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«Un rifugio per la notte e un pasto caldo»: il nuovo dormitorio negli spogliatoi del campo di San Bartolomeo

presenti

Otto posti letto per persone senza fissa dimora sono stati messi a disposizione dalla comunità ortodossa macedone negli spogliatoi del campo da calcio adiacente alla chiesa di San Bartolomeo a Piacenza. “Si tratta di un servizio temporaneo – spiega l’assessora al Welfare Nicoletta Corvi – che sarà attivo fino al 30 aprile, in modo da coprire il periodo più freddo”. La necessità di offrire un riparo a chi, specialmente nei mesi invernali, dorme all’addiaccio è emersa dal tavolo di coordinamento avviato dalla Prefettura nel mese di gennaio, insieme a Caritas diocesana, Anpas e Croce Rossa Italiana. L’iniziativa di creare un dormitorio è partita dall’amministrazione comunale che, attraverso il lavoro di raccordo del consigliere Stefano Perrucci (Pd), ha trovato nella comunità macedone, e nel pope Kliment Misanj, una collaborazione assoluta e rapida. La gestione del servizio è affidata direttamente all’Associazione La Ricerca (con un importo di 18mila euro da parte del Comune), ma il risultato è frutto di un efficace lavoro di squadra fra istituzioni, cooperative e associazioni del territorio.

I letti negli spogliatoi del campo da calcio

Il servizio è attivo da martedì 31 gennaio e, a oggi (giovedì 2 febbraio), conta già quattro ospiti. “Il centro apre alle 18 e le persone possono arrivare fino alle 19.30 – spiega Mauro Madama, responsabile dei servizi dell’Associazione La Ricerca –. Ciascuna delle due stanze, che corrispondono ai due spogliatoi dell’impianto sportivo, è fornita di quattro letti, un tavolino, un forno a microonde e un bagno dotato di doccia. Alle persone viene offerto, oltre al posto letto, anche il pasto serale. Lo spogliatoio solitamente destinato all’arbitro viene usato dall’addetto alla vigilanza. Il centro chiude alle 8 della mattina successiva. “Da soli non saremmo mai riusciti a creare tutto ciò – commenta Madama – sul tema dell’accoglienza delle persone senza fissa dimora ci sono state un’attivazione e una mobilitazione che mi hanno colpito: oltre alle associazioni, anche i privati cittadini, scoperta l’iniziativa, hanno immediatamente diffuso la notizia. L’accesso è diretto, non richiede alcun filtro: chi arriva viene accolto”.

Dalla Prefettura al Comune alle associazioni: un lavoro di squadra

Il centro ha un regolamento che gli ospiti sono tenuti a rispettare. Per una facile comprensione, la cooperativa L’Ippogrifo ha realizzato una traduzione in cinque lingue (inglese, francese, arabo, urdu e farsi). “È un grandissimo lavoro di squadra - sottolinea la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi - devo ringraziare da parte della cittadinanza tutti coloro che svolgono questo servizio e hanno fatto sì che oggi si possa inaugurare un luogo che dia la possibilità di dormire al caldo a chi prima era costretto a dormire in strada”. I centri di prima accoglienza, già presenti sul territorio, non hanno più spazio. “Alcune associazioni sono purtroppo costrette a dire di no”, commenta Nicoletta Corvi. “La sinergia è fondamentale – aggiunge – per noi è importante che chiunque vada in giro e incontri persone che vivono in strada sappia che esistono dei punti di riferimento a cui affidarle”. Dalla Prefettura era partita a dicembre 2022 l’iniziativa, in collaborazione con Caritas diocesana, Anpas e Croce Rossa Italiana, di fornire beni di prima necessità alle persone senza fissa dimora. “Era necessario fornire assistenza a numerose persone in difficoltà, a causa dell’abbassamento delle temperature – afferma il vicecapo di gabinetto della Prefettura Claudio Giordano – quest’ulteriore servizio dimostra che facendo squadra si riescono a creare iniziative importanti”.

Le realtà coinvolte

L’attivazione e la gestione del servizio sono possibili grazie all’impegno di una serie di attori. Dal Comune di Piacenza, che ha preso l’iniziativa e stanziato i fondi, alla Prefettura, che svolge un ruolo di raccordo anche in relazione all’azione di monitoraggio costante, a una lunga lista di associazioni e cooperative: Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio, Congregazione delle Suore Scalabriniane, Centro sociale Papa Giovanni XXIII, Arcangelo Dimaggio, L'Ippogrifo, Arcobaleno, Strade Blu, Il Grande Colibrì, Croce Rossa Italiana, Anpas, Cisl, Cgil, Emergency, Amnesty International, Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta, Operatori di strada e Asp Città di Piacenza.

Il commento delle associazioni

“Sono rimasto particolarmente colpito dalla rapidità nella risoluzione di questo problema”, dice il presidente di Croce Rossa Italiana Piacenza Alessandro Guidotti, al cui ringraziamento si aggiunge anche il coordinatore provinciale Anpas Paolo Rebecchi. “È un grande risultato per la città - afferma Piera Reboli dell’Associazione Arcangelo Dimaggio - noi siamo a disposizione per ogni esigenza sanitaria o psicologica”. Un ruolo di vigilanza sul rispetto dei diritti umani quello di Amnesty International, rappresentata da Luigi Ferrari.

L’accoglienza a Piacenza

Dai numeri presentati dall’assessora Corvi si evince che nel 2022 il Comune di Piacenza ha accolto 279 persone a grave marginalità, che erano dunque fuori dai circuiti assistenziali. Fra questi, 8 donne nel centro “Ca’ Torricelle”, 21 persone (in prevalenza donne) a “Sant’Anna”, 72 uomini al “Rifugio Segadelli”, 10 in via Buffalari e 168 (162 uomini e 6 donne) al centro diurno a bassa soglia “Il Quadrifoglio”. Tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 Caritas ha fornito 20 pasti completi per ogni giorno di apertura e sono state erogate, complessivamente, 2680 docce, quantificate 514 lavatrici, effettuati 48 colloqui e 18 incontri di orientamento, 32 di consulenza e 24 invii a ulteriori servizi.

Francesco Petronzio

interno

Nelle foto: le autorità intervenute  e l'interno del nuovo dormitorio.

Pubblicato il 3 febbraio 2023

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