti, ma non raggiunge mai il vertice”. È la “segregazione verticale”. Dall’altra parte c’è una segregazione “orizzontale”, immaginata come un “pavimento di pece”: “le donne lavorano specialmente in alcuni settori (scuola, agricoltura, sociale), ma scarseggiano nelle STEM (discipline scientifico-tecnologiche)”. A parità di capacità, il lavoro femminile è svalutato: il tasso di occupazione femminile in Italia è del 49%, per contro il 67% degli uomini ha un impiego. A Piacenza si lavora di più (59% delle donne, 77% degli uomini), ma la forbice resta evidente. Un’altra preoccupazione è data dalla differenza di retribuzione fra uomini e donne a parità di impiego. “Le donne, secondo uno studio, sono dotate di una razionalità espressiva, mentre negli uomini prevale la razionalità strumentale: Ulisse, per sopravvivere al canto delle sirene, si lega al palo della nave e tappa le orecchie ai suoi compagni. Così, però, lui sente il canto, ma agli altri viene impedito. Invece Giasone fa suonare Orfeo, e riesce così a passare indenne permettendo anche agli Argonauti di sentire il canto delle sirene”.

Le “soft skills” – competenze trasversali - sono fondamentali per le aziende quando assumono, e le donne sono maggiormente predisposte ad averle. “È più facile che una donna si comporti come Giasone e un uomo come Ulisse”, sostiene Rizzi, spiegando gli studi effettuati. Ma questo indebolisce la donna? “No, perché alle aziende piace la competizione cooperativa, che mischia tratti tipicamente maschili e femminili”.

La ricetta della parità di genere
Quando dice che “l’ascesa delle donne è inesorabile”, Paolo Rizzi, nonostante tutto, è ottimista. Esempi di donne al comando come Ursula Von der Leyen, Kamala Harris e Janet Yellen fanno ben sperare, ma la strada per la parità è ancora lunga. “Il 90% dei posti di lavoro persi in pandemia era occupato da donne”, ricorda Rizzi. Nei Paesi del Nord Europa, dove il 70% delle donne ha un impiego, alle donne viene data la possibilità di conciliare lavoro, tempo libero e famiglia. Bisogna incentivare anche la cultura, nelle discipline in cui le donne sono meno presenti, e l’aggregazione, con strutture che aiutano le donne nell’impresa. Il prof. Rizzi mostra il libro “Chi ha cucinato l’ultima cena? Storia femminile del mondo” di Rosalind Miles, e ricorda il rapporto non felice che le religioni hanno avuto e hanno ancora con le donne. “I ruoli sono importanti perché complementari”.


Le donne straniere lavorano più di prima
“La passione per l’umano crea dipendenza” secondo Giovanna Vezzoso, volontaria del Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere (CDS), che sostiene e accompagna le persone nella ricerca del lavoro. “Ho trovato il lavoro della mia vita”, dice Giovanna. Al CDS accedono tantissime donne: Giovanna evidenzia come alcuni lavori sono passati da essere prerogativa di donne straniere a essere cercati anche da italiane, e ciò è dovuto alle difficoltà economiche. Le donne straniere oggi lavorano di più per resistere all’aumento delle spese familiari; ma oltre alla necessità, “si lavora per avere un posto nel mondo, un’indipendenza, una dignità”.


La donna nell’arte: incontro il 13 novembre
L’appuntamento di sabato 13 novembre alle ore 18 avrà come tema “Riflessioni sulla donna nell’arte”. Interverranno Antonella Ballerini, autrice del libro “Volevo l’abito di Angelica”, ed Elena Stendardi, docente del Liceo “Cassinari” di Piacenza. Domenica 14, alle 18, serata di musiche piacentine con Marilena Massarini. Per accedere agli eventi è necessario prenotarsi scrivendo a .

Francesco Petronzio


Nella foto: Il prof. Paolo Rizzi durante il suo intervento all’Emporio Solidale.

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Pubblicato l'8 novembre 2021

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