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Una ripresa economica sopra la media europea per l’Emilia-Romagna

Pil emiliano 23

Il 2022 si è chiuso meglio di quanto previsto a inizio anno. Il 2023, nonostante la guerra che non mostra segni di arretramento e un’inflazione che resterà su valori elevati, dovrebbe chiudersi con segno positivo, allontanando il rischio di una recessione. È quanto emerge dall’edizione di gennaio degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna. In termini numerici, si stima che la ripresa dell’economia regionale nel 2022 dovrebbe attestarsi al 4%. L’andamento a livello nazionale mostra un profilo analogo rispetto all’Emilia-Romagna: l’aumento del prodotto interno lordo italiano è previsto al 3,9% nel 2022. Va sottolineato come la dinamica italiana sia risultata superiore a quella mondiale (+3%) e a quella dei Paesi dell’area Euro (+3,4%). Tra le regioni italiane a ottenere un risultato migliore di quello dell’Emilia-Romagna sono Lombardia, Valle d’Aosta e Veneto. Se si confronta il Pil del 2022 con quello del 2019, quindi con i livelli pre-pandemia, solo Lombardia ed Emilia-Romagna segnano un deciso recupero, per altre nove regioni la variazione è positiva, ma di entità modesta, nelle restanti 11 regioni non si è ancora recuperato il livello di PIL pre-pandemia. La prospettiva 2023 per il Pil dell’Emilia-Romagna è di una dinamica ancora positiva, ma in netto rallentamento (+0,5%). A frenare la crescita dell’economia pesano soprattutto gli aumenti dei costi energetici e, più in generale, delle materie prime, a cui aggiunge la stretta monetaria in corso. Il dato nazionale non si discosterà sensibilmente da quello regionale, +0,4%; a livello mondiale la crescita del Pil nel 2023 sarà dell’1,8%, nell’area Euro si fermerà allo 0,1%.

INVESTIMENTI ED ESPORTAZIONI

Nel 2022 gli investimenti fissi lordi hanno registrato una notevole crescita (+10,7%), grazie alla ripresa dell’attività produttiva e ai massicci interventi di sostegno pubblici, in particolare, a favore delle costruzioni. Il rallentamento del commercio mondiale registrato nel corso del 2022 ha contenuto la crescita dell’export regionale al 3,2% in termini reali. Anche per il 2023 l’export dell’Emilia-Romagna dovrebbe proseguire su questa linea (+2,7%), ancora una volta limitato dalle dinamiche internazionali dei prezzi e dalle difficoltà che interessano importanti mercati di sbocco. Nonostante le difficoltà, al termine del 2023 il valore reale delle esportazioni regionali dovrebbe risultare superiore dell’11,6% rispetto a quello del 2019, a sottolineare l’importanza e l’imprescindibilità dei mercati esteri per sostenere l’attività e i redditi regionali.

I SETTORI

Grazie ai piani di investimento pubblico e alle misure di incentivazione adottate dal governo a sostegno del settore, nel 2022 sono state le costruzioni a trainare la crescita complessiva, segnando un aumento del valore aggiunto (10,5%) più che doppio rispetto a quello dei servizi (+4,9%), mentre l’industria ha quasi spento i motori (0,7%). Nel 2023 si stima che la crescita proseguirà, seppur più contenuta, nelle costruzioni (+1,2%). Trend simile per i servizi dove però il deciso rallentamento della dinamica dei consumi e la variazione della loro composizione a favore di quelli essenziali dovrebbero ridurre decisamente il ritmo di crescita (+1,3%). La stretta monetaria e la dinamica dei prezzi ridurranno la domanda e condurranno in recessione l’industria (-1,3%).

IL MERCATO DEL LAVORO

Nel 2022 le forze di lavoro dovrebbero essere aumentate sensibilmente (+1,2%) sotto una maggiore spinta alla ricerca di un impiego. Per il 2023 l’aumento delle forze di lavoro sarà minore (+0,7%), non ancora sufficiente a compensare il calo subito nel 2020. Nel 2022 l’occupazione ha avuto un andamento positivo (+1,2%), nonostante l’incremento sia stata attenuato da un maggiore numero di ore lavorate. Nel 2023 la crescita degli occupati proseguirà a un ritmo inferiore (+0,7%). Il tasso di occupazione (calcolato come quota degli occupati sulla popolazione presente in età di lavoro) è risalito al 69,2% nel 2022, un punto al di sotto del livello del 2019. Nonostante il rallentamento dell’attività, nel 2023 il tasso di occupazione dovrebbe risalire ulteriormente e giungere al 69,7%. Nel 2022 si è registrato un’ulteriore riduzione del tasso di disoccupazione, attestandosi al 5,3%. Nel 2023 il tasso di disoccupazione dovrebbe ulteriormente ridursi al 5,1%.

Pubblicato il 30 gennaio 2023

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