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“Siate per i vostri figli
dei capitani coraggiosi”

Sul palco in piazza musica, danze, ma anche storie di speranza. La pedagogista Alessandra Augelli:
il gruppo per genitori all’associazione La Ricerca ha qualcosa da insegnare a tutte le famiglie

33 2015 FdF LaRicerca

I palloncini, gli stand, il palco, i tavoli per pranzare, i gonfiabili per i bambini: come ogni anno, una domenica di settembre, piazza Cavalli viene circondata per ospitare l’ultimo pomeriggio della Grande Festa della Famiglia. Le persone ne gremiscono il centro, i lati, ogni angolo: allora la piazza diventa avvolgente, proprio come una famiglia. Tra gli stand, va detto, c’è un’importante novità: in via eccezionale si trova anche quello di raccolta fondi per gli alluvionati del Piacentino, ricordati varie volte durante la manifestazione.


Bambini protagonisti

“La famiglia è il motore del mondo e della storia”: è la frase di Papa Francesco scelta come filo conduttore di questa edizione. E allora, che la festa sia davvero di coloro che nelle famiglie fanno da motore scatenante: i bambini. I gonfiabili sono l’attrazione principale di tutto il pomeriggio, ma in molti si siedono sotto i portici di Palazzo Gotico per il “truccabimbi” e per partecipare al concorso di disegno “Famiglia è...”. Le creazioni sono esposte in piazza e, ovviamente, sono tutti vincitori.
I bambini chiudono anche il pomeriggio di festa, ballando con l’animatrice Mira Simi, sulle note della chitarra della giovane Anna Ferrari, i tormentoni vecchi e nuovi dell’infanzia, compreso l’intramontabile “Ci son due coccodrilli...”.


Musica senza frontiere

L’allegria del canto e della musica non sono mancati nemmeno in questa settima edizione della festa. A condurre le danze è stato il brillante Nicola Gobbi, speaker del Copra Volley, che ha chiamato a esibirsi per primi i ballerini del gruppo “Aliança Latina”. Quindi Primitivo Lopez, dell’Ecuador, ha cantato una canzone in lingua spagnola dedicata alla madre.
Sono seguite le esibizioni della comunità filippina con l’elegante “Danza dei fiori” e la voce da usignolo di Keith Grissel Galicia, 15 anni: “Non importa quanto si possiede - recita il brano che ha scelto la giovanissima cantante -; la famiglia è la vera ricchezza”.
Trascinante il doppio concerto del coro i Tasti Neri diretti da Caterina Granelli, un gruppo di cantanti amatoriali ma tra i quali ci sono anche professionisti e studiosi di musica. Il gruppo, le cui voci variano dai 16 ai 50 anni di età, ha presentato un repertorio di classici italiani, tra cui Domenico Modugno e gli Abba, concludendo in bellezza con dei brani degli anni Sessanta, invitando tutta la piazza a ballare e divertirsi.

33 2015 FdF TastiNeri


Semplicemente fratelli

Il pomeriggio ha dato voce inoltre a “storie di speranza”, associazioni di sostegno alla famiglia che lavorano per renderla protagonista e tirarne fuori le risorse, anche nella difficoltà.
Sta nascendo a Piacenza, attraverso la Fondazione Pia Pozzoli per il dopo di noi, il gruppo di auto mutuo aiuto dei Siblings, cioè di fratelli o sorelle di persone con disabilità. Ne ha parlato Paolo Cosi del Comitato Siblings Onlus, operativo come gruppo dal 1998, ma formalmente costituito nel 2005. “Da quando esistono realtà che sostengono famiglie di persone disabili si è sempre preferito dare attenzione ai genitori - ha sottolineato Cosi -. In realtà noi fratelli abbiamo una marcia in più: siamo della stessa generazione della persona disabile, per cui abbiamo una prospettiva più vicina a lui. Abbiamo per lui un’attenzione diversa, forse meno premurosa ma vera: parliamo coi nostri fratelli, ma anche discutiamo, litighiamo, ci picchiamo qualche volta, come i fratelli normali. Infatti sibling è un termine inglese che vuol dire proprio questo, solo fratello o sorella”.
L’età dei partecipanti varia radicalmente, ma questo è un fattore di arricchimento. Si tratta di gruppi piccoli, in cui, in modo liberatorio, si condividono dolori e problemi. “Chi arriva e dice che tutto va bene sta mentendo, ciò non toglie che tra noi ci si diverte e si ride molto - sottolinea Cosi -. Il disabile ha come valore aggiunto quello dell’emotività, che trasmette alla famiglia come un acceleratore generale di emozioni. Tino, mio fratello che ora non c’è più, era il più equilibrato in famiglia, quello che a tutti ha insegnato l’importanza del confronto e del dialogo”.

Le formiche e l’elefante

“Se tutti i componenti della famiglia si mettono in gioco, accettano di cambiare la prospettiva del problema che hanno, possono, come formiche, spostare un elefante”: Anna Papagni, referente dei gruppi Ama (auto mutuo aiuto) dell’associazione La Ricerca usa l’immagine di un proverbio africano che ha dato il titolo al libro a cura della prof. Alessandra Augelli, pedagogista dell’Università Cattolica di Piacenza, che raccoglie le testimonianze dei genitori che hanno figli con problemi di tossicodipendenza e che si sono messi in gioco con un laboratorio di scrittura. “Scrivere di me stessa - ha raccontato Francesca, una mamma che quattro anni fa è approdata al gruppo – è stato un atto liberatorio, mi ha aiutato a capire meglio me e il problema. Quando sono arrivata dicevo di non saper più cosa fossero le emozioni, oggi ne sono più consapevole, sia di quelle belle che dei dolori”.
A tutti i genitori che sembrano delegare ad altri il ruolo educativo, la professoressa Augelli, meditando sull’esperienza del libro, ha voluto dare questo messaggio: “tornate a essere capitani coraggiosi per i vostri figli, consapevoli che non sono il vostro specchio né la vostra fotocopia”.


La tecnica del kintsugi

Il cellulare suona cento volte al giorno. Cosa accadrebbe se, a scrivere il messaggio, fosse il tuo angelo custode?
Ha utilizzato questo stratagemma narrativo Maria Antonietta Benedettelli, insegnante di religione di Carpaneto, per il suo primo romanzo, “Sms dal Paradiso”.
“È una storia di guarigione umana e spirituale - ha spiegato, sul palco di piazza Cavalli -. Tess, la protagonista, ha vissuto esperienze dolorose che l’hanno segnata: la fine di una relazione e la morte di un’amica. L’angelo che incontra si chiama non a caso Ais, che in gaelico significa «resurrezione»”. Una storia di fantasia, insomma, ma che al lettore lascia un messaggio di speranza e di vita nuova.
“Per il suo compleanno, Ais regala a Tess una ciotola costruita con la tecnica giapponese del kintsugi: un vaso che si rompe viene rimesso insieme con dell’oro fuso, così le crepe si vedono di più. Così è anche per i dolori che attraversiamo nella vita - sottolinea Antonietta -: nulla va perduto, nulla viene nascosto, ma tutto può servire a crescere e a ricominciare”.

Camilla Quagliaroli

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